IRAN - ISRAELE, LE NOTIZIE IN DIRETTA | IRAN: «SE ISRAELE ATTACCA SIAMO PRONTI A USARE UN'ARMA MAI UTILIZZATA PRIMA». RAID ISRAELIANO NEL SUD DEL LIBANO: UCCISO ESPONENTE HEZBOLLAH

• Nella notte tra sabato 13 e domenica 14 aprile l'Iran ha lanciato contro Israele un attacco con centinaia di droni e missili. Teheran lo ha definito «una risposta all'azione israeliana su Damasco. • L’Iran ha minacciato, martedì, di mettere in campo un’arma «mai usata prima» nel caso di un contrattacco israeliano. Non è chiaro a quale arma si faccia riferimento: di sicuro, però, 9 missili iraniani hanno «bucato»lo scudo israeliano, sabato, e questo - scrive Guido Olimpio —preoccupa Israele. • Perché l’Arabia Saudita ha aiutato Israele contro l’Iran? L'analisi di Federico Rampini. • Intanto continua la guerra tra Israele e Hamas, giunta ormai al 187° giorno: 33.843 i morti a Gaza, 75.933 i feriti dal 7 ottobre .

Ore 23:23 -

Ore 21:50 - Uccisi in un raid altri due miliziani di Hezbollah nel sud Libano

L’Idf ha annunciato di aver «colpito ed eliminato» in un raid aereo nella zona di Kfar Dounine, nel sud del Libano, altri due combattenti di Hezbollah. Si tratta, rende noto l’esercito, di Muhammad Hussein Mustafa Shechory, comandante dell’unità missilistica delle forze Radwan di Hezbollah, che «ha pianificato e promosso lanci di razzi e missili verso il territorio israeliano dalle aree delle regioni centrali e occidentali del Libano». Nell’attacco, aggiunge l’Idf, «è stato eliminato anche Mahmoud Ibrahim Fadel-Allah, un terrorista operativo dell’Unità missilistica e missilistica di Hezbollah». In precedenza l’esercito aveva annunciato di aver eliminato un altro comandante di Hezbollah, Ismail Yusaf Baz, nell’area di Ain Ebel. I miliziani del Partito di Dio libanese hanno confermato la morte di tre loro combattenti, tra cui Yusaf Baz.

Ore 21:24 - Tajani: «Bene situazione stallo Israele, tempo per parlare»

«Il ministro degli Esteri israeliano, con il quale ho avuto un colloquio, mi ha ascoltato attentamente. Credo che il gabinetto di guerra israeliano debba ancora decidere cosa fare sia per quanto riguarda l’Iran, sia per quanto riguarda Rafah. Però è importante che ci sia una situazione di stallo in questo momento, perché con uno stallo c’è sempre tempo per parlare, per dialogare. Se c’è qualche spiraglio dobbiamo certamente utilizzarlo e il G7 a guida italiana sta facendo tutto il possibile per evitare un peggioramento della situazione». Così il ministro degli esteri e vice premier Antonio Tajani a `Cinque minuti´, su Raiuno.

Ore 19:42 - Israele ha deciso come, ma non quando colpire l’Iran

Le forze di difesa israeliane hanno deciso come rispondere all’attacco dell’Iran e dei suoi alleati, ma non ancora quando. Lo hanno detto diverse fonti al Jerusalem Post.

Ore 19:41 - Un altro membro di Hezbollah ucciso in un secondo attacco in Libano

Il gruppo libanese Hezbollah ha riferito della morte di un altro membro dell’organizzazione dopo l’uccisione del comandante della regione costiera. Lo riporta il quotidiano libanese L’Orient Le Jour, precisando che la vittima è stata uccisa nel secondo attacco messo a segno oggi da Israele con droni contro autovetture nel villaggio di Chéhabiye. Nel precedente attacco sempre con droni contro un’auto, compiuto nel villaggio di Ain Baal, è stato ucciso il comandante Ismail Yousef Baz. Secondo il quotidiano sono 277 i membri di Hezbollah uccisi dallo scorso 8 ottobre, di cui 247 in Libano e 30 in Siria.

Ore 19:32 - Gallant discute con Idf i preparativi per l’operazione a Rafah

Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha discusso, in accordo con le decisioni del Gabinetto di guerra, «una serie di misure da prendere in preparazione con le attività programmate dell’Idf a Rafah». L’enfasi - è stato sottolineato - è stata messa «sull’evacuazione dei civili e l’espansione delle attività collegate alla consegna del cibo e dell’equipaggiamento medico a Gaza».

Ore 19:10 - Blinken: «Escalation con Iran non è interesse di Usa e Israele»

Il segretario di Stato Antony Blinken, incontrando oggi un gruppo di leader ebrei americani, ha dichiarato che un’ulteriore escalation con l’Iran non è nell’interesse né degli Stati Uniti né di Israele. A riferirlo è il sito di notizie Axios che ha raggiunto persone presenti all’incontro. Secondo una fonte, Blinken non ha detto che Israele dovrebbe astenersi dal rispondere all’Iran, rimarcando che questa decisione spetta a Israele: «Ma il suo messaggio è stato: sii intelligente, strategico e limitato il più possibile». Il segretario di Stato ha aggiunto che il fatto che la Giordania e l’Arabia Saudita abbiano fatto parte dello sforzo difensivo per respingere l’attacco dell’Iran è stato molto importante e apre opportunità per il futuro. A proposito del rifiuto dell’accordo sul cessate il fuoco e sugli ostaggi da parte di Hamas, Blinken ha sostenuto che i suoi leader pensavano che l’attacco dell’Iran avrebbe provocato un ampio conflitto regionale. Per il segretario di stato, visto il fallimento di un’estensione del conflitto, Hamas dovrebbe tornare al tavolo delle trattative e accettare l’accordo sugli ostaggi.

Ore 18:53 - Crosetto a Gallant: «Non alimentare spirale violenza»

«Oggi, nel manifestare al ministro Gallant la mia amicizia ho ribadito anche le mie preoccupazioni per la possibile evoluzione nella regione medio orientale, già duramente provata. Il superamento di una precisa linea rossa, con l’attacco diretto a Israele, sul suo territorio, inquieta; cionondimeno proprio ora occorre maturità e agire secondo le regole del diritto internazionale per evitare di alimentare la spirale di violenza che ci vedrebbe tutti sconfitti». Così il ministro della Difesa Guido Crosetto che oggi ha sentito il collega israeliano Yoav Gallant.

Ore 18:43 - Erdogan: «Netanyahu è responsabile dell’attacco dell’Iran»

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan accusa il premier israeliano Benyamin Netanyahu di essere «il principale responsabile» per l’attacco dell’Iran contro Israele. «Una guerra regionale non sembra lontana dalla realtà, lo mostrano gli ultimi sviluppi», ha aggiunto il presidente turco, in riferimento alle tensioni tra Iran e Israele, durante un discorso alla nazione dopo una riunione di gabinetto, trasmesso dalla tv di Stato Trt. «La prima persona che deve essere condannata è Netanyahu», ha detto Erdogan, parlando di «doppi standard» da parte dell’Occidente. «Se l’oppressione non finisce a Gaza, l’intera regione sarà esposta al conflitto», ha detto il capo di Stato turco, invitando «il mondo islamico» ad alzare la voce.

Ore 18:34 - Aggiornamento: Iran minaccia, pronti all’uso di armi mai utilizzate

Cresce la pressione internazionale su Israele affinché eviti una risposta forte contro l’Iran che potrebbe far esplodere un conflitto regionale in Medio oriente, mentre Teheran, in caso di attacco israeliano, minaccia di utilizzare «armi mai utilizzate prima». Il gabinetto di guerra israeliano si è riunito per il terzo giorno consecutivo per valutare la risposta dello Stato ebraico all’attacco iraniano di sabato notte, mentre gli Stati Uniti e l’UE valutano la possibilità di nuove sanzioni contro Teheran. Israele risponderà all’attacco dell’Iran «nel momento e nel luogo» che riterrà opportuni, collaborando con gli Stati Uniti «per costruire un’alleanza globale e regionale contro Teheran», ha ribadito il ministro del gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz. Fonti americane a NBC news hanno fatto sapere che gli Usa si aspettano da Israele una risposta limitata: invece di colpire direttamente l’Iran, il che secondo gli alleati di Israele corre il rischio di far entrare la regione in una spirale di guerra totale, le forze dello Stato ebraico potrebbero colpire i `proxies´ dell’Iran, come le sue milizie in Siria o Hezbollah in Libano. Teheran ha fatto sapere comunque che anche un attacco ai suoi interessi al di fuori dell’Iran potrebbe innescare un’escalation. Durante una conversazione telefonica con il leader del Cremlino, Vladimir Putin, il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, ha ribadito che Teheran «risponderà fermamente e in modo più feroce, esteso e doloroso di prima a qualsiasi azione contro gli interessi nazionali». «I sionisti devono sapere che questa volta non avranno 12 giorni e che la risposta che riceveranno non sarà calcolabile in ore o giorni, sarà data in pochi secondi», ha detto il vice ministro degli Esteri iraniano Ali Bagheri Kani in un’intervista alla televisione di Stato. «Siamo pronti a usare un’arma che non abbiamo mai utilizzato prima», ha aggiunto Abolfazl Amouei, portavoce del Comitato di Sicurezza Nazionale del parlamento iraniano, in merito alla risposta a un eventuale attacco di Israele contro Teheran.Sul fronte diplomatico, il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, si è rivolto alla comunità internazionale e ha invitato i suoi omologhi di trentadue paesi, tra cui l’Italia, ad adottare nuove sanzioni contro l’Iran. «Questa mattina ho inviato lettere a 32 paesi e ho parlato con decine di ministri degli Esteri e rappresentanti dei governi di tutto il mondo chiedendo che vengano imposte sanzioni al progetto missilistico iraniano e che il Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica venga incluso nella lista delle organizzazioni terroristiche». Una risposta indiretta a Katz è arrivata dal capo della diplomazia europea, Josep Borrell, secondo cui per classificare le Guardie Rivoluzionarie nella lista delle organizzazioni terroristiche, «è necessario che un’autorità giudiziaria di uno Stato membro ritenga che questa organizzazione abbia commesso un atto terroristico. Per ora non è così», ha detto Borrell a Le Monde. Il segretario al Tesoro americano, Janet Yellen, ha detto che Washington lavorerà con gli alleati per «continuare a interrompere l’attività maligna e destabilizzante del regime iraniano». Secondo il sito di notizie Axios, Yellen farà pressione sugli altri ministri delle finanze internazionali - in visita a Washington per le riunioni annuali di primavera del FMI questa settimana - affinché concentrino i loro governi su possibili sanzioni coordinate. Alle parole di Yellen hanno fatto eco quelle della ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, che ha annunciato un viaggio in Israele per discutere su come prevenire un’escalation delle tensioni nella regione. Baerbock ha aggiunto che l’Europa è pronta a estendere rapidamente le sanzioni contro Teheran, forse entro pochi giorni. «Spero che ora potremo finalmente fare questo passo insieme come UE», ha detto la capa della diplomazia tedesca a Berlino.

