LA PARABOLA DI ALESSANDRA GUERRA: DALLA LEGA AL PD, FINO A SANTORO (TRA POLITICA, YOGA ED ESOTERISMO)

Lei, di Udine, era la pupilla di Umberto Bossi e nel ‘93 divenne consigliera regionale del Friuli-Venezia Giulia a furor di popolo, con 16 mila voti. L’anno dopo era già presidente della sua Regione. Aveva solo 30 anni, Alessandra Guerra: colta, bella, elegante. E Michele Santoro la notò: Il Rosso e il Nero, Tempo Reale, Circus. E anche lì, quando c’era lei ospite in studio, oppure sotto il tendone, saliva lo share. In Rai erano entusiasti. Eppoi Bruno Vespa, Maurizio Costanzo, un successo incredibile in tv. Poi, però, piano piano sparì: nel 2003 perse la sfida alla Regione con Riccardo Illy del centrosinistra, iniziarono le incomprensioni, nel 2008 lasciò la Lega e l’anno dopo s’iscrisse al Pd. In via Bellerio non le fu mai perdonato: venne attaccata perché andava alle Feste dell’Unità anziché a Pontida e fu sommersa dalle polemiche quando nel 2013, al compimento dei 50 anni, per effetto di una vecchia legge regionale maturò il baby vitalizio.

Le fecero i conti in tasca: 4.388,87 euro lordi al mese. Così lei, ferita ed emarginata, decise di chiudere con la politica e di dedicarsi ad altro: le due figlie, l’insegnamento dello yoga, gli scavi archeologici tra Aquileia e Alessandria d’Egitto, i suoi tre libri (l’ultimo s’intitola Cattaneo o Bonaparte? Una proposta federalista mancata), le ricerche di esoterismo e infine lo studio più recente sul «rapporto tantrico di Gesù e Maria di Magdala». Fino alla chiamata di Santoro. «È successo pochi giorni fa — racconta Alessandra Guerra — Non lo sentivo da un quarto di secolo! Mi ha chiesto se volevo candidarmi e ho detto subito sì. Perché lui è un grande giornalista». Ed ecco che Guerra oggi è candidata alle Europee con Pace, Terra e Dignità nel Nord-Est. Lo slogan lei l’ha già trovato: «Una Guerra per la Pace». L’ossimoro che l’accompagna da sempre: «Ho vissuto il conflitto dei Balcani sul confine, la Nato e le testate nucleari ad Aviano, con scelte che ancora oggi mi creano disagio. Ma nella pace ci credo ancora, a Kiev come a Gaza. Anche se in tanti mi hanno fatto la guerra».

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