IRAN - ISRAELE, LE NOTIZIE IN DIRETTA | NETANYAHU A BAERBOCK E CAMERON: «FAREMO TUTTO QUELLO CHE è NECESSARIO PER DIFENDERCI»

• Nella notte tra sabato 13 e domenica 14 aprile l'Iran ha lanciato contro Israele un attacco con centinaia di droni e missili. Teheran lo ha definito «una risposta» all'azione israeliana su Damasco. • L’accusa di Erdogan: «Netanyahu è responsabile dell’attacco dell’Iran» • Teheran ha minacciato, ieri, di mettere in campo un’arma «mai usata prima» nel caso di un contrattacco israeliano. Non è chiaro a quale arma si faccia riferimento: di sicuro, però, 9 missili iraniani hanno «bucato»lo scudo israeliano, sabato, e questo - scrive Guido Olimpio - preoccupa Israele. • Perché l’Arabia Saudita ha aiutato Israele contro l’Iran? L'analisi di Federico Rampini. • Intanto continua la guerra tra Israele e Hamas, giunta ormai al 188° giorno: 33.899 i morti a Gaza, 75.933 i feriti dal 7 ottobre.

Ore 17:52 - G7: accordo di massima su sanzioni contro individui in Iran

All'interno del G7 c'è un accordo di massima sulla necessità di imporre nuove sanzioni all'Iran per l'attacco contro Israele. Le misure restrittive, riferiscono fonti della Farnesina, andrebbero a colpire individui e personaggi che contribuiscono alla catena di rifornimento dei droni e dei missili balistici utilizzati in Ucraina, dagli Houthi nel Mar Rosso e contro Israele, che è la stessa catena di comando che li fornisce alla Russia e ai proxy di Teheran nella regione. Dal G7 che si riunisce a Capri arriverebbe un messaggio `politico´, un auspicio rivolto alla comunità internazionale. L'indicazione dovrebbe poi essere tradotta sul campo dai singoli Paesi, come nel caso degli Stati Uniti e del Regno Unito, e dall'Ue.

Ore 17:49 - Usa, Biden su Wsj: «Non è il momento di abbandonare i nostri amici»

È necessario che il Congresso degli Stati Uniti adotti nuovi progetti di aiuto per l'Ucraina e Israele. Lo ha sottolineato il presidente americano Joe Biden in un forum pubblicato sul Wall Street Journal. «Ma anche se questi due Paesi sono in grado di difendere la propria sovranità, dipendono dagli aiuti americani per farlo, soprattutto in termini di armamenti. E questo è un momento cruciale», ha scritto il presidente dopo che il leader repubblicano della Camera dei Rappresentanti ha annunciato che testi separati sugli aiuti agli alleati ucraini e israeliani saranno sottoposti a voto nel corso della settimana. E ha aggiunto: «Vladimir Putin sta intensificando la sua offensiva con l'aiuto dei suoi amici. La Cina sta fornendo alla Russia microelettronica e attrezzature essenziali per la produzione di difesa. L'Iran sta inviando centinaia di droni; la Corea del Nord sta fornendo artiglieria e missili balistici. L'Ucraina, a corto di munizioni, sta perdendo il territorio che aveva riconquistato».

Ore 17:46 - Usa: Johnson va avanti su aiuti ad Israele, sabato il voto in aula

Il presidente della Camera dei rappresentanti, il repubblicano Mike Johnson, ha ribadito di essere determinato ad organizzare un voto in aula su diversi pacchetti separati per gli aiuti ad Ucraina, Israele e Taiwan, nonostante l'opposizione degli esponenti conservatori del suo partito. Lo riferisce l'emittente «Cnn». In una comunicazione ai parlamentari, Johnson ha affermato che il voto avrà luogo nella serata di sabato.

Ore 17:44 - Human Rights Watch: i militari di Israele complici dei coloni contro i Palestinesi

Un rapporto dell'organizzazione non governativa Human Rights Watch, pubblicato mercoledì, ha rilevato che l'esercito israeliano «ha preso parte o non ha protetto» i palestinesi dalla violenza dei coloni nella Cisgiordania. Nel report si legge che «coloni armati, con la partecipazione attiva di unità dell'esercito, hanno ripetutamente tagliato l'accesso stradale e hanno fatto irruzione nelle comunità palestinesi». Inoltre i coloni hanno anche «detenuto, aggredito e torturato» i residenti, scacciandoli dalle loro case sotto la minaccia delle armi. A testimoniarlo sono stati oltre 25 palestinesi, accompagnati da video che provano le violenze.