Ore 18:30 - Ministro Difesa Israele: «Con attacco fallito Teheran non può esercitare deterrenza

Il lancio di droni e missili effettuato dall’Iran nella notte tra sabato e domenica «e’ fallito», cosi’ come l’obiettivo di deterrenza nei confronti di Israele. Lo ha affermato il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, parlando alle truppe delle Forze di difesa israeliane (Idf) nel nord dello Stato ebraico. «Gli iraniani non saranno in grado di attuare una diversa equazione di deterrenza contro lo Stato di Israele», ha affermato Gallant, aggiungendo: «Gli aerei dell’Aeronautica militare operano ovunque, i cieli del Medio Oriente sono aperti, qualsiasi nemico che combattera’ contro di noi, sapremo come colpirlo ovunque si trovi».

Ore 17:43 - Le sanzioni americane, la risposta europea: cosa si muove per placare Israele

Come si sta muovendo la diplomazia mondiale per evitare che quello tra Israele e Iran si trasformi in un conflitto aperto, scatenando una pericolosissima escalation in Medio Oriente? Da un lato, si muovono gli Stati Uniti: la Segretaria al Tesoro Janet Yellen ha dichiarato che «nei prossimi giorni» gli Usa metteranno in campo sanzioni e lavoreranno con gli alleati per continuare a ostacolare le «attività malvagie e destabilizzanti» dell’Iran. Tutte le opzioni per interrompere il «finanziamento del terrorismo» da parte di Teheran saranno prese in considerazione. Dall’altro lato, si muove l’Europa, con un Consiglio dei ministri degli Affari esteri. Lo scorso autunno, la Germania si è battuta insieme alla Francia e ad altri partner dell’UE per estendere il regime di sanzioni contro l’Iran.

Ore 17:35 - Un nuovo incontro del Gabinetto di guerra israeliano

Per la terza volta in tre giorni, oggi si riunirà il Gabinetto di guerra israeliano: l'obiettivo è quello di continuare il processo di decisione della risposta al primo attacco diretto ricevuto dall'Iran, lo scorso sabato. Mentre le pressioni internazionali cercano di evitare un’ulteriore escalation in Medio Oriente, ieri il capo di stato maggiore israeliano Herzi Halevi aveva promesso che l’attacco di sabato «troverà una risposta». Il viceministro degli Esteri iraniano, Ali Bagheri Kani, ha dichiarato lunedì sera alla T di Stato che la risposta di Teheran a qualsiasi contrattacco israeliano arriverebbe in «una questione di secondi. Non aspetteremo altri 12 giorni per rispondere».

Ore 17:23 - «La risposta più dolorosa di sempre», «Non ne uscirete indenni»: lo scambio di minacce tra Iran e Israele

Mentre continua a crescere la tensione tra Iran e Israele, e il mondo attende di capire quale forma prenderà l’annunciata risposta israeliana all'attacco di sabato sera, i due Paesi si scambiano minacce sempre più pesanti. «Non possiamo restare fermi di fronte a questo tipo di aggressione», ha detto il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari, «l’Iran non uscirà impunito da questa aggressione. Risponderemo al nostro tempo, al nostro posto, nel modo che sceglieremo».A sua volta, nel corso di una telefonata con il presidente russo Vladimir Putin, il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha detto che «l’Iran risponderà a qualsiasi azione contraria ai suoi interessi nella maniera più energica, estesa e dolorosa di sempre».

Ore 16:52 - Hezbollah rivendica l'attacco con missili alla base di Israele Beit Hillel

Il partito sciita libanese filo-iraniano Hezbollah ha confermato di aver lanciato un attacco con missili Katiusha verso la base israeliana di Beit Hillel. Lo si apprende da un comunicato diffuso su un canale Telegram dello stesso movimento libanese, secondo cui l'attacco avrebbe colpito il sistema di difesa israeliano Iron Dome.

Ore 16:50 - Intelligence Usa, Israele prepara attacco «mirato e limitato» nel territorio iraniano

Gli Stati Uniti si aspettano che la risposta di Israele all'attacco sferrato dall'Iran nel fine settimana sarà «di portata limitata». Lo ha detto un funzionario anonimo all'emittente «Cnn», aggiungendo che secondo le agenzie di intelligence Usa Israele starebbe preparando un attacco «mirato e limitato» all'interno del territorio iraniano. Il governo di Benjamin Netanyahu, ha aggiunto la fonte, sente «di dover rispondere in qualche modo, alla luce della portata senza precedenti dell'attacco». Il funzionario ha precisato che Israele non ha fornito dettagli agli Usa in merito alle tempistiche e alla pianificazione dell'operazione.

Ore 16:44 - Mo: lanciati due razzi da Gaza verso Israele

Due razzi sono stati lanciati dal nord della Striscia di Gaza verso il sud di Israele. Lo riferiscono i media israeliani, precisando che le sirene sono scattate nel kibbutz di Nir Am, vicino alla barriera di Gaza.

Ore 16:42 - Iran-Russia: presidente Raisi a omologo Putin, «ruolo distruttivo degli Usa e paesi occidentali»

Il presidente della Repubblica islamica dell'Iran, Ebrahim Raisi, ha avuto un colloquio telefonico con l'omologo della Federazione russa, Vladimir Putin, durante il quale ha condannato il «ruolo distruttivo» degli Stati Uniti e di alcuni paesi occidentali, nonché «l'inerzia e l'inefficienza delle istituzioni internazionali». Lo ha riferito l'agenzia di stampa iraniana «Irna», secondo cui Raisi ha ribadito il diritto all'autodifesa di Teheran, ai sensi dell'articolo 51 della carta delle Nazioni Unite. Il presidente ha aggiunto che l'operazione iraniana «è stata condotta con successo» e ha affermato: «Risponderemo a qualsiasi azione contro gli interessi dell'Iran in modo piu' feroce, esteso e doloroso di prima». Nella notte tra sabato e domenica l'Iran ha lanciato centinaia di droni e missili contro Israele, quasi tutti intercettati dal sistema di difesa dello Stato ebraico. La Repubblica islamica ha riferito che si è trattato di una risposta al raid che lo scorso primo aprile ha colpito il suo consolato a Damasco, uccidendo almeno sette ufficiali del corpo dei Guardiani della rivoluzione islamica (pasdaran). L'attacco è' stato attribuito a Israele, benché Tel Aviv non ne abbia rivendicato la responsabilità.

Ore 16:15 - Gantz: Israele sceglierà come rispondere a Teheran collaborando con Usa

Israele risponderà all’attacco dell’Iran di sabato scorso «nel momento e nel luogo» che riterrà opportuni, collaborando con gli Stati Uniti «per costruire un’alleanza globale e regionale contro Teheran». Lo ha ribadito oggi il ministro del gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz, durante una conferenza organizzata dal quotidiano «Israel Hayom». «L’Iran e’ un problema globale e regionale, e anche una minaccia per Israele», ha affermato Gantz, e ha proseguito: «Per questo il mondo dovrebbe agire militarmente contro Teheran e imporre sanzioni per fermare la sua aggressione». L’ex capo di Stato maggiore delle Forze di difesa di Israele (Idf) ha affermato di aver discusso della questione con alti funzionari dell’amministrazione statunitense e ha confermato che «Israele lavorerà insieme a loro per promuovere questo obiettivo». Gantz ha poi evidenziato come, in questo contesto, «la promozione dei processi di normalizzazione creeranno un’inversione strategica nella regione contro l’asse iraniano».

Ore 15:49 - Manifestazione pro Palestina sul ponte di Brooklyn a New York, diversi arresti

Decine di manifestanti filo-palestinesi hanno bloccato nel tardo pomeriggio di lunedì il ponte di Brooklyn, accendendo razzi in mezzo al traffico e protestando contro il sostegno statunitense ad Israele. Le proteste sono avvenute nel giorno di scadenza di presentazione della dichiarazione dei redditi proprio per trasmettere il messaggio che non si vuole usare le tasse degli americani per finanziare la guerra in Israele. La polizia ha fermato 44 persone, quattro dovranno rispondere di aggressione e resistenza all'arresto. I manifestanti hanno considerato la protesta un atto di disobbedienza civile mirato a chiedere una Palestina libera. Sempre lunedì per le stesse proteste sono stati bloccati gli ingressi dell'aeroporto di Chicago, il traffico sul Golden Gate Bridge di San Francisco e l'autostrada di Oakland, in California.

