A BARI I 605 SOCCORSI DALLA GEO BARENTS

"I miei figli hanno perso la loro infanzia. Ero terrorizzata per la loro vita e sono davvero grata di essere qui adesso. Spero che l'Europa abbia per loro solo cose belle e che possano avere un'infanzia serena" racconta Abia, 30 anni, siriana, a bordo della Geo Barents, la nave di ricerca e soccorso di Medici senza frontiere giunta martedì mattina a Bari con 605 migranti a bordo. La storia della 30enne è stata resa pubblica dalla stessa Ong.

Viaggiavano su un vecchio peschereccio sovraffollato e a rischio. Tra loro ci sono 11 donne e 151 minori, 20 hanno meno di 13 anni e alcuni sono bimbi molto piccoli. Provengono da Siria, Bangladesh, Palestina, Egitto, Pakistan.

"Pensavamo che saremmo morti, ora abbiamo una nuova possibilità - aggiunge Imran, 22 anni del Pakistan -. È stato orribile laggiù, adesso speriamo in una vita migliore in Europa". "Siamo così grati di avere accesso ad acqua pulita, docce e cibo. La vita in Libia era come l'inferno. Ringrazio Dio perché ci avete raggiunto e salvato", spiega Hassan, 31 anni.

I migranti arrivati a Bari "erano partiti dalla Libia con un peschereccio e sono rimasti in mare per quattro giorni. Ci hanno raccontato di un viaggio pericolosissimo e drammatico, in cui hanno finito cibo e acqua e a lungo sono rimasti senza soccorsi" racconta Fulvia Conte, responsabile soccorsi della nave Geo Barents di Medici senza frontiere (Msf). "Ci hanno parlato delle sofferenze atroci subite in Libia - ha proseguito Conte - alcuni sono stati torturati davanti ai propri figli". I bambini ora "sono sollevati - sottolinea Conte - perché finalmente sono in un posto sicuro insieme alle proprie famiglie. Avranno però bisogno di cure sia mediche che psicologiche, perché sono stati testimoni e vittime di situazioni drammatiche. La maggior parte dei più piccoli, però, almeno fisicamente sta bene". Qualcuno ha parenti in Europa, altri sono partiti senza destinazioni precise per fuggire da posti che sono comunque peggiori del mare. Quello del Mediterraneo è il tratto più letale al mondo, ma per chi parte è comunque più sicuro del posto che lascia.

La Humanity1 a Livorno con 88 persone soccorse in mare

Sono stati destinati tutti a strutture di accoglienza della Toscana, sparse tra le varie province, gli 88 migranti sbarcati martedì a Livorno dalla nave ong Humanity 1, che li aveva soccorsi al largo della Libia il 26 maggio scorso. Alla nave era stato poi assegnato il porto toscano dove è entrata prima delle 8 e dove le operazioni di sbarco si sono concluse intorno alle 13. Come già accaduto per altri sbarchi a Livorno le operazioni di identificazione e di controllo sanitario dei migranti si sono svolte alla stazione marittima di Livorno, poi a bordo di pullman sono stati accompagnati alla destinazione prevista nei centri di accoglienza assegnati secondo il piano di riparto della prefettura livornese.

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