Ore 17:24 - Israele: 14 soldati tra i 18 feriti in attacco Hezbollah

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno riferito che ci sono 14 soldati tra i 18 feriti nell'attacco lanciato dal gruppo libanese Hezbollah contro Arab al-Aramshe, nel nord di Israele. Sei soldati sono rimasti gravemente feriti, due sono in condizioni moderate e altri sei hanno ferite lievi. Tutti sono ricoverati al Galilee Medical Center di Nahariya. Lo riporta il Times of Israel. Hezbollah ha lanciato un drone che si è schiantato contro un centro comunitario ad Arab al-Aramshe. Sebbene la città sia stata in gran parte evacuata, i soldati israeliani sono di stanza lì e potrebbero aver utilizzato l'edificio come spazio di ritrovo.

Ore 17:12 - Mattarella: «Rischio che il conflitto in Medio Oriente si allarghi è molto presente»

«Abbiamo parlato della drammatica crisi umanitaria a Gaza, del rischio che il conflitto si allarghi: rischio che è drammaticamente presente. E abbiamo parlato dell'unica soluzione possibile che è quella dei `due stati e due popoli´. «Bisogna trovare una strada per definire una condizione stabile di pace». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando a Sofia al termine di un colloquio con il presidente bulgaro Rumen Radev.

Ore 17:08 - Tajani: «il G7 lavora per la de-escalation»

«Il G7 è orientato a cercare di costruire una pace con una de-escalation dopo l'attacco missilistico iraniano a Israele. Ieri ne ho parlato a lungo con il ministro degli Esteri di Israele. Ne parlerò anche con Antony Blinken», stasera, prima dell'inizio dei lavori del vertice a Capri. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani parlando con i giornalisti. «Israele ha ottenuto una vittoria militare» neutralizzando l'attacco dell'Iran, «ora bisogna vedere che tipo di reazione ci sarà» da parte dello Stato ebraico. «Noi ci auguriamo che prevalga sempre la prudenza», ha aggiunto Tajani.

Ore 16:33 - Il gabinetto israeliano approva un piano da 5 miliardi per rafforzare le comunità vicino alla Striscia di Gaza

Il gabinetto israeliano mercoledì ha approvato un piano quinquennale da 19 miliardi di shekel (5 miliardi di dollari) per ricostruire e rafforzare le comunità vicino al confine di Gaza dopo l'attentato del 7 ottobre da parte di militanti di Hamas, ha riferito l'Ufficio del Primo Ministro. Il presidente Benjamin Netanyahu ha detto che Israele investirà i fondi per l’edilizia abitativa, le infrastrutture, l’istruzione, l’occupazione, sanità e altri settori. «I terroristi di Hamas volevano sradicarci, ma noi sradicheremo loro e approfondiremo le nostre radici», ha detto in una nota. «Costruiremo la Terra d'Israele e proteggeremo il nostro Paese». Il suo ufficio ha affermato che le comunità locali lavoreranno con il governo ministeri, e insieme al settore imprenditoriale e alla filantropia, porteranno la regione ad essere «un'area vitale, fiorente ed attrattiva».

Ore 16:30 - Tajani: «Con il G7 lavoriamo a sanzioni contro l'Iran»

«Noi lavoreremo per cercare insieme di infliggere sanzioni all'Iran. Vedremo se si potrà trovare una soluzione, e che tipo di sanzioni». Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Capri per il G7 Esteri. «Ieri durante la riunione dei ministri degli Esteri dell'Unione europea l'orientamento dell'Ue era quello di dare sanzioni a chi dava missili e droni che poi venivano lanciati contro l'Ucraina, contro Israele o i mercantili nel Mar Rosso. Vediamo», ha aggiunto.

Ore 16:06 - Iran, il comandante dell'esercito: forze armate in allerta per potenziale contrattacco Israele

Le forze armate dell'Iran sono in stato di allerta, dopo che Israele ha annunciato che ci sarà una risposta all'attacco condotto da Teheran contro lo Stato ebraico nella notte tra il 13 e 14 aprile. Lo ha affermato il comandante in capo dell'esercito Abdolrahim Mousavi, a margine della parata militare tenutasi oggi nella capitale iraniana per celebrare la giornata nazionale delle forze armate, secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa Mehr. Il generale ha ribadito che «qualsiasi atto di aggressione contro gli interessi dell'Iran scatenerà la feroce risposta del Paese in modo tale che l'aggressore si pentirà della sua mossa» e ha aggiunto che «Teheran è pronto a rispondere con armi più potenti di quelle usate finora».