Ore 15:47 - Ironie sui social iraniani contro il regime di Teheran dopo l'attacco su Israele

«Francamente se avessero lanciato i cetrioli, le vittime sarebbero state di più». Mentre il regime degli ayatollah rivendica il successo dell'operazione, sui social iraniani si sprecano battute e ironie sull'attacco di Teheran a Israele. Come evidenzia il media indipendente Iran International, negli ultimi 45 anni gli iraniani hanno fatto ricorso all'umorismo come stampella per affrontare le difficoltà, dalle conseguenze della rivoluzione islamica ai disagi economici. Come in altri regimi, in una società dove non esiste libertà di parola, di stampa o di riunione l'umorismo e le battute politiche diventano una forma vitale di resistenza. E così dopo la risposta di Teheran di sabato sera, sui social è un fioccare di prese in giro dell'azione militare iraniana tanto da spingere le stazioni televisive statali a provare a reagire per ristabilire la versione ufficiale. «Se aveste gettato i pannolini, almeno Israele sarebbe stato occupato a pulire», è una delle ironie che allude sarcasticamente all'età di molti religiosi sciiti che governano l'Iran. «Sarebbero arrivati prima se avessero preso Snapp», è un'altra battuta che si riferisce ad una popolare app simile a Uber. E ancora: «I droni devono essersi fermati da qualche parte per pregare altrimenti non avrebbero impiegato così tanto tempo».

Ore 15:20 - Raid di Israele nel sud del Libano: ucciso un esponente di Hezbollah

Un raid aereo israeliano compiuto nel sud del Libano ha ucciso oggi un esponente militare di Hezbollah, identificato come Abu Jaafar Baaz. Lo riferiscono media di Beirut, secondo cui l'attacco ha preso di mira l'autovettura su cui Baaz viaggiava nei pressi di Tiro, nella località di Ayn Baal.

Ore 15:01 - Onu: «A Damasco Israele ha violato il diritto internazionale usando la forza armata contro un altro Stato»

Un gruppo di esperti delle Nazioni Unite che lavorano con l'ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) ha affermato che l'attacco israeliano al consolato iraniano a Damasco dell'1 aprile ha violato il diritto internazionale. In un rapporto pubblicato dall'Ocha, riferisce il Guardian, si afferma che «a tutti i paesi è vietato privare arbitrariamente le persone del loro diritto alla vita nelle operazioni militari all'estero, anche nella lotta al terrorismo». Secondo gli esperti dell'Ocha, Israele non ha presentato alcuna prova che l'Iran stesse commettendo direttamente un «attacco armato» contro Israele o inviando gruppi armati non statali per attaccarlo. Inoltre, Israele non ha fornito alcuna giustificazione legale per l'attacco né lo ha segnalato al Consiglio di Sicurezza, come richiesto dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Pertanto, hanno affermato, «l'attacco di Israele ha di conseguenza violato il divieto sull'uso della forza armata contro un altro Stato ai sensi dell'articolo 2, paragrafo 4, della Carta».

Ore 14:58 - Putin all'Iran: «Moderazione e ragionevolezza, scontro avrebbe conseguenze catastrofiche»

Il presidente iraniano Raisi avrebbe fatto sapere al presidente russo Putin che l'attacco di Teheran su Israele è stato limitato e che la Repubblica islamica non è interessata a un'escalation. È quanto ha fatto sapere il Cremlino dopo la telefonata avvenuta martedì: Putin avrebbe espresso la sua speranza che tutte le parti coinvolte dimostrino ragionevolezza e moderazione per evitare un confronto che avrebbe «conseguenze catastrofiche per tutta la regione».

Ore 14:45 - I 9 missili dell’Iran che hanno «bucato» il super scudo: ecco perché Israele teme la minaccia di Teheran

(di Guido Olimpio) Febbraio. I pasdaran organizzano un’esercitazione con uso di sistemi a medio e lungo raggio. Da una zona desertica lanciano quattro Zolfaghar – 700 chilometri di raggio -, tre Haji Qasem (1400 km), altrettanti Kheybar (1450 km), Emad (1750 km) e Ghadr (2000 km). Una tv riprende lo show di forza oggi rammentato da un ricercatore del Wisconsin Projetc. Non è la solita manovra a fuoco, c’è un significato simbolico. I vettori devono colpire un poligono dove sono stati ricostruiti degli hangar a rappresentare la base di Nevatim, nel sud di Israele, installazione che ospita i caccia F35. Poco conta che per il Zolfaghar lo Stato ebraico sia troppo lontano e non è noto se il test invernale sia riuscito, però è più chiaro quanto avvenuto in seguito. (...). Leggi qui l'articolo completo

Ore 14:44 - Hezbollah rivendica l'attacco con droni su Israele

Gli Hezbollah hanno rivendicato l'attacco con droni esplosivi nel nord di Israele.

Ore 14:32 - Due droni armati dal Libano sono esplosi in Israele, 3 feriti

Due droni lanciati dal Libano sono esplosi nelle aree dell'insediamento di Beit Hille, vicino Kiryat Shmona, nel nord di Israele, provocando tre feriti lievi. Lo hanno riferito le Forze di difesa israeliane (Idf), mentre il Times of Israel precisa che le sirene d'allarme non sono scattate.

Ore 14:29 - Iran: «Se Israele attacca siamo pronti a utilizzare un'arma mai utilizzata»

«I sionisti farebbero meglio a comportarsi razionalmente, perché se dovessero intraprendere un'azione militare contro Teheran in risposta all'attacco dell'Iran contro Israele, siamo pronti a usare un'arma che non abbiamo mai usato prima»: lo ha dichiarato il portavoce della Commissione per la sicurezza nazionale del Parlamento Abolfazl Amouei. «Abbiamo piani per tutti gli scenari e agiremo con coraggio. Il nostro messaggio è la pace e allo stesso tempo la preparazione militare dell'Iran», ha aggiunto, citato dall'Irna.

Ore 14:05 - Halevi ringrazia l'omologo britannico per l'aiuto nel fronteggiare l'attacco iraniano

Il capo di Stato maggiore israeliano, Herzi Halevi, ha ringraziato il suo omologo britannico, Sir Antony David Radakin, «per l'assistenza dell'esercito britannico nello sforzo difensivo congiunto per contrastare e intercettare l'attacco iraniano contro Israele nell'operazione `Scudo di Ferro´ ». Lo hanno riferito le Idf in una nota in cui si sottolinea che «la relazione tra i due eserciti ha un'importanza strategica per mantenere la stabilità regionale e la sicurezza in Medio Oriente». Il Regno Unito è stato tra i Paesi che hanno contribuito ad intercettare droni e missili lanciati in grandi quantità dall'Iran verso Israele.

Ore 14:03 - Unrwa: «Nessun cambiamento significativo sulla quantità di aiuti in entrata a Gaza»

L'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha riferito nel suo ultimo aggiornamento sulla situazione a Gaza che la quantità di aiuti che entrano nella Striscia è rimasta relativamente stabile da aprile, con una media di 181 camion che raggiungono quotidianamente l'enclave. Questo volume è di gran lunga inferiore alla capacità operativa dei valichi di frontiera aperti di Gaza e non riesce a soddisfare l'obiettivo dichiarato di Israele di facilitare l'ingresso di 500 camion di aiuti al giorno, ha aggiunto l'Unrwa. Il flusso degli aiuti nel nord di Gaza, dove la fame è presente maggiormente, è particolarmente difficile, con l'Unrwa incapace di raggiungere la zona dal 23 gennaio, ha aggiunto l'agenzia. In tutta Gaza, «l'insicurezza alimentare» è aumentata dell'80% da dicembre.

Ore 13:57 - Baerbock vola in Israele: vedrà Netanyahu e Katz

Il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock sarà nuovamente oggi in Israele, per incontrare il ministro deglli Esteri israeliano Israel Katz ed il premier Benjamin Netanyahu. Il capo della diplomazia di Berlino esprimerà la solidarietà della Germania per l'attacco subito per mano dell'Iran e discuterà di come fermare la crescente spirale di violenza. Al centro dei colloqui anche la necessità di un massiccio aumento delle consegne di aiuti alla popolazione di Gaza e la liberazione degli ostaggi in mano a Hamas.

Ore 13:43 - Easyjet ferma i voli per Tel Aviv fino a ottobre

La compagnia aerea britannica EasyJet ha annunciato la sospensione dei voli per Tel Aviv per i prossimi sei mesi a causa della «situazione in continua evoluzione in Israele». I collegamenti non riprenderanno fino al 23 ottobre, si legge in una nota del vettore low cost. Ieri era stata annunciata una prima sospensione dei voli fino a domenica 21 aprile ma oggi EasyJet ha esteso il periodo in cui non volerà su Tel Aviv.

Ore 13:42 - Giordania: «No a doppie morali, Israele deve fermare la guerra»

«L'Iran deve fermare l'escalation, ma Netanyahu deve dare fine a questa guerra». Lo ha detto il ministro degli Esteri giordano, Ayman Safadi, a Berlino, in conferenza stampa a Berlino con la collega tedesca Annalena Baerbock. «Se vogliamo davvero la pace, non possiamo accettare che vi siano doppie morali» e «standard diversi». «E bisogna arrivare a soluzioni che siano giuste per tutti», ha rimarcato. Safadi ha poi accusato: «Netanyahu usa la fame come arma di guerra. Bambini e donne muoiono di fame. Mancano i medicinali. Questo non può essere accettato» , ha aggiunto a proposito della situazione umanitaria a Gaza.

Ore 13:31 - Unicef, a Gaza ucciso o ferito un bimbo ogni 10 minuti

A causa della guerra tra Israele e Hamas, a Gaza viene ucciso o ferito un bambino ogni 10 minuti. Lo dichiara l’Unicef secondo cui oltre 12mila bambini, quasi 70 al giorno, sono stati feriti dall’inizio dell’attuale conflitto. «Ho lasciato Gaza ieri, dopo esserci stata per due settimane. È stata la mia seconda missione a Gaza quest’anno. Ciò che mi ha colpita di più è stato il numero di bambini feriti. Non solo negli ospedali, ma anche nelle strade, nei loro rifugi improvvisati.Continuano a vivere le loro vite, ormai permanentemente alterate». A raccontarlo è Tess Ingram, Specialista di Comunicazione dell’Unicef.

