GLI EURODEPUTATI CHIEDONO DI SEQUESTRARE I BENI RUSSI CONGELATI

I legislatori dell'Unione europea hanno chiesto il sequestro dei beni statali russi per sostenere l'Ucraina, affermando che i piani esistenti non sono abbastanza ambiziosi

Gli Stati membri stanno già discutendo dei piani per fornire all'Ucraina un pacchetto di aiuti del valore di circa tre miliardi di euro all'anno, utilizzando gli interessi dei capitali della banca centrale russa trattenuti all'interno del blocco europeo.Ma gli eurodeputati vogliono andare oltre, con le controparti statunitensi che stanno ultimando un pacchetto di aiuti da 57 miliardi di euro per il Paese devastato dalla guerra.

"L'Europa deve sequestrare tutti gli asset della Russia e deve farlo ora", ha dichiarato Włodzimierz Cimoszewicz (Polonia/Socialisti e democratici) durante l'ultima sessione del Parlamento europeo in vista delle elezioni di giugno, avvertendo che altrimenti l'Ucraina "potrebbe rimanere semplicemente senza soldi".

A lui si sono aggiunti, da ogni parte politica, gli eurodeputati che ritengono che le misure esistenti, proposte dalla Commissione europea a marzo e attualmente al vaglio dei membri dell'Ue, non vadano abbastanza lontano. "Ogni giorno porta nuovi danni all'Ucraina", ha dichiarato Andrius Kubilius (Lituania/Partito popolare europeo), aggiungendo: "La Russia deve pagare".

L'appello di Josep Borrell: "Va rispettato il diritto internazionale"

La maggior parte dei beni extraterritoriali russi, circa 210 miliardi di euro, sono congelati all'interno dell'Ue, principalmente presso il depositario Euroclear in Belgio

L'Alto rappresentante per gli Affari esteri dell'UeJosep Borrell ha sostenuto che il blocco dovrebbe essere in grado di trarre profitto dalle proprietà russe in modo che l'Ucraina possa difendersi, piuttosto che utilizzare i beni espropriati solo per finanziare la ricostruzione.

Ma ha anche messo in guardia dai problemi legali legati alla confisca su larga scala, facendo eco alle preoccupazioni sollevate da personaggi come Christine Lagarde della Banca centrale europea. "Tutto deve essere fatto nel rispetto del diritto internazionale", ha detto Borrell ai legislatori. "Altrimenti si tratterebbe di due pesi e due misure".

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