Ore 15:50 - Il ministro degli Esteri del Libano: «La vendetta porterà a una guerra più ampia»

«Qualsiasi tipo di vendetta porterà probabilmente a una guerra più ampia. E quindi Libano, Siria e Giordania potrebbero essere nei guai»: così ha risposto il ministro degli Esteri libanese, Abdallah Bou Habib, a una domanda sulla determinazione di Israele a rispondere all'attacco iraniano di sabato scorso. Nel corso dell'intervista rilasciata a SkyNews, interpellato sul sostegno di Hezbollah all'attacco iraniano, Habib ha quindi aggiunto: «Non lo accogliamo con favore nè denunciamo l'attacco, perché è stato Israele a iniziare». Poi ha rimarcato: «Non avremo influenza su Hezbollah fino a quando ci saranno scontri tra loro e gli israeliani e se dobbiamo scegliere allora sosteniamo Hezbollah». Per il ministro la soluzione dei due Stati rappresenta «la soluzione alla maggior parte dei problemi in Medio Oriente».

Ore 14:45 - Netanyahu: «Israele si riserva diritto autodifesa dopo attacco Iran»

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha incontrato i ministri degli Esteri tedesco Annalena Baerbock e britannico David Cameron in visita a Gerusalemme e ha ribadito che Israele si riserva il diritto all'autodifesa in seguito all'attacco missilistico e di droni iraniani. «Voglio che sia chiaro, prenderemo le nostre decisioni e lo Stato di Israele farà tutto il necessario per difendersi», ha affermato. Netanyahu ha ringraziato i ministri per il loro sostegno «senza precedenti» nella difesa dall'attacco di Teheran, si legge in una nota su X del suo ufficio. Li ha inoltre informati sulla portata degli aiuti umanitari che entrano a Gaza, si legge nella dichiarazione, e ha respinto completamente le affermazioni delle organizzazioni internazionali secondo cui a Gaza si soffra la fame.

Ore 14:33 - Von der Leyen: «L'attacco dell'Iran è una virata verso lo scontro aperto»

L'attacco dell'Iran contro Israele «segna uno spostamento verso uno scontro aperto. E ci mostra la natura della guerra moderna. Le armi utilizzate erano di gran lunga maggiori in numero e potenza di fuoco rispetto a quelle precedentemente impiegate dai delegati dell'Iran». Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento al Summit sulla sicurezza e la difesa europea. «La seconda questione riguarda la natura della difesa. È davvero notevole la rapidità e l'efficacia con cui i sistemi di difesa sono stati in grado di intercettare praticamente ogni singolo drone e missile. Ma non è un miracolo. Mostra piuttosto il valore reale di investimenti coerenti a lungo termine in capacità e tecnologie di difesa avanzate. E soprattutto dimostra il valore della costruzione di partenariati e della cooperazione con gli alleati. Il ruolo centrale di Stati Uniti, Regno Unito, Francia e altri non dovrebbe essere sottovalutato. E non dovrebbe nemmeno essere considerato il ruolo dei paesi arabi nella regione nell'evitare un danno ben più grande», ha aggiunto.

Ore 14:25 - I Paesi Baltici: «Bisogna aiutare Israele ma non dimenticare l'Ucraina»

«Stiamo affrontando varie crisi dal cui esito dipenderà il nostro futuro: le decisioni che prenderemo ora dimostreranno se realmente abbiamo a cuore l'ordine mondiale basato sulla certezza del diritto». Lo ha detto il cancelliere del ministero degli Esteri estone, Jonatan Vsevios, intervenendo al vertice dei ministri degli Esteri dell'Ue, tenutosi ieri in videoconferenza. Vseviov ha sottolineato che quanto successo negli ultimi giorni in Medioriente non solo deve portare all'imposizione di nuove sanzioni contro Teheran, ma dimostra chiaramente l'importanza di fornire all'Ucraina droni e razzi per difendersi dagli attacchi della Russia, proprio come fatto da Israele nei confronti dell'Iran. Un invito a non dimenticare l'Ucraina è arrivato anche dal segretario di stato agli Esteri lettone, Andris Pelss, che ha invitato a fornire tutto il supporto necessario a Israele senza però allentare l'aiuto militare a Kiev.