Ore 13:29 - Israele ringrazia l’esercito Gb per «assistenza» contro l’Iran

Il Capo di stato maggiore dell’Idf Herzi Halevi ha parlato con il suo omologo britannico Sir Antony David Radakin. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui Halevi ha ringraziato Radakin «per l’assistenza dell’esercito britannico nell’operazione difensiva per sventare e intercettare l’attacco iraniano contro Israele».

Ore 13:28 - Berlino vuole nuove sanzioni Ue per Iran su droni

La Germania vuole nuove sanzioni europee sui droni iraniani dopo l’attacco di Teheran contro Israele. Lo ha detto la ministra degli esteri tedesca Annalena Baerbock a Berlino, in conferenza stampa con il collega giordano Ayman Safadi.

Ore 13:23 - Giordania, non accetteremo di diventare terreno di guerra

«L’escalation in corso è molto pericolosa per tutti noi» e «noi non accetteremo che si renda la Giordania un ulteriore terreno di guerra». Lo ha detto il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi oggi a Berlino. «Noi siamo per la pace e l’escalation attuale è molto pericolosa per tutti noi», ha aggiunto sottolineando di mandare «un messaggio molto chiaro sia all’Iran che a Israele».

Ore 13:20 - Oggi nuova riunione del Gabinetto di guerra di Israele

È prevista oggi una nuova riunione del Gabinetto di guerra israeliano - la terza in 3 giorni - per esaminare il dossier Iran e la possibile risposta all’attacco di Teheran di sabato scorso. La riunione, annunciata ieri, avviene mentre sta aumentando la pressione degli Usa e della Comunità internazionale sulla annunciata reazione militare. Il Gabinetto ha già esaminato «diverse opzioni» ognuna delle quali - è stato spiegato - rappresenterebbe «una risposta dolorosa» per gli iraniani. Ma la cornice di queste operazioni - è stato aggiunto - non comporterebbe il rischio di scatenare «una guerra regionale».

Ore 13:19 - Iran, «Houthi cambieranno l’equilibrio a favore di Gaza»

«La resistenza degli Houthi yemeniti a favore dei palestinesi è efficace nell’impedire i crimini del regime sionista e cambierà l’equilibrio a favore del popolo di Gaza». Lo ha affermato il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, facendo riferimento agli attacchi degli Houthi yemeniti, sostenuti da Teheran, contro navi commerciali nel Mar Rosso e contro Israele. «Gli Usa e i Paesi occidentali sono i più grandi profanatori dei Diritti Umani nel mondo quando incoraggiano i sionisti ad aumentare le tensioni nella regione», ha aggiunto Raisi, durante una telefonata con il presidente del Consiglio politico supremo del governo degli Houthi, Mahdi al-Mashat. Secondo quanto riporta Mehr, Al-Mashat da parte sua ha detto che i suoi miliziani sono impegnati a colpire Israele e sostenere Teheran. «L’attacco dell’Iran contro Israele ha ancora una volta onorato la Ummah (comunità) musulmana», ha aggiunto.

Ore 13:13 - Baerbock oggi in Israele, «saldamente al suo fianco»

«Gli alleati di Israele sono saldamente al suo fianco». Lo ha detto a Berlino la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, in conferenza stampa con il collega giordano, dove ha annunciato che volerà oggi stesso di nuovo in Israele, per manifestare ancora la solidarietà tedesca. La ministra ha però sottolineato che parte della missione sarà dedicata all’emergenza di Gaza, dove la gente si trova «in una situazione catastrofica».

Ore 12:51 - Ue: «No ai parallelismi tra la difesa dell'Ucraina e quella di Israele»

«Non farei paralleli tra Israele e Ucraina». Lo ha detto il portavoce del Servizio di Azione Esterna della Commissione Ue a proposito delle parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo l'impegno militare di alcuni alleati nel proteggere Israele dai missili e droni iraniani. «Siamo consapevoli delle esigenze dell'Ucraina e l'alto rappresentante continua il suo lavoro di contatto con i 27 ministri degli Esteri e della Difesa per dare i mezzi a Kiev per difendersi ma alla fine la fornitura degli equipaggiamenti è una decisione degli Stati membri».

Ore 12:49 - «Forte rischio escalation, c'è lo spettro dell'errore tattico»

«Il recente attacco dell'Iran a Israele rappresenta una pericolosa espansione della guerra tra Israele e Hamas e aumenta il rischio di una forte escalation del conflitto». È quanto avverte S&P in un'analisi intitolata "Aumento dei rischi geopolitici per l'espansione del conflitto tra Iran e Israele nonostante la tregua immediata". «La segnalazione» dell'attacco iraniano e «il coordinamento» per la difesa «hanno minimizzato i danni» ed «evitato un conflitto regionale su larga scala», si osserva, aggiungendo che sotto il profilo economico «sebbene gli eventi dello scorso fine settimana segnalino un aumento significativo del rischio geopolitico, la narrativa centrale del nostro scenario di base rimane sostanzialmente invariata, comprese le nostre ipotesi macroeconomiche di base per le principali economie». Tuttavia, avverte l'agenzia di rating, «le nostre aspettative dipenderanno dalla natura e dall'entità della risposta israeliana nei prossimi giorni». «La traiettoria a medio termine rimane rischiosa, date le enormi sfide nel trovare un percorso di de-escalation. Ciò significa che i principali canali di trasmissione che risentono del conflitto e potrebbero influenzare le condizioni di credito continueranno a essere monitorati attentamente. Tra questi, i prezzi dell'energia, le interruzioni della catena di approvvigionamento, la volatilità dei mercati finanziari e la ripresa delle pressioni inflazionistiche, che potrebbero peggiorare se il conflitto raggiungesse un punto di svolta». Da un punto di vista geopolitico comunque «sebbene l'attacco missilistico dell'Iran contro Israele apra una nuova fase, la segnalazione e il coordinamento avanzati sostengono la nostra ipotesi di base che il conflitto non si trasformerà in una vera e propria guerra regionale». Ma «prevediamo piuttosto che la guerra tra Israele e Hamas continuerà senza soluzione fino al 2024, in gran parte circoscritta a Gaza, con una continua pressione su Israele da parte dell'Iran e i paesi vicini a Teheran». C'è però lo spettro dell'errore tattico. «La regione si trova in una situazione di vulnerabilità, incline a un'ulteriore escalation dei conflitti, e non si può escludere la possibilità di un errore di calcolo tattico. Di conseguenza, alla luce del deterioramento del contesto geopolitico, che si aggiunge alle crescenti sfide sul campo di battaglia dell'Ucraina, riteniamo che i rischi di ribasso siano aumentati, il che giustifica una modifica del trend di rischio globale per le tensioni geopolitiche, che passa da invariato a peggioramento», conclude S&P.

Ore 12:48 - Ue: «Possibili discussioni sulle sanzioni all'Iran, ma non ci saranno decisioni»

L'alto rappresentante Ue Josep Borrell ha organizzato la videoconferenza tra i 27 ministri degli Esteri «per discutere i prossimi passi per ridurre le tensioni nella regione». Lo ha precisato un portavoce del Servizio di Azione Esterna della Commissione. «Sulle possibili sanzioni ai danni dell'Iran abbiate pazienza, la questione potrebbe essere affrontata ma si tratta comunque di un consiglio informale e non verranno prese decisioni concrete».

Ore 12:40 - Onu: «Israele cessi il sostegno agli attacchi dei coloni»

«Le forze di sicurezza israeliane devono immediatamente porre fine alla loro partecipazione attiva e al loro sostegno agli attacchi dei coloni contro i palestinesi», in Cisgiordania. Lo ha affermato oggi una portavoce dell'Alto commissariato Onu per i diritti umani esprimendo grave preoccupazione per l'escalation di violenza degli ultimi giorni in Cisgiordania, dove i «palestinesi sono stati oggetto di ondate di attacchi da parte di centinaia di coloni israeliani, spesso accompagnati o sostenuti dalle forze di sicurezza israeliane (ISF)». Israele «deve adottare tutte le misure in suo potere per ripristinare e garantire, per quanto possibile, l'ordine pubblico e la sicurezza nella Cisgiordania occupata», ha detto la portavoce dell'Alto commissariato Onu per i diritti umani Ravina Shamdasani, in un briefing per la stampa.

Ore 12:31 - «Yellen sta preparando nuove sanzioni contro l'Iran»

Il segretario al Tesoro Janet Yellen sta preparando nuove sanzioni contro l'Iran, assicurando che gli Stati Uniti «non esiteranno» a infliggere sanzioni economiche in risposta all'attacco senza precedenti della Repubblica Islamica contro Israele. Lo riporta Axios.

Ore 12:10 - Hamas: «Quasi 34 mila palestinesi morti dall'inizio della guerra»

Almeno 33.843 palestinesi sono stati uccisi e 76.575 feriti negli attacchi israeliani a Gaza dall'inizio della guerra: lo afferma il ministero della Sanità di Hamas. Il ministero ha aggiunto che nelle ultime 24 ore sono state uccise 46 persone e 110 ferite.

Ore 12:07 - Netanyahu: «Vinceremo a Gaza e ci difenderemo altrove»

Gaza «fa parte di un sistema più grande. C'è l'Iran dietro Hamas, dietro Hezbollah, dietro gli altri, ma siamo determinati a vincere lì e a difenderci in tutte le arene». Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu incontrando le nuove reclute dell'Idf. «Gli obiettivi - ha detto secondo il suo ufficio sottolineando «lo spirito» di Israele - sono tre: eliminare Hamas, riavere i rapiti e garantirci che Gaza non costituisca più una minaccia per Israele».

