DACIA DUSTER, COME VA IL SUV DA 20 MILA EURO: ADDIO DIESEL, MOTORI SOLO IBRIDI O A GPL

Dacia Duster

Malaga (Spagna) - Il low cost come idea di compromesso su tutto, pur di arrivare al prezzo esasperatamente basso, nell’auto non ha più senso. A dirlo è proprio Dacia, che con la sua piccola berlinetta Logan nel 2004 riuscì a presentarsi sul mercato con un listino a partire da 7.500 euro, allora un vero messaggio minimalista al mondo dei consumi. Venti anni dopo, la partita che va in scena in Europa è più dura e differente, con un numero sempre minore di auto accessibili alle famiglie. Per questo c’è meno immagine e filosofia nella nuova Duster, che conclude la trasformazione del marchio Dacia in produttore di automobili giocate sulla concretezza, su costi e consumi ragionevoli nel quotidiano.

Storia di successo

Era già un modello con una storia forte Duster, questo è certo, ma gli oltre 2,2 milioni di esemplari venduti nel Vecchio Continente appartengono ad una esperienza anche più spartana e diversa. La Duster è ancora lunga 434 cm, ma ha dettagli curati e più grinta generale, un frontale molto verticale e quel cofano alto con scanalature profonde che suggerisce dimensioni perfino maggiori di quelle reali, da sport utility non solo cittadino. Rispetto al passato c’è un vero salto di qualità nel modo in cui è costruita, oltre a tocchi di gusto come le maniglie delle portiere posteriori sulla cornice del finestrino, o anche le protezioni laterali in una plastica che nasconde i graffi.

Economica si, low cost no

Soprattutto, l’esperienza low cost si chiude definitivamente guardando alla meccanica, con ogni Dacia che fino a pochi anni fa utilizzava quella dei modelli Renault di generazione precedente, e che su nuova Duster è invece la più aggiornata a disposizione del gruppo francese. Banalmente, dalla forma del telaio e dalla sua larghezza deriva la possibilità di cambiare il disegno degli interni, che ora sono ben più ampi, con più libertà di movimento all’altezza delle gambe e delle spalle. Non convince casomai il profilo molto verticale di parabrezza e lunotto, che non sono neppure tra i più ampi e limitano la visibilità. Le plastiche dei rivestimenti, che pure appaiono rigide, si apprezzano invece per una consistenza pensata per durare. Dacia ha previsto una strumentazione digitale dietro il volante, con l’eventuale aggiunta di un secondo schermo al centro del cruscotto da 10,1 pollici, con un effetto piacevole e anche una funzionalità piuttosto buona nei collegamenti con gli smartphone, anche se l’ovvio va diretto al bagaglio, con quei 594 litri di capacità che mettono Duster in condizione di essere la prima auto di famiglia e per i viaggi, anche se non offre più motori diesel.

Solo ibrida o a Gpl, anche 4x4

Il 3 cilindri 1.2 litri turbo a benzina è mild hybrid, ha 130 cavalli e spinge anche la versione a trazione integrale, esattamente quella che negli anni ha contribuito non poco alla fama di robustezza del modello. Per l’Italia a caccia di soluzioni pratiche, la novità che conta sta forse in quella variante full hybrid da 140 cavalli che Duster non ha mai avuto. Secondo le previsioni Dacia, l’interesse di gran lunga maggiore andrà invece alla Duster Eco-G con il tre cilindri turbo da 1 litro che funziona a benzina e Gpl, ha 100 cavalli di potenza e un serbatoio da 50 litri piazzato sotto il pianale del bagaglio: da solo vale una percorrenza media di circa 620 chilometri.

Versioni e prezzi

E’ qui la concretezza di Duster, con una versione base dal prezzo a partire da 19.700 euro, da cui si potranno anche detrarre fino a 3 mila euro grazie ai . Qui sta anche il buon lavoro Dacia nel rendere l’auto perfino più godibile utilizzando il Gpl rispetto alla benzina, con una spinta migliore in ripresa che si avvantaggia del peso basso, che porta ad una guida gradevole fatta di buoni spunti. Le andature autostradali sono confortevoli, nonostante una insonorizzazione migliorabile, cioè con fin troppi fruscii d’aria superando i 100 Km/h. Il divertimento inaspettato arriva invece tra le curve, con una tenuta di strada equilibrata, ammortizzatori non toppo morbidi, freni pronti e uno sterzo preciso come su una Dacia low cost e minimalista non avremmo mai immaginato. Più utilmente, il tempo è passato.

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