Ore 14:23 - «13 feriti in Galilea, quattro sono gravi»

È salito ad almeno 13 feriti, di cui 4 gravi il bilancio dell'attacco degli Hezbollah nella cittadina di Arab al-Aramashe in Galilea, nel nord di Israele. Lo hanno fatto sapere i Servizi di pronto soccorso citati dai media.

Ore 14:14 - Israele: «7 feriti in Galilea». L'Idf attacca in Libano: «Colpito un complesso militare Hezbollah»

che ha provocato 7 feriti, di cui due gravi, l'Idf ha colpito «le fonti del fuoco» oltre confine. Aerei dell'aviazione - ha detto il portavoce - hanno centrato «un complesso militare Hezbollah nell'area di Ayta ash Shab nel Libano del sud da dove i terroristi stavano operando».

Ore 13:54 - Netanyahu alla Gran Bretagna e alla Germania: «Abbiamo il diritto all'autodifesa»

«Israele si riserva il diritto all'autodifesa». Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu incontrando i ministri degli Esteri di Gb e Germania che ha ringraziato per il loro sostegno «inequivoco» allo Stato ebraico e per la posizione dei loro rispettivi Paesi nella difesa contro l'attacco senza precedenti dell'Iran a Israele. In precedenza sia Cameron sia Baerbock avevano chiesto di evitare escalation con Teheran. Netanyahu - secondo una nota del suo ufficio - ha poi illustrato a Cameron e Baerbock «la portata degli aiuti umanitari» a Gaza e «la continuazione dei combattimenti» nella Striscia. Netanyahu ha quindi respinto «le affermazioni delle organizzazioni internazionali sulla fame a Gaza».

Ore 13:46 - Iran: «Il sequestro della nave collegata a Israele è un'azione di ritorsione»

Il vicepresidente iraniano per gli affari legali Mohammad Dehghan ha descritto il sequestro della nave collegata a Israele avvenuto la settimana scorsa come una «azione di ritorsione». Lo riporta l'agenzia iraniana Irna. Membri della Forza navale speciale del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica iraniana hanno sequestrato 4 giorni fa la nave portacontainer Mcs Aries, atterrando con un elicottero sul ponte della nave e dirottandola successivamente verso le acque territoriali dell'Iran. Si è trattato di un'operazione di ritorsione contro le azioni degli Stati Uniti e del regime sionista, ha precisato Dehghan, aggiungendo che le sue azioni sono state la causa principale delle reazioni dell'Iran.

Ore 13:45 - Il capo dell'esercito iraniano: «Pronti a una risposta con armi più letali»

Il comandante in capo dell'esercito iraniano Abdolrahim Mousavi ha affermato che qualsiasi aggressione contro gli interessi dell'Iran incontrerà una «risposta ferma con armi più letali che farà pentire». Lo riporta il Guardian. «Siamo pronti a combattere possibili atti malvagi, e ciò che abbiamo mostrato oggi in tutto il Paese era una piccola parte delle nostre capacità», ha detto Mousavi ai giornalisti a margine della parata dell'esercito iraniano durante la Giornata Nazionale dell'Esercito.

Ore 13:41 - Attacco a Damasco, un errore di valutazione?

(di Guido Olimpio) Un errore di valutazione dell’intelligence militare israeliana. Alcuni osservatori, raccogliendo indiscrezioni di buona fonte, sostengono che Gerusalemme, quando ha ucciso gli alti ufficiali dei pasdaran a Damasco il primo aprile, non si aspettava una reazione veemente e ampia da parte di Teheran. Alcuni punti... • Il Mossad è stato consultato ma senza entrare nei dettagli, in particolare non lo avrebbero informato che sarebbe stato colpito un’estensione del consolato. • Ci si è basati sul passato: in altre occasioni gli ayatollah hanno risposto in modo più defilato o coperto, senza rischiare di venire risucchiati da un conflitto totale. • Dopo la sorpresa di Hamas del 7 ottobre i rapporti tra servizi, gerarchie militari e politica, sono tesi; ognuno cerca di difendersi da accuse di non aver previsto il peggio. Nel timore di nuovi raid da parte di Tel Aviv i pasdaran avrebbero lasciato alcune delle loro basi in Siria: lo scrive il Wall Street Journal, di solito bene informato. Tra le varie opzioni del’IDF ci sarebbe infatti quella di attaccare obiettivi non in Iran ma all’estero. Anche qui, come sopra: può essere vero oppure sono cortine fumogene. Nel frattempo gli israeliani hanno eliminato nelle ultime ore alcuni comandanti dell’Hezbollah in Libano. Tutti le analisi nella newsletter AMERICA | CINA del Corriere della Sera