Ore 11:56 - Usa: «Improbabile la risposta diretta di Israele contro il territorio iraniano»

La risposta di Israele sarà probabilmente limitata e potrebbe concentrarsi sul colpire obiettivi chiave al di fuori della repubblica islamica. Lo hanno indicato quattro funzionari statunitensi alla Nbc sottolineando che la valutazione degli Stati Uniti si basa su conversazioni con funzionari israeliani prima dell'attacco e che l'approccio di Israele potrebbe essere cambiato da allora, i funzionari hanno affermato che la mancanza di gravi danni provocati da Teheran potrebbe portare Gerusalemme a cercare una risposta meno aggressiva. Invece di colpire direttamente l'Iran in risposta - cosa che gli alleati di Israele hanno avvertito che rischia di far sprofondare il Medio Oriente in una guerra totale - i funzionari hanno indicato alla Nbc che Israele potrebbe colpire i "proxy" dell'Iran, come le sue milizie in Siria o il gruppo terroristico Hezbollah in Libano. Secondo quanto riportato, gli Stati Uniti si aspettano che Israele fornisca aggiornamenti sulle decisioni prese, ma non intendono prendere parte ad alcuna reazione di ritorsione. Ieri, un reportage - che non ha citato fonti - dell'emittente israeliana Channel 12 ha affermato che il gabinetto di guerra dello stato ebraico ha deciso di colpire «chiaramente e con forza» l'Iran con una risposta volta a inviare il messaggio che Israele «non permetterà che un attacco di tale portata nei suoi confronti passi senza una reazione». Tuttavia, Channel 12 ha aggiunto che Israele non vuole che la sua risposta scateni una guerra regionale o che smembri la coalizione che lo ha aiutato a difendersi dall'attacco iraniano. Ha inoltre sottolineato che lo stato ebraico è determinato a coordinare la sua azione con gli Stati Uniti.

Ore 11:49 - Zelensky polemico: «Israele ha alleati in cielo, non sulla carta»

Il presidente ucraino Voldymyr Zelensky polemizza con gli alleati paragonando l'efficienza della contraerea alzatisi in volo in difesa di Israele con la carenza di missili a Kiev. «È davvero una dimostrazione di ciò che sono gli alleati, non sulla carta, ma nel cielo», ha detto Zelensky aggiungendo che l'Ucraina difende i cieli da sola. Lo riporta Ukrainska Pravda. Gli alleati danno all'Ucraina armi e difese ma «ne abbiamo carenza».«Vi faccio un esempio, molto semplice: alla centrale di Trypilska abbiamo distrutto i primi 7 missili russi ma 4 l'hanno distrutta perché abbiamo esaurito tutti i missili che difendevano la centrale».

Ore 11:42 - L'Idf ha arrestato 23 palestinesi in Cisgiordania: «Confiscata grande quantità di denaro, erano ricercati»

L'esercito israeliano ha arrestato la notte scorsa 23 palestinesi in Cisgiordania che erano ricercati e ha anche confiscato «una grande quantità di denaro dei terroristi». Lo hanno riferito i media. Dall'attacco di Hamas del 7 ottobre, i palestinesi ricercati arrestati in Cisgiordania sono circa 3.700, inclusi più di 1.600 ritenuti affiliati ad Hamas.

Ore 11:28 - Oms: «Più medicine e sostegno all'ospedale arabo di Ah Ahli di Gaza»

Con oltre 100 pazienti, l'ospedale arabo Ah-Ahli, nel nord di Gaza, è così sovraffollato, da essere costretto a usare le panche come letti per i feriti. Lo ha affermato su X il rappresentante dell'Organizzazione Mondiale della Sanità nei territori palestinesi occupati Richard Pepperkorn. La struttura ha urgentemente bisogno di più personale medico, in particolare di quelli specializzati in chirurgia vascolare e ricostruttiva, nonché di più farmaci e anestetici, ha affermato Pepperkorn dopo aver visitato la struttura.

Ore 11:01 - Israele: «In due giorni entrati a Gaza 553 camion di aiuti»

Negli ultimi 2 giorni sono stati 553 i camion di aiuti umanitari entrati nella Striscia dai valichi di Nitzana e Kerem Shalom. Lo ha fatto sapere il Cogat, l'ente di governo israeliano di raccordo con i Territori palestinesi. Inoltre - secondo la stessa fonte - ieri circa 56 pacchi alimentari sono stati lanciati sui punti di distribuzione su tutta la Striscia. Altri 126 camion di aiuti sono poi entrati dal nuovo valico israeliano nel nord della Striscia.

Ore 10:56 - «La Difesa di Israele vuole rispondere ma cresce la pressione internazionale»

L'apparato di difesa israeliano preme per una risposta militare all'attacco dell'Iran e il premier Benyamin Netanyahu sembra deciso ad appoggiarlo. Lo ha detto ad Haaretz una fonte familiare con il dibattito in corso nel Gabinetto di guerra che deve decidere quale risposta dare a Teheran. La stessa fonte ha aggiunto che la forte pressione internazionale su Israele avrà effetti sulla decisione. Secondo le previsioni e proprio in vista di questo aumento della pressione, Haaretz ha sostenuto che se c'è una finestra per compiere l'attacco questa si chiuderà tra pochi giorni.

Ore 10:54 - Il capo della diplomazia di Ankara vedrà i membri di Hamas in Qatar

Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan incontrerà domani funzionari di Hamas a Doha, per discutere della situazione a Gaza e dei negoziati per il cessate il fuoco. Lo riporta la tv di Stato turca Trt, citando fonti diplomatiche. Fidan sarà in visita ufficiale nel Paese e ha in programma un colloquio sulla Palestina e su questioni regionali anche con il premier e ministro degli Esteri del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, fa sapere il ministero degli Esteri di Ankara.

Ore 10:49 - Kirby: «Lavoriamo per aumentare la pressione economica sull'Iran»

«Israele oggi è in una posizione strategica molto più favorevole. L'intento dell'Iran era chiaramente di causare distruzione, infatti è falso he abbia avvertito Israele»

Ore 10:46 - Sunak: «Il G7 sta lavorando a un pacchetto di sanzioni contro l'Iran»

Il G7 sta lavorando a un pacchetto di misure contro l'Iran, «stiamo lavorando in modo urgente con gli alleati per capire quali passi possiamo intraprendere insieme per condannare l'azione dell'Iran. Ho parlato con i leader - ha detto Sunak - siamo uniti nella condanna di questo attacco».

Ore 10:44 - Crosetto: «L'offensiva su Gaza lascerà danni per decenni»

L'offensiva israeliana nella Striscia di Gaza sta «creando ferite che non si rimargineranno per decenni, sempre che bastino i decenni», sottolinea Crosetto. «Israele pensa di non poter coniugare il proprio futuro con l'esistenza di Hamas», ha osservato il ministro spiegando che «l'intenzione di Israele è sradicare completamente» il movimento palestinese e «quello che rimane dei contingenti di Hamas a Rafah». Ma un eventuale attacco dei soldati israeliani nella città della Striscia «alla lunga danneggerà Israele», ha avvertito Crosetto.

Ore 10:35 - L'Iran: «L'attacco a Israele ha rafforzato il nostro peso diplomatico»

Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, ha affermato che l'attacco della Repubblica islamica contro Israele ha rafforzato Teheran a livello regionale e nelle relazioni internazionali, ridefinendo gli equilibri di potere nell'Asia occidentale. In una lettera inviata ai principali capi delle forze armate iraniane, Amirabdollahian ha aggiunto che l'attacco ha rinvigorito il patriottismo e l'orgoglio a livello nazionale tra gli iraniani oltre ad essere stato una risposta alle «azioni maligne» di Israele nella regione, come riferisce Irna.

Ore 10:34 - Tajani: «Pronti all'invio di truppe se nascesse lo Stato palestinese»

«Il nostro compito è scongiurare e tranquillizzare le nostre opinioni pubbliche: il governo italiano è fortemente impegnato per la pace, siamo amici di Israele ma vogliamo lavorare per la pace, compreso l'invio eventuale di truppe qualora si volesse creare uno Stato palestinese con forze di altri paesi». Lo afferma il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante un forum all'Ansa.

Ore 10:27 - Crosetto: «La grande paura di Israele è la bomba atomica»

«Una delle preoccupazioni principali di Israele è l'arricchimento dell'uranio che sta facendo l'Iran per arrivare alla bomba atomica. Israele sa e teme che qualora l'Iran arrivasse alla bomba atomica potrebbe anche usarla e questa è la grande paura di Israele nel confronto con l'Iran». Lo afferma a SkyTg24 il ministro della Difesa Guido Crosetto.

Ore 10:19 - L'appello del Giappone: «L'Iran dia prova di moderazione»

Il ministro degli Esteri giapponese Yoko Kamikawa ha lanciato un appello all'Iran, chiedendo di dare prova di moderazione dopo l'attacco contro Israele durante una telefonata con l'omologo iraniano, Hossein Amirabdollahian. La responsabile della diplomazia di Tokyo ha anche esortato a garantire la sicurezza della navigazione nelle acque della regione.

Ore 10:18 - Tajani incontra i rappresentanti arabi: «Serve moderazione»

Il vicepresidente del Consiglio dei Ministri e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani ha incontrato oggi alla Farnesina i rappresentanti della Lega degli Stati Arabi e dell'Organizzazione per la Cooperazione Islamica, per discutere dei recenti sviluppi della crisi mediorientale. Al centro dell'intervento del vicepresidente Tajani, la volontà di dialogo e stabilità nella regione mediorientale promossa dal Governo italiano, la crisi umanitaria a Gaza e, a fronte del recente attacco con droni e missili sferrato dall'Iran a Israele, la condanna di qualsiasi forma di rappresaglia e aggressione che possa sfociare in una drammatica escalation nella regione mediorientale, a detrimento degli interessi politici, economici e commerciali di tutti i Paesi coinvolti. Un attacco, ha dichiarato Tajani nel ricordare la sua telefonata del 12 aprile con il ministro degli Esteri iraniano Amir Abdollahian, che «desta massima preoccupazione in un contesto di forte escalation, in cui ogni ulteriore atto ostile potrebbe scatenare un più ampio conflitto suscettibile di coinvolgere l'intera regione». In questo quadro di estrema fragilità, ha proseguito Tajani, «l'Italia sta realizzando ogni sforzo per richiamare tutti gli attori della regione alla moderazione, anche in qualità di presidenza del G7». Il ministro Tajani ha quindi sottolineato l'importanza del dialogo e della cooperazione, per favorire il raggiungimento della pace e della stabilità dell'intera regione.

