ROBINHO, LA CONDANNA PER STUPRO: «IO ASSOLTO SE FOSSI UN ITALIANO BIANCO»

Arriva un attacco all’Italia da parte di Robinho. L’ex centravanti rossonero è stato condannato dal Tribunale di Milano a (tutto confermato in appello e in Cassazione). La vicenda risale al 2013 (ma la sentenza è poi arrivata nel 2017 e lui non ha mai fatto neanche un giorno di carcere), quando era ancora un giocatore del Milan e viveva nel capoluogo lombardo. Ora accusa l’Italia di essere un Paese razzista: «Sono stanco di vedere le storie di razzismo che avvengono lì. Sfortunatamente tutto ciò continua fino a oggi con le medesime persone che non fanno nulla contro questo tipo di atti. E sono le stesse che mi hanno condannato. Era il 2013 e siamo al 2024. Con la quantità di prove che ho a mia discolpa, senza dubbio non sarei condannato. Se sotto processo ci fosse un italiano o una persona di razza bianca, il discorso sarebbe diverso, sarei stato assolto», ha detto a TV Record.

La decisione su dove scontare la pena

Le sue parole arrivano a pochi giorni da una decisione importante: mercoledì 20 marzo si saprà se dovrà scontare la pena in Brasile o in Italia. Raggiunto da un mandato internazionale d’arresto, il Governo brasiliano ha sempre negato l’estradizione del giocatore. Inoltre, Robinho ha sempre respinto le accuse di violenza: «Era consensuale. Avrei potuto negarlo perché il mio Dna non c’è, ma non sono un bugiardo. Ho prove rilevanti per chiunque, ma non per loro. Per 10 anni ho smesso di essere una persona e sono diventato un altro, ma non sono quel mostro», ha continuato.

Le intercettazioni dello scandalo

Poi è tornato anche sul caso delle , che qualche mese fa avevano fatto scalpore. Erano dialoghi dal tono derisorio tra Robinho e un amico («Ho dormito con lei, ho avuto un rapporto orale e me ne sono andato. Gli altri sono rimasti lì. Se non ha avuto un figlio, è la sua parola contro la nostra. Non può accusarci in alcun modo perché non c’erano telecamere e sarà un po’ difficile dimostrare che è stata violentata se non è incinta. Ma se ha avuto un figlio allora è un problema», la conversazione che aveva fatto divampare tantissime polemiche).

«Quegli audio erano fuori contesto con persone che mi perseguitavano — ha argomentato l’ex calciatore —. Sono stati realizzati un anno dopo i fatti e stavo parlando con persone che non sono affidabili. Molte persone si avvicinano sempre ai calciatori per estorcere denaro. Hanno iniziato con una storia di gravidanza. La mia risata era l’indignazione, non stavo prendendo in giro la ragazza. Il contesto è quello».

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