Ore 13:35 - Haniyeh in Turchia nel fine settimana per vedere Erdogan

Ismail Haniyeh, leader politico del gruppo islamico radicale palestinese Hamas, si recherà in Turchia nel fine settimana per avere colloqui con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Lo ha indicato l'emittente Ntv. «Ospiterò il leader della causa palestinese nel fine settimana. Discuteremo una serie di questioni», ha detto Erdogan ai parlamentari del suo partito AK in parlamento, definendo ancora una volta Hamas un «movimento di liberazione».

Ore 13:27 - Raisi: «Sconfitta falsa egemonia regime sionista, nostra azione limitata e saggia»

L'aattacco contro Israele di sabato notte «ha sconfitto la falsa egemonia del regime sionista» in Medio Oriente. Il presidente iraniano Ebrahim Raisi è tornato a rivendicare «il successo» dell'azione di Teheran parlando in occasione di una parata militare. «Oggi non solo noi, ma anche i popoli della regione e del mondo, sono consapevoli dell'autorità delle Forze armate iraniane. Il mondo ha visto che dopo l'operazione `Diluvio di Al Aqsa´ - ha detto, in un riferimento all'attacco del 7 ottobre - la `Vera Promessa´ ha abbattuto la falsa egemonia del regime sionista». Secondo Raisi, «i Guardiani della rivoluzione e l'Esercito hanno punito il regime sionista con un'azione razionale, saggia, calcolata e precisa». E quell'azione, ha continuato, «è stata una dichiarazione al mondo intero, in particolare agli americani e agli altri alleati del regime sionista», secondo cui «la grande nazione iraniana è pronta e le Forze Armate hanno la competenza, l'equipaggiamento, la fede e il potere» per agire. Il presidente iraniano ha poi insistito sul fatto che l'operazione `Vera promessa´ è stata «limitata: se fosse stata concepita per essere completa ed estesa, coloro che sostengono il regime sionista avrebbero visto che non ne sarebbe rimasto nulla». E quindi è tornato ad avvertire che una risposta di Israele farà sì «il regime sionista e i suoi sostenitori scopriranno una potenza nascosta contro la quale non potranno fare nulla».

Ore 13:27 - Cameron: « È chiaro che Israele sta decidendo di attaccare»

«È chiaro che gli israeliani stanno prendendo la decisione di agire», dopo l'attacco missilistico e di droni dell'Iran. Lo afferma il ministro degli Esteri inglese David Cameron in dichiarazioni alla stampa durante la sua visita in Israele. Lo riporta il Guardian. Cameron ha aggiunto che il Regno Unito «spera si faccia in modo che si aggravi il meno possibile la situazione».

Ore 13:08 - Al Jazeera: la posizione degli Usa nei negoziati ha portato a uno stallo nelle trattative

La posizione assunta dagli Stati Uniti nelle trattative tra Hamas e Israele avrebbe portato ad una crisi nei negoziati sulla tregua di Gaza. A rivelarlo è una fonte importante di Hamas citata dall'emittente qatariota «Al Jazeera». Secondo la fonte «il continuo declino americano delle sue proposte, sbilanciato a favore di Israele, ha portato a una crisi nei negoziati sull'accordo di scambio. Il comportamento Usa non porterà a un accordo, ma piuttosto aumenterà lo stato di escalation e porterà a ulteriori spargimenti di sangue». Il gruppo di Hamas ha «presentato una visione per l'accordo basata sul documento dei mediatori, compreso Washington, basato sul secondo documento di Parigi. Dopo il rifiuto di questo documento da parte di Israele, Washington ha fatto marcia indietro e ha presentato un documento che adottava pienamente la posizione israeliana», ha concluso.