Ore 10:18 - Teheran accusa Londra di avere doppi standard su Israele

Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, ha criticato la Gran Bretagna, accusandola di utilizzare doppi standard, per avere condannato l'attacco dell'Iran contro Israele e nello stesso tempo espresso sostegno per le operazioni dello Stato ebraico a Gaza negli ultimi sei mesi. «Che cosa guadagna il governo britannico da questo sostegno irresponsabile a Israele?», ha chiesto Amiradbollahian all'omologo di Londra, David Cameron, durante una telefonata in cui si è dichiarato sorpreso della condanna della Gran Bretagna sull'attacco di Teheran contro Tel Aviv tra sabato e domenica, che ha definito una legittima reazione al raid contro l'ambasciata iraniana di Damasco. Secondo quanto riporta Tasnim, Cameron ha affermato che l'azione militare iraniana ha aumentato le tensioni nella regione ma nello stesso tempo Londra chiederà a Tel Aviv moderazione affinché la situazione non si ripeta su larga scala.

Ore 10:12 - Crosetto: «Escludo che Israele attacchi i siti di arricchimento dell'uranio, sarebbe un punto di non ritorno»

«Quella sarebbe l'ipotesi estrema, il superamento di un confine da cui non penso ci sarebbe un punto di ritorno ma la escludo categoricamente. Non è interesse di nessuno, nemmeno di Israele, superare un punto che scatenerebbe una guerra globale». Ha affermato a SkyTg24 il ministro della Difesa Guido Crosetto rispondendo alla domanda su una possibile reazione di Israele contro l'Iran attaccando i siti di arricchimento dell'uranio. «Ci sono diverse ipotesi su una possibile reazione di Israele, quella che avrebbe forse minore impatto su una possibile escalation sarebbe quella di colpire i proxy e non direttamente l'Iran, la Siria o il Libano - conclude -. Tra tutte le ipotesi possibili di una reazione israeliana questa è quella forse meno problematica dal punto di vista dell'escalation che sarebbe più probabile se venisse colpito l'Iran sul proprio territorio».

Ore 10:08 - «Buonsenso dietro la richiesta a Israele di non aprire un fronte di guerra ancora più vasto»

La richiesta della comunità internazionale a Israele di «non aprire un fronte di guerra ancora più vasto» con una dura rappresaglia all'Iran rappresenta «un ragionamento di buonsenso», in linea del resto con la posizione degli Stati Uniti. «Washington è stata molto precisa: mentre lo speaker della Camera annunciava un pacchetto di aiuti economico rilevantissimo a Israele, diceva che gli Stati Uniti non entreranno mai in una guerra o in un attacco all'Iran», ha sottolineato Crosetto, «disponibili, come lo sono stati durante l'attacco di domenica, a difendere Israele», visto che «le difese di Israele sono dipese non solo da quelle proprie, ma dall'aiuto più significativo dato dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna, dalla Francia, dalla Giordania». Quindi, ha aggiunto Crosetto, «c'è stato un concorso di Paesi in aiuto di Israele e questo continuerà da parte degli Stati Uniti, ma gli Stati Uniti non appoggeranno nessuna offensiva nei confronti dell'Iran e su questo sono stati chiari. Così come è stata chiara la comunità internazionale con Israele dicendo "evitiamo di aprire un altro conflitto, di aprire un fronte di guerra ancora più vasto". Ma questo mi pare un ragionamento di buonsenso fatto anche nell'interesse di Israele».

Ore 10:06 - «L'attacco dell'Iran non può non avere conseguenze»

«Sarà una decisione della comunità internazionale. Penso che l'attacco dell'Iran non possa non avere conseguenze anche dal punto di vista internazionale». Ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto.

Ore 09:59 - Crosetto: «La Russia non c'entra, l'Iran non ne ha bisogno per alimentare l'odio verso Israele»

«L'Iran non ha bisogno della Russia per alimentare l'odio verso Israele. In questo caso non c'entra la Russia, i droni che attaccano Israele sono gli stessi con cui viene attaccata l'Ucraina perché è l'Iran a fornire i droni».

Ore 09:53 - «Il Mossad in Libano ha ucciso un finanziatore di Hamas»

È stato ucciso da agenti cooptati dai servizi di sicurezza israeliani in Libano Muhammad Srur, sedicente finanziatore di Hamas e vicino agli Hezbollah. Lo riferiscono media di Beirut che citano fonti di intelligence libanesi, secondo cui dalle prime indagini sull'uccisione nei giorni scorsi di Srur in un'abitazione a est di Beirut è emerso che sicari libanesi e siriani hanno ucciso uno dei responsabili del finanziamento di Hamas in Libano tramite gli Hezbollah filo-iraniani. Sabato scorso il ministro degli interni libanesi, Bassam Mawlawi, aveva accusato il Mossad israeliano di essere responsabile dell'uccisione di Srur nella località di Beit Meri.

Ore 09:46 - Crosetto: «Sono convinto ci sarà una reazione di Israele, mi auguro sarà contenuta»

«Sono abbastanza convinto che ci dovrà essere una reazione di Israele ma non penso voglia aprire un ennesimo fronte di conflitto. Penso ci sarà una reazione ma mi auguro sarà contenuta, più tattica». Lo afferma a SkyTg24 il ministro della Difesa Guido Crosetto.

Ore 09:38 - Katz: «Il mondo deve sanzionare l'Iran e dichiarare le Guardie della Rivoluzione un'organizzazione terroristica»

Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha inviato lettere a 32 paesi chiedendo di sanzionare ulteriormente l'Iran e di dichiarare il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica un'organizzazione terroristica. Lo ha scritto il ministro su X, invitando i suoi omologhi a «frenare e indebolire l'Iran. L'Iran deve essere fermato adesso, prima che sia troppo tardi».

Ore 09:37 - Raisi: «La ritorsione contro l'Iran riceverà una risposta dolorosa»

«L'attacco dell'Iran, volto a punire l'aggressore Israele, ha avuto successo e ora annunciamo con decisione che qualsiasi mossa di ritorsione contro l'Iran riceverà una risposta orribile, diffusa e dolorosa»: lo ha dichiarato il presidente iraniano Ebrahim Raisi, durante una conversazione telefonica con l'emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani nella tarda serata di ieri. «L'Onu e il Consiglio di Sicurezza non hanno agito per porre fine ai crimini del regime sionista a Gaza e per condannare l'attacco al consolato iraniano, pertanto l'Iran ha agito contro i siti militari israeliani da cui è stato condotto l'attacco al consolato», ha affermato Raisi. «Il sostegno cieco di alcuni Paesi occidentali al regime sionista ha aggravato la tensione nella regione», ha detto Raisi, invitando gli Stati islamici ad adottare azioni dissuasive contro Israele a Gaza. Secondo Irna, l'emiro del Qatar, durante i colloqui, ha elogiato il «tatto» dell'Iran nell'attuare l'attacco a Israele e ha detto che l'attacco aveva un chiaro messaggio per tutti.

Ore 09:33 - L'Iran avverte Israele: «Non attacchi o risponderemo in pochi secondi»

Nuovo altolà dell'Iran a Israele. «Gli israeliani non devono ripetere l'errore strategico dell'attacco al consolato, altrimenti l'Iran risponderà in pochi secondi», assicura il vice ministro degli Esteri Ali Bagheri. L'alto portavoce delle forze armate Abolfazl Shekarchi ammonisce: «Consigliamo ai leader di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania di essere saggi, di non gettarsi nel fuoco ardente e di smettere di sostenere il regime declinante, terrorista e malvagio di Israele», afferma, come riporta Isna, sostenendo che «se qualcuno si muove oltre il suo limite, l'Iran gli taglierà le gambe con maggiore forza».

Ore 09:28 - Teheran a Pechino: «Non vogliamo l'escalation»

L'Iran vuole dar prova di moderazione e non ha alcuna intenzione di provocare una escalation della situazione in Medio Oriente. Ad assicurarlo al ministro degli Esteri cinese Wang Li è stato l'omologo iraniano Hossein Amir-Abdollahian, nel corso di un colloquio avvenuto ieri sera. Secondo il capo della diplomazia di Teheran, citato oggi dalla Xinhua, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu non ha risposto con la dovuta fermezza all'attacco israeliano contro la sede diplomatica iraniana a Damasco. L'Iran inoltre, ha argomentato, ha il diritto all'autodifesa. Wang ha ribadito la forte condanna della Cina all'attacco, considerato una grave violazione del diritto internazionale. «Si ritiene che l'Iran possa gestire bene la situazione e risparmiare alla regione ulteriori sconvolgimenti pur salvaguardando la propria sovranità e dignità», ha aggiunto Wang, citato dall'agenzia di stampa cinese.

Ore 09:26 - Israele chiede a 32 Paesi di sanzionare il programma missilistico dell'Iran

«Questa mattina ho inviato lettere a 32 Paesi e ho parlato con decine di ministri degli Esteri e personalità di spicco di tutto il mondo, chiedendo che vengano imposte sanzioni al progetto missilistico iraniano e che il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche venga dichiarato organizzazione terroristica, come modo per frenare e indebolire l'Iran». È quanto ha fatto sapere in un post sul social X il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, dopo l'attacco iraniano di sabato contro Israele. «Oltre alla risposta militare al lancio dei missili e dei droni, sto conducendo un'offensiva diplomatica contro l'Iran», ha aggiunto Katz, «l'Iran deve essere fermato ora, prima che sia troppo tardi». Tra i ministri degli Esteri che Katz ha contattato risulta anche quello italiano Antonio Tajani.

