IL 25 APRILE DA «TROLL» DI MONTANARI, QUANDO IL WEB VIENE USATO COME «FOGNA» DI OSTILITà

Parlava il militante (lui si considera «cattolico radicale», qualunque cosa voglia dire) o il rettore dell'Università per stranieri di Siena? ha affidato a Twitter, che adesso si chiama X e ricorda vagamente il simbolo della Xa Mas) una risposta a un articolo del «Secolo d’Italia» che lo descriveva, insieme con altri, come un ciarlatano affarista: «I vecchi resistenti guardavano al futuro, i nuovi antifa fanno prediche e business». È uno di quegli attacchi cui non bisognerebbe nemmeno rispondere, per non dare loro peso. E invece Montanari ha risposto: «Ma almeno oggi tornate nelle fogne e tacete...».

Oggi era il 25 aprile. Nel lessico politico italiano, la parola «fogna» non riguarda sistemi di scarico di acque di rifiuto, ma evoca sinistri ricordi, l’eco di militanze anni Settanta, quando soprattutto quelli di Potere Operaio gridavano ai missini: «Fascisti carogne tornate nelle fogne». Tomaso Montanari viene volentieri ospitato nei talk televisivi perché riesce ad ammantare il suo attivismo politico con una veste professorale, con il crisma che gli deriva dall’occupare un posto di rilievo nelle gerarchie accademiche. Spesso, però, non riesce a trattenersi e il suo ego strabordante gli fa perdere ogni inibizione: insulta pesantemente chi osa criticarlo, sputa veleno sul Giorno del Ricordo (istituito per ricordare le foibe), si schiera con i pacifisti accusando di viltà e stupidità chi mostra perplessità nei confronti dei cosiddetti «pacifisti». Quello che però si chiederebbe a un rettore di un’università è un’attenzione maggiore non solo al «messaggio» ma anche al «mezzo», come avrebbe detto il buon Marshall McLuhan. Come un qualunque troll, Montanari ha usato il web come una fogna di ostilità e provocazione (quello è, il web). Suvvia, un vero antifa non lo fa.

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