LIBRALON: «ACCOSTOLA MUSICA DI BACHA QUELLA DI REGERPERCHé ENTRAMBEELEVANO L’ANIMO»

Simone Libralon ha 35 anni, è di Varese e, se oggi non «suonasse» in un’accezione negativa, si potrebbe definire un musicista intellettuale. È coinvolto in un progetto sulle connessioni tra il design e le correnti musicali. Il suo strumento è la viola, col suo timbro caldo e velato, che suona nell’Orchestra Sinfonica di Milano. Ma Simone compie anche viaggi solitari che sono esplorazioni su territori esigenti. Il suo terzo cd è sospeso tra Bach (Fantasia cromatica e Fuga) e Max Reger (tre Suites per solo viola). Reger è il compositore tedesco che influenzò Bartok, Berg, Hindemith. Scomparso nel 1916 a soli 43 anni, durante il suo breve arco artistico fu emarginato dall’ambiente accademico ma anche dalla Chiesa, che lo scomunicò per aver sposato una donna protestante divorziata. Reger compose una Fantasia e Fuga su Bach. Ma i motivi dell’accostamento proposto dal giovane violista lombardo sono anche altri. «Per Max Reger, Bach rappresentava il presente. Rielaborò il passato in termini moderni, con un’espressività tardo romantica; il contesto armonico dei due compositori è analogo. Fu Bach a rendere celebre la forma della Suite che Reger riprende. È una musica maestosa, monumentale, che rimanda nell’immaginario a una natura nordica, dispiegata su una estesa vallata verdeggiante, mentre Bach qui rappresenta una sorta di viaggio introspettivo alla scoperta delle sfaccettature emotive dell’uomo». È una trascrizione, in origine è un brano per cembalo: «Ho privilegiato la sfera meditativa, per non spezzare le linee melodiche, e per una maggiore ricchezza armonica. In entrambi i casi è una musica che eleva l’animo, in una dimensione quasi religiosa». Perché, per un progetto così coraggioso, non c’è nessuna sua indicazione e nota di copertina? «Ormai domina il digitale, è raro l’ascolto dei cd, è stata una decisione quasi provocatoria, per svincolare l’ascoltatore da nozioni che rischiano di appesantire una sensazione sonora. E poi la bellezza non ha bisogno di un libretto d’istruzioni per essere compresa».

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