Ore 09:11 - L'ambasciatore iraniano: «Abbiamo risposto a un'aggressione»

«L'Iran non ha attaccato, bensì ha risposto a un'aggressione deliberata. L'azione iraniana ha voluto anche essere una punizione per le provocazioni lanciate ripetutamente nel passato dal regime israeliano, basti pensare agli assassini mirati dei nostri scienziati nucleari. Noi abbiamo reagito nel quadro legale contemplato dalle Nazioni Unite, che prevede per i Paesi il diritto all'autodifesa». È quanto dichiara l'ambasciatore iraniano a Roma, Mohammad Reza Sabouri nell'intervista sul . «Abbiamo sempre cercato di controllarci di fronte allo stillicidio negli anni. Ma ci siamo resi conto che la nostra moderazione stava dando i segnali sbagliati. Ecco perché è stata necessaria una risposta commisurata alle azioni sioniste dopo il blitz contro il nostro consolato a Damasco», aggiunge Reza. «Avevamo avvisato tutti i Paesi coinvolti ben 72 ore prima. Abbiamo preso di mira solo basi militari. Ma, se Israele dovesse rispondere, la nostra reazione sarebbe molto più dura», avverte il diplomatico. E alla richiesta di confermare che Teheran stia cercando di evitare l'escalation replica: «Corretto. Per l'Iran il caso è chiuso». Reza respinge l'accusa all'Iran di aver coordinato l'attacco di Hamas del 7 ottobre e, sulla possibilità di accettare una soluzione a due Stati, afferma: «Noi accetteremo tutto ciò che i palestinesi dovessero decidere per il loro futuro».

Ore 09:09 - Israele prepara l’attacco: «Rappresaglia inevitabile»

(di Davide Frattini, corrispondente da Gerusalemme) Gli aerei che avrebbero dovuto lanciare i volantini su Rafah per incitare la popolazione a evacuare restano per ora a terra, le piste di decollo devono essere libere per quando arriverà l’ordine che secondo diverse fonti è «imminente», di sicuro i piani sono già stati visti e rivisti dal consiglio di guerra ristretto. Il premier Benjamin Netanyahu ha chiesto ai generali di «individuare obiettivi significativi in Iran», una «risposta dolorosa» all’attacco tra sabato e domenica notte contro Israele ma cercando di evitare un conflitto regionale. Netanyahu ha detto ai ministri del suo partito, Likud, durante un incontro che Israele risponderà all’attacco iraniano del fine settimana, ma dovrà farlo con saggezza e non di pancia. Aggiungendo che l’Iran «deve aspettare nervosamente senza sapere quando potrebbe arrivare l’attacco, proprio come ha costretto a fare lo stesso a Israele». (...) Leggi qui l'articolo completo

Ore 09:07 - Petraeus: «La reazione di Israele è scontata, ma non ci sia l'escalation»

«Penso che la leadership israeliana valuterà che anche se le difese aeree, dai droni e dai missili (con l'aiuto degli Stati Uniti, del Regno Unito e di altri Paesi) sono state quasi del tutto impeccabili deve rispondere al primo attacco mai perpetrato contro Israele dal territorio iraniano». Lo afferma il generale americano David Petraeus, che ha guidato le forze alleate in Iraq e Afghanistan e diretto la Cia, nell'intervista sul . «L'Iran certamente ha la capacità di lanciare anche un numero più ampio di droni e di missili contro Israele - aggiunge - Tuttavia, non penso che vogliano una ulteriore escalation della situazione, né vogliono che gli altri vedano che Israele è in grado di difendersi contro gli attacchi». Intervistato anche dalla Stampa, Petraeus sostiene che quanto accaduto nella notte tra sabato e domenica «è stata una grande vittoria per Israele, una dimostrazione del successo di un sofisticato e funzionale schema di difesa aerea contro droni e missili. Grazie all'assistenza di britannici e americani l'attacco è stato sventato. Ma sarebbe sbagliato limitarsi a questa considerazione, quanto avvenuto è il primo attacco iraniano sul suolo israeliano. E questo cambia la dinamica».

Ore 09:05 - Divisioni nel gabinetto di guerra di Israele: Netanyahu ora teme l'accelerazione di Gantz

(di Davide Frattini, corrispondente da Gerusalemme) Adesso che le sirene d’allarme tacciono, a farsi sentire sono le parole scambiate nella notte del bombardamento, l’agitarsi di fogli e di opinioni. Chi ha proposto cosa, chi si è opposto, chi ha battuto i pugni sul tavolo per battere subito sull’Iran: il contenuto della riunione viene lasciato trapelare ai telegiornali perché ormai le minute del consiglio di guerra ristretto possono diventare slogan per la campagna elettorale. Così il Canale 12 rivela che Benny Gantz e Gadi Eisenkot, entrambi ex capi di Stato Maggiore, avrebbero insistito per contrattaccare quando lo sciame di droni e le decine di missili stavano ancora volando verso Israele (...).Leggi qui l'articolo completo

Ore 08:47 - Israele: «L'Idf colpisce Hamas nel centro della Striscia»

L'esercito israeliano ha attaccato «decine di infrastrutture terroristiche di Hamas» nel centro della Striscia. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui in raid aerei sono centrati «edifici militari, tunnel e postazioni di lancio» della fazione islamica. Secondo la stessa fonte la 162ma Divisione corazzata ha «attaccato e ucciso numerosi terroristi che stavano avanzando verso i soldati».

Ore 08:45 - Iran: «Non avevamo altra scelta se non quella di punire Israele»

L'inefficacia del Consiglio di Sicurezza dell'Onu nel fermare le azioni israeliane non ha lasciato altra scelta all'Iran se non quella di ricorrere a un'operazione difensiva e punire Israele, ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian. Lo riporta Mehr. Parlando con il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres durante una conversazione telefonica ieri sera, ha aggiunto che l'Iran era in grado di portare a termine l'attacco in un ambito più ampio, ma ha preso di mira solo alcune postazioni militari israeliane, da dove hanno attaccato il consolato iraniano a Damasco. Secondo Mehr, Guterres, da parte sua, ha chiesto alle parti coinvolte nei conflitti regionali una continua moderazione.

Ore 08:42 - «Emirati e Riad hanno dato informazioni sull'attacco iraniano agli Usa»

Secondo il Wall Street Journal, l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti sebbene non abbiano risposto a tutte le richieste degli Stati Uniti nell'organizzazione della risposta all'attacco iraniano di sabato notte, come l'apertura del loro spazio aereo, hanno accettato di trasferire informazioni sia di intelligence che relative ai radar. Alti funzionari statunitensi hanno fatto pressioni sui governi arabi affinché condividessero informazioni sui piani dell'Iran di attaccare Israele, e per assistere nell'intercettazione di droni e missili. Secondo il report, la reazione di alcuni governi arabi è stata cauta per paura che l'aiuto a Israele li coinvolgesse direttamente nel conflitto e li portasse a rischiare ritorsioni da parte di Teheran. Dopo ulteriori colloqui con gli Stati Uniti, gli Emirati Arabi Uniti e l'Arabia Saudita hanno concordato segretamente di condividere l'intelligence, mentre la Giordania ha annunciato che avrebbe consentito l'uso del suo spazio aereo per operazioni di aerei da combattimento statunitensi e di altri Paesi sul suo territorio. Due giorni prima dell'attacco, dicono le fonti, i funzionari iraniani hanno informato Arabia Saudita e di altri stati del Golfo sullo schema e sui tempi dell'attacco, in modo che potessero proteggere il loro spazio aereo.

Ore 08:36 - Borrell: a nessuno interessa una regional war

«Una guerra regionale non è nell’interesse di nessuno, soprattutto dei residenti di Gaza». Lo ha sottolineato in un’intervista al quotidiano francese Le Monde Josep Borrell, dal 2019 Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri. Nell’intervista, l’ex capo della diplomazia spagnola ha riconosciuto i limiti dell’Ue nell’influenzare gli attori coinvolti. Dall’inizio del conflitto tra Israele e Hamas, l’Alto rappresentante ha ripetutamente chiesto un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. «L’Ue ha soltanto forza diplomatica, la sua forza di convinzione», ha detto Borrell a Le Monde, «ed è chiaro che alcuni Paesi membri hanno più influenza su Israele di altri, in particolare la Germania, che ha ottimi rapporti con gli israeliani. Gli americani potrebbero, se volessero, utilizzare altre risorse, in particolare attraverso le loro forniture di armi a Israele. In passato hanno già preso decisioni vincolanti. Ma oggi non credo che vogliano usare le leve a loro disposizione».

Ore 08:13 - Manifestanti israeliani bloccano aiuti verso Gaza

Nella notte manifestanti israeliani hanno impedito per ore il passaggio dei camion di aiuti provenienti dalla Giordania e diretti verso la Striscia di Gaza. Lo ha riferito lo stesso movimento Order 9 dietro il blocco: gli «attivisti» hanno bloccato per sei ore il valico di Allenby, ora dichiarato area militare chiusa, prima che le forze di sicurezza riuscissero a respingerli e a far passare i camion intorno alle 4 del mattino.

Ore 07:51 - L’Iran aveva chiuso i siti nucleari prima dell’attacco

L’Iran aveva chiuso i suoi impianti nucleari domenica, per l’attacco a Israele. Lo ha sottolineato il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Rafael Grossi. Durante una conferenza stampa a margine di una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è stato interrogato sulla possibilità di una rappresaglia israeliana contro le strutture nucleari iraniane. «Quello che posso dirvi», così Grossi, «è che i nostri ispettori in Iran sono stati informati dal governo iraniano che tutti gli impianti nucleari che ispezioniamo ogni giorno sarebbero rimasti chiusi per motivi di sicurezza». La riapertura degli impianti iraniani era fissata per la giornata di ieri.

