HA PERSO IL POPOLO, IL PD FA FATICA A TENERE LA ZTL

Caro Aldo, il ballottaggio, nonostante il calo dell’affluenza, ha visto il centrodestra conquistare delle roccaforti della sinistra. A prescindere da questi risultati strepitosi, ero più che convinto che tutte le polemiche sorte per l’uscita dalla Rai di Fazio, Annunziata & Co. potessero penalizzare il centrodestra, cosa che non è avvenuto. Lei che cosa ne pensa? Annibale Antonelli

Caro Annibale, La perdita di Fabio Fazio e di Lucia Annunziata è grave per la Rai, come ci siamo già detti; ma nessuna persona assennata può pensare che un cittadino decida quale sindaco votare per il suo comune in base al palinsesto televisivo. Il voto per i sindaci è considerato dagli elettori molto importante, e spesso prescinde dalle appartenenze politiche. In passato città di destra si sono date sindaci di sinistra, ad esempio Verona prima con Paolo Zanotto e ora con Damiano Tommasi, e città di sinistra si sono date sindaci di destra: ad esempio Genova con Marco Bucci e Venezia con Luigi Brugnaro, entrambi rieletti al primo turno. Ogni municipio fa storia a sé. Siena, che aveva sempre avuto un sindaco rosso, ha cambiato segno con il crollo del Monte dei Paschi; mentre Ancona, come prima Perugia e in fondo Terni — il nuovo sindaco mi pare più a destra del candidato ufficiale della destra — seguono il cambiamento delle Marche e dell’Umbria, che da tempo non sono più regioni rosse; con la differenza che le Marche (tranne la parte culturalmente legata alla Romagna) hanno una tradizione democristiana, mentre l’Umbria aveva una storia comunista, fin da quando nel 1970 il Pci prese il 42% contro il 30 della Dc. Questo si può dire: il Pd, dopo aver perso il popolo, fatica pure a tenere la Ztl. Da una parte ci può essere un conformismo anche comprensibile: si sceglie un sindaco che potrà essere un interlocutore per la maggioranza di governo; una tendenza evidente in particolare al Sud, come questa volta si è visto a Catania. Dall’altra, lo spettacolo di un’opposizione debole e divisa, e anche i problemi di ricambio della classe dirigente della sinistra — dove sono i Rutelli, i Veltroni, i Chiamparino, gli Enzo Bianco? — hanno prodotto una sconfitta netta. Elly Schlein è interessante, ma l’Italia non è l’alta borghesia milanese e romana che l’ha votata alle primarie, e non è neppure il simpatico operaio di Castellammare che l’ha presa in braccio come Benigni con Berlinguer. La vera opposizione la Meloni ce l’ha in casa, con Salvini e Berlusconi, e in Europa, con Macron e Scholz.

2023-05-29T22:40:39Z dg43tfdfdgfd