GIORNATA MONDIALE DELLA LIBERTà DI STAMPA, REPORTER SENZA FRONTIERE: GIORNALISTI SOTTO PRESSIONE

"Un numero crescente di governi e di autorità politiche non svolge il proprio ruolo nel garantire miglior ambiente possibile per il giornalismo e il diritto del pubblico a notizie e informazioni affidabili, indipendenti e diversificate". È questa la preoccupante introduzione che riassume l'esito del nuovo report di Reporter senza frontiere (Rsf) sull'indice della libertà di stampa nel mondo, pubblicato in occasione della giornata mondiale dedicata alla libertà di stampa. 

Nel report viene sottolineato come in media nel mondo siano calati il sostegno e il rispetto per l'autonomia dei media, mentre si evidenzia un aumento delle pressioni da parte dello Stato o di altri attori politici. 

"Una chiara mancanza di volontà politica da parte della comunità internazionale di far rispettare i principi per la protezione dei giornalisti", denuncia Rsf, riferendosi in particolare alla risoluzione 2222 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. 

"Il calo complessivo dell'indicatore politico ha interessato anche il trio in cima all'Indice mondiale della libertà di stampa". La Norvegia è ancora al primo posto ma ha visto diminuire il suo punteggio politico e l'Irlanda(ottavo posto), dove i politici hanno sottoposto i media a intimidazioni giudiziarie, ha ceduto la sua posizione di leader nell'Unione europea alla Danimarca (secondo posto), seguita dalla Svezia (al terzo posto).

Per quanto riguarda i Paesi peggiori per la libertà di stampa, Vietnam, Cina e Corea del Nord, hanno ceduto le loro posizioni a tre Paesi il cui punteggio politico è crollato. Si tratta dell'Afghanistan, che ha perso 44 punti, con i talebani al potere che non di rado perseguitano i giornalisti, della Siria e dell'Eritrea. 

Premio mondiale per la libertà di stampa ai giornalisti palestinesi

Alla vigilia della giornata internazionale della libertà di stampa l'Unesco ha assegnato a tutti i giornalisti palestinesi che seguono la guerra a Gaza il premio mondiale per la libertà di stampa. 

Un forte messaggio di solidarietà a chi sta coprendo questa crisi in condizioni drammatiche, "come umanità abbiamo un enorme debito nei confronti del loro coraggio e del loro impegno per la libertà di espressione" ha commentato il presidente della giuria internazionale di professionisti dei media Mauricio Weibel.  

Sottoposta ai costanti bombardamenti israeliani, la Palestina si colloca al 157esimo posto su 180 Paesi e territori esaminati nell'Indice mondiale della libertà di stampa 2024 di Rsf, ma è tra gli ultimi dieci per quanto riguarda la sicurezza dei giornalisti.

Nella Striscia di Gaza si stima che dall'inizio della guerra, il 7 ottobre scorso, siano morti almeno 97 giornalisti e operatori dei media, quattro risultano dispersi, 16 feriti e almeno 24 sono stati arrestati, secondo quanto riporta l'esito delle indagini preliminari del Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj). Un numero probabilmente destinato a crescere, una volta terminate le indagini. 

Anche Reporter senza frontiere parla di oltre cento vittime tra i giornalisti palestinesi, di cui almeno 22 uccisi mentre svolgevano il loro lavoro. Secondo l'emittente qatariota Al Jazeera invece l'Ufficio stampa di Gaza conta almeno 140 morti dal 7 ottobre scorso, una media di cinque giornalisti uccisi a settimana. 

Nel mondo invece sono 25 i giornalisti uccisi dall'inizio del 2024. 

Libertà di stampa in calo in Italia: perse cinque posizioni rispetto al 2023

Se alcuni gruppi politici alimentano l'odio e la sfiducia nei confronti dei giornalisti insultandoli, screditandoli e minacciandoli, altri stanno orchestrando "un'acquisizione dell'ecosistema mediatico, sia attraverso media di proprietà statale sotto il loro controllo, sia attraverso media privati, tramite acquisizioni da parte di imprenditori alleati", sottolinea Rsf.

È il caso dell'Italia di Giorgia Meloni, che rispetto al 2023 ha perso cinque posizioni nella classifica mondiale sulla libertà di stampa, passando dal 41esimo posto al 46esimo. Dove un membro della coalizione parlamentare al governo, Antonio Angelucci, sta cercando di acquisire la seconda agenzia di stampa del Paese, l'Agi.

Oltre a questo a minacciare la libertà di stampa nel Paese, anche con metodi intimidatori e violenti, ci sono le organizzazioni mafiose, soprattutto nel Sud. I giornalisti italiani denunciano anche i tentativi dei politici di ostacolare la loro libertà di coprire i casi giudiziari attraverso la cosiddetta "legge bavaglio", che si aggiunge alle procedure Slapp, (Strategic Lawsuits Against Public Participation - cause strategiche contro la pubblica partecipazione), azioni legali intentate allo scopo di intimidire e imbavagliare chi parla di questioni di pubblico interesse. "Una pratica comune in Italia", secondo Rsf.

2024-05-03T14:48:14Z dg43tfdfdgfd