Ore 07:41 - Cina-Iran, telefonata tra i ministri degli Esteri: «Moderazione»

Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha parlato al telefono con il suo omologo iraniano: secondo l’agenzia di stampa ufficiale cinese Xinhua, Teheran avrebbe di nuovo espresso «desiderio di moderazione» dopo l’attacco senza precedenti al territorio israeliano. Hossein Amir-Abdollahian avrebbe informato Wang della posizione della repubblica islamica sul bombardamento, attribuito allo stato ebraico, di un edificio annesso all’ambasciata iraniana a Damasco, in Siria. Secondo l’agenzia di stampa cinese, il diplomatico iraniano ha ritenuto che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non abbia «dato la risposta necessaria a questo attacco» e che l’Iran abbia il diritto all’autodifesa in risposta alla violazione della sua sovranità. Tuttavia, Amir-Abdollahian ha assicurato che l’Iran ha la «volontà di esercitare moderazione» e non intende contribuire a un’ulteriore escalation delle tensioni.

Ore 07:38 - Israele-Iran, così la diplomazia Usa prova a evitare una rappresaglia armata

Biden ha preso atto del fatto che Benjamin Netanyahu e il governo israeliano «decideranno da soli» come reagire all’Iran. Ma gli Usa vogliono chiudere la questione. La diplomazia americana ed europea ora operano su più fronti: provando a isolare Teheran, coinvolgendo Cina e India, valutando sanzioni. L’analisi di Giuseppe Sarcina qui.

Ore 07:16 - Perché l’Arabia Saudita ha aiutato Israele contro l’Iran

Una parte del mondo arabo ha contribuito alla difesa d’Israele e ha ostacolato l’attacco iraniano. Anche L’Arabia del principe Mohammed bin Salman ha partecipato all’alleanza mettendo da parte le antiche ostilità: è un attore chiave per capire questo posizionamento geopolitico, come spiega Federico Rampini qui.

Ore 06:15 - Cisgiordania, media: 12 palestinesi arrestati in raid Israele

L’agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che almeno 12 giovani palestinesi sono stati arrestati durante raid israeliani effettuati stamattina in Cisgiordania. In particolare — specifica la Wafa — cinque persone sono state fermate nella zona orientale di Jenin, quattro a sud di Qalqilya e tre a Hebron.

Ore 05:34 - Israele-Iran, Austin a Gallant: interesse è stabilità regionale

Il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin afferma di aver parlato ieri con il suo omologo israeliano Yoav Gallant per discutere «delle conseguenze degli attacchi senza precedenti dell’Iran del 13 aprile che le forze statunitensi, israeliane e partner hanno contrastato in un’operazione difensiva combinata». Nella conversazione Austin ha «ribadito il fermo sostegno degli Stati Uniti alla difesa di Israele» e «riaffermato l’interesse condiviso dei due Paesi per la stabilità regionale», spiega lo stesso segretario alla Difesa americano in un post pubblicato oggi sul suo account X.

Ore 04:18 - Cisgiordania, due palestinesi uccisi da coloni israeliani

Due uomini palestinesi di 21 e 30 anni sono stati uccisi e altri tre feriti a colpi d’arma da fuoco da coloni israeliani ad Aqraba, a sud di Nablus, in Cisgiordania: lo rendono noto le autorità locali, citate dai media internazionali. La zona è tesa negli ultimi giorni dopo che un ragazzo israeliano di 14 anni è stato ucciso in quello che Tel Aviv ha definito un «attacco terroristico»: i coloni hanno risposto con aggressioni in numerose comunità palestinesi, nonostante gli appelli dei leader israeliani a non farsi giustizia da soli. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno affermato che a Nablus si è verificato un violento scontro tra civili palestinesi e israeliani, e che le truppe sono intervenute per disperdere la folla. Le Idf hanno specificato che una loro indagine iniziale ha stabilito che i palestinesi rimasti uccisi non sono stati colpiti dal fuoco dell’esercito.

Ore 03:46 - M.O.: Iran rassicura Cina, non vogliamo ulteriore escalation

La Cina ritiene che l’Iran possa «gestire bene la situazione ed evitare ulteriori turbolenze nella regione» mediorientale salvaguardandone al tempo stesso la sovranità e la dignità. È il messaggio che il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha trasmesso al suo omologo iraniano Hossein Amir-Abdollahian, secondo una nota diffusa dall’agenzia ufficiale Xinhua. Amir-Abdollahian ha detto a Wang che l’Iran è consapevole delle tensioni regionali, è disposto a dar prova di moderazione e non ha intenzione di ulteriori escalation, riporta Xinhua.Wang condanna l’attacco israeliano, ringraziando l’Iran per non aver preso di mira i Paesi vicini mentre bombardava Israele. Wang ha anche detto al ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita Faisal bin Farhan Al Saud che la Cina è disposta a collaborare con Riad per evitare un’ulteriore escalation in Medio Oriente. Riad, da parte sua, «si aspetta fortemente» che la Cina svolga un ruolo attivo e importante in questo senso e che è disposta a rafforzare la comunicazione e il coordinamento con Pechino per promuovere un cessate il fuoco immediato e incondizionato a Gaza.

Ore 03:08 - Israele-Iran, Pentagono: rinforzi Usa restano nella regione

Il Pentagono afferma che gli ulteriori squadroni di aerei da caccia americani trasferiti in Medio Oriente per proteggere Israele dall’attacco di domenica da parte dell’Iran rimangono nella regione. Lo riportano i media Usa, citando il portavoce della Difesa americana Pat Ryder. L’ufficiale ha spiegato che alle operazioni hanno partecipato anche i cacciatorpediniere Uss Carney e Uss Arleigh Burke, abbattendo missili dal mare.

Ore 02:43 - Gaza, media: 4 morti in un raid di Israele su Rafah

L’emittente araba Al-Jazeera e l’agenzia di stampa palestinese Wafa riferiscono che quattro persone sono morte e diverse altre rimaste ferite in un attacco israeliano che ha colpito oggi una casa nel quartiere Tal as-Sultan della città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Il bilancio delle vittime nell’enclave palestinese dal 7 ottobre è di almeno 33.797 morti e 76.465 feriti, secondo il Ministero della Sanità locale gestito da Hamas.

Ore 02:38 - M.O.: Aiea teme che Israele colpisca siti nucleare iraniani

L’Aiea teme che Israele prenda di mira gli impianti nucleari iraniani. Teheran ha chiuso domenica i suoi impianti nucleari per «considerazioni di sicurezza», afferma il direttore generale dell’agenzia, Rafael Grossi. Lunedì, mentre riaprivano, ha tenuto lontani gli ispettori «finché non avremo la prova che la situazione è completamente calma» ha riportato il Times of Israel citando Reuters. «Riprenderemo domani», ha detto Grossi ai giornalisti a New York. «Ciò non ha avuto alcun impatto sulla nostra attività di ispezione». Alla domanda sulla possibilità di un attacco israeliano agli impianti nucleari iraniani, Grossi ha risposto che «c’è sempre preoccupazione per questa possibilità» e ha esortato alla «massima moderazione».

Ore 01:45 - Giordania ha concesso spazio aereo a Israele in attacco Iran

La Giordania ha consentito agli aerei da combattimento di Israele di entrare nel suo spazio aereo per abbattere missili e droni lanciati dall’Iran domenica, riferisce Nbc News citando un ufficiale dell’Aeronautica militare israeliana (Iaf). «Per affrontare qualcosa che viene da est, dobbiamo volare da qualche parte a est di Israele. Ed è stato fatto in coordinamento», ha detto la fonte dell’emittente Usa.

Ore 23:56 - Iran, aggressione da Israele troverà risposta più forte

Il portavoce delle forze armate iraniane ha scritto su X un post ripreso da Haaretz che l’Iran «non cerca di espandere la guerra, ma taglieremo ogni mano che attacca il nostro Paese». Il post aggiunge che «qualsiasi aggressione da parte di Israele o dei suoi sostenitori incontrerà una risposta più forte di prima».

Ore 22:44 - Media: difese aeree iraniane in massima allerta

Israele risponderà all’attacco dell’Iran. Lo ha detto il capo di stato maggiore dell’esercito Herzi Halevi parlando nella base dell’aviazione di Nevatim, uno degli obiettivi dei droni e dei missili di Teheran sabato scorso. «Il lancio di così tanti droni e missili nel territorio israeliano - ha detto - avrà la sua risposta». In serata le difese aeree dell’Iran sono state poste in stato di massima allerta, in previsione di un possibile attacco israeliano che potrebbe essere «imminente».

Ore 22:11 - Colpiti 2 edifici militari Hezbollah nel sud del Libano

L’esercito israeliano annuncia che aerei da combattimento israeliani hanno attaccato un edificio militare dove alloggiava il personale di Hezbollah nella zona di Meiss Ej Jabal, nel sud del Libano. Un’altra struttura militare è stata attaccata nella zona di Tayr Harfa. Lo riporta Haaretz.

Ore 22:05 - Netanyahu: Iran dovrà aspettare nervosamente nostra risposta

L’Iran dovrà aspettare «nervosamente senza sapere quando potrebbe arrivare l’attacco, proprio come ha fatto fare lo stesso a Israele». Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu ad una riunione dei ministri del Likud. Poi ha aggiunto - secondo la stesse fonti - «Israele risponderà all’attacco dell’Iran ma lo farà in maniera saggia e non di pancia».Il primo ministro israeliano ha poi invitato la comunità internazionale a «rimanere unita» di fronte all’«aggressione iraniana, che minaccia la pace nel mondo», dopo l’attacco con missili e droni lanciato dall’Iran contro Israele. «La comunità internazionale deve rimanere unita per resistere a questa aggressione iraniana, che minaccia la pace nel mondo», ha scritto il primo ministro in un messaggio trasmesso su X. Ha accolto con favore «il sostegno degli Stati Uniti, della Gran Bretagna, della Francia e altri paesi per contrastare l’attacco iraniano».

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