COMUNALI IN SICILIA, LO STRANO CASO TRAPANI DOVE IL SINDACO DI CENTROSINISTRA VINCE GRAZIE AI LEGHISTI

Il caso Trapani: un candidato del centrosinistra diventa sindaco anche grazie all’appoggio di una lista civica formata da esponenti leghisti. È una delle storie più curiose che giungono da questa tornata di elezioni amministrative. Lo scenario di questa inedita alleanza, non ufficiale ma che si è rivelata decisiva, è Trapani - uno dei comuni capoluoghi in cui si è votato in Sicilia. Una sfida su cui anche gli exit poll si sono decisamente sbagliati, dalle prime proiezioni infatti Trapani veniva assegnata alla coalizione del centrodestra con un candidato sindaco esponente di FdI.

I voti veri invece hanno ribaltato le prime proiezioni in maniera netta, il candidato di centrosinistra Giacomo Tranchida (sostenuto da ben dieci liste civiche e nessun simbolo di partito) dopo un testa a testa ha prevalso con più di cinque punti rispetto al candidato di centrodestra Miceli. Tranchida, il sindaco uscente, è stato confermato al primo turno. Non ha avuto bisogno neanche del ballottaggio come Possamai a Vicenza. Nell’ambito del trionfo elettorale del centrodestra a trazione meloniana alle amministrative, Tranchida è una delle poche eccezioni.

L’affermazione del sindaco è politica e civica al tempo medesimo. L’esponente del Pd ha corso senza i simboli di partito, ma nonostante la forza personale ha avuto la capacità e l’umiltà di costruire una vasta alleanza in cui vi erano esponenti del centrosinistra e dei moderati. Nelle sue liste si sono candidati esponenti locali del Pd e della Lega. Ed è qui una delle chiavi del successo. A Trapani e provincia il politico più forte è un cattolico-centrista di nome Mimmo Turano. È molto apprezzato dai suoi concittadini che lo votano a prescindere dal partito in cui milita. Quando è passato alla Lega di Salvini, nel Trapanese lo hanno comunque confermato deputato regionale. Conscio della forza elettorale di Turano, il candidato del centrodestra Miceli (un meloniano doc) aveva subito posto il problema a livello politico regionale e nazionale chiedendo che la Lega del Trapanese non appoggiasse il sindaco uscente del centrosinistra Tranchida. Ed aveva ottenuto a livello ufficiale l’appoggio di Turano (che, va ricordato, è l’assessore regionale alla Pubblica istruzione del governo Schifani) al centrodestra.

Il paradosso politico Turano aveva garantito l’appoggio a Miceli, ma i suoi uomini hanno sostenuto il sindaco del centrosinistra con una lista Trapani tua che è stata determinante con la percentuale dell’ 8,72%. Il distacco tra i due candidati è stato del 5% (42,27% la percentuale raggiunta dal vincente Tranchida). Il sindaco di centrosinistra avrà anche la maggioranza assoluta in consiglio comunale. L’effetto di trascinamento delle liste è fondamentale in Sicilia, dove si vince al primo turno superando la soglia del 40%. La posizione di Turano è che non è riuscito a convincere molti dei suoi a votare il candidato della destra, ma gli addetti ai lavori conoscono bene il carisma del cattolico-centrista.

Turano è lo stesso politico balzato agli onori delle cronache nazionali per aver proposto a una maestra sarda di divenire sua consulente dopo il caso delle preghiere in classe. È estimatore e amico del presidente della Cei siciliana, il vescovo Antonino Raspanti. Qual è la soluzione del caso Turano? È lo stesso sindaco confermato Tranchida a spiegare come stanno le cose. La lista Trapani tua (con molti uomini vicini allo stesso Turano) guidata dall’assessore uscente Bongiovanni ha dato un notevole apporto: «Era già con me e aveva condiviso l’azione di governo e sono contento della lealtà che hanno dimostrato, penso però che il risultato sia di tutti».

Il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, dinanzi alla sconfitta generale a queste amministrative in Sicilia, che segue la clamorosa débâcle alle Regionali con candidata la Chinnici (eurodeputata del Partito democratico da poco passata a Forza Italia) ha cercato di edulcorare l’amarezza mettendo in evidenza la performance di Tranchida e ha parlato di risultati in chiaroscuro nell’Isola. Il sindaco però ha subito messo in chiaro la sua posizione sul Pd che non ha presentato il simbolo a suo sostegno: «Ragiono con la mia testa e con le mie idee, non ho padrini né padroni, compresi quelli del Pd». Il dato che emerge è che Tranchida parla e si occupa di cose concrete, conquista i voti della sinistra, dei moderati e dei cattolici, non fa riferimento al linguaggio politico della Schlein. Altro dato significativo: in nessuna sfida di rilievo in Sicilia sono stati decisivi i 5 Stelle.

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