NIKO ROMITO CHIUDE LO «SPAZIO» A MILANO: «HO ALTRI PROGETTI IN CITTà PER IL FUTURO»

«Non si tratta di una vera e propria fine, ma di un’evoluzione». Così Niko Romito, ha annunciato la chiusura, il prossimo primo aprile, del suo «Spazio Niko Romito» in Galleria Vittorio Emanuele II, a Milano.

La storia dello «Spazio»

Inaugurata nel 2015, l’insegna (che ha sedi anche a Roma e Rivisondoli, in provincia dell’Aquila) è stata da subito pioniera di un modello di alta cucina accessibile, con progetti di formazione unici nel suo genere. Oggi, «Spazio Niko Romito» è simbolo di una cucina italiana senza tempo, con un linguaggio contemporaneo che parla di tecnica e creatività. Il tutto, seguendo alcuni valori guida: leggerezza, concentrazione e purezza di sapori, rispetto dell’ingrediente, grande passione per il mondo vegetale, bellezza e gusto.

I nuovi progetti di Romito

Una chiusura a cui, tuttavia, seguiranno nuovi progetti nel capoluogo lombardo: «Abbiamo altri progetti per il futuro, con nuovi spazi nella città di Milano, che in questi anni si è dimostrata sempre più dinamica e ricettiva — spiega Niko Romito —. Sono stati anni di grandi soddisfazioni e di grande crescita, per me e tutto il gruppo. Sono felice di quello che abbiamo raggiunto. Saluto il Duomo con dispiacere, ma sono entusiasta per quello che ci aspetta».

I ringraziamenti al team

A margine dell’annuncio, lo chef tristellato ha espresso la propria gratitudine per quanti lo hanno accompagnato in questo percorso: «Ci tengo a ringraziare tutta la squadra che in questi anni mi ha accompagnato in questo percorso così ricco di emozioni, in modo particolare chef Gaia Giordano, Francesco Spina, Fabio Catino, Bruna La Rocca, Marco Valerio Becchetti, che con la loro passione e la loro professionalità hanno dato un contributo essenziale al successo di Spazio. Successo che abbiamo vissuto nelle parole e nell'entusiasmo a tavola dei tanti clienti che insieme a noi hanno amato la cucina, i valori e l'idea gastronomica di Spazio».

Un percorso di crescita

«Sono felice del lavoro fatto, di tutti i ragazzi passati di qui, cresciuti con me e con questo progetto — ha commentato Gaia Giordano —. Credo che abbiamo dato molto a Milano, e Milano ha dato molto a noi: creatività, voglia di mettersi in discussione e di alzare sempre l’asticella»

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