Ore 12:42 - Haaretz: colpito il Nord di Israele, sei feriti vicino al confine con il Libano

Almeno sei persone sono rimaste ferite in un attacco nel nord di Israele, vicino al confine con il Libano. Lo riporta Haaretz, precisando che uno dei feriti è grave. Secondo il Times of Israel, l'attacco ha colpito un edificio nella comunità di Arab al-Aramshe. Il quotidiano ha sottolineato che non sono scattate le sirene di allarme.

Ore 12:35 - Erdogan: «Leader di Hamas in Turchia nel weekend»

«Durante il fine settimana, il leader della causa palestinese visiterà la Turchia». Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in un discorso al gruppo parlamentare del suo partito Akp, trasmesso dalla tv di Stato Trt. «Hamas non è un'organizzazione terroristica», ha ribadito Erdogan durante il suo discorso. «Lo Stato terrorista di Israele è coinvolto in azioni inumane a Gaza, Israele è sostenuta dall'Occidente senza condizioni», ha aggiunto il leader turco, affermando che lo Stato ebraico ha «superato Adolf Hitler» con le operazioni militari in corso dopo il 7 ottobre.

Ore 12:04 - Cremlino: «La Russia è in contatto con Israele e con l'Iran ed esorta entrambi alla de-escalation»

La Russia tiene un dialogo sia con l'Iran che con Israele e sottolinea la necessità di una de-escalation tra i due Paesi, esortando tutti alla moderazione. Lo afferma il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, come riporta Sky News. Alla domanda se Teheran avesse avvertito in anticipo la Russia degli attacchi contro Israele, Peskov ha risposto di non avere nulla da dire al riguardo sostenendo che Mosca ha stretti contatti con l'Iran e contatti costruttivi con Israele.

Ore 12:04 - Qatar: «I colloqui tra Israele e Hamas sono in fase di stallo»

I negoziati tra Israele e Hamas per garantire una tregua a Gaza e uno scambio di ostaggi si sono arenati, ha dichiarato il primo ministro del Qatar. «Stiamo attraversando una fase delicata con qualche stallo e stiamo cercando il più possibile di risolverlo», ha dichiarato lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani in una conferenza stampa.

Ore 11:55 - Cameron: «Israele vuole agire»

«È chiaro che Israele sta prendendo la decisione di agire, speriamo che lo faccia in modo che eviti il più possibile l'escalation, in modo che sia, come ho detto ieri, intelligente quanto duro». Lo ha detto David Cameron parlando con i giornalisti durante la sua visita in Israele, aggiungendo che Londra vuole nuove sanzioni contro l'Iran. «Dobbiamo dare un chiaro messaggio inequivocabile dal G7», ha aggiunto, spiegando di essere a Gerusalemme per «mostrare solidarietà dopo lo sconvolgente attacco dall'Iran». Il ministro degli Esteri britannico ha poi sottolineato che «la vera necessità è concentrarci di nuovo su Hamas, sugli ostaggi, sugli aiuti e sul pausa nel conflitto a Gaza».

Ore 11:36 - «Colpi dal Libano sulla base aerea di controllo del Monte Meron»

L'esercito israeliano ha confermato che in queste ore sono stati lanciati colpi dal Libano contro la base del controllo aereo di Monte Meron nel nord di Israele, dove non sono suonate le sirene di allarme. L'Idf al momento non ha segnalato nè danni nè vittime.

Ore 11:10 - «Israele ha accelerato la costruzione di insediamenti illegali»

Il governo israeliano ha accelerato la costruzione di insediamenti in tutta Gerusalemme Est, con più di 20 progetti per un totale di migliaia di unità abitative approvati o avanzati dall'inizio della guerra a Gaza sei mesi fa, come mostrano i documenti di pianificazione. Lo scrive il Guardian in un'esclusiva. Dietro tutti i progetti più grandi e controversi ci sono ministeri e uffici del governo israeliano, a volte in associazione con gruppi nazionalisti di destra con una storia di tentativi di sfrattare i palestinesi dalle loro case in alcune parti della città. La rapida approvazione o costruzione di insediamenti illegali secondo il diritto internazionale rischia di danneggiare ulteriormente il rapporto di Israele con l'amministrazione Biden. «La rapidità di realizzazione di questi piani non ha eguali negli ultimi sei mesi», ha affermato Sari Kronish, dell'organizzazione israeliana per i diritti umani Bimkom - Planners for Planning Rights. «Mentre molti enti governativi sono stati chiusi o hanno avuto operazioni limitate dopo il 7 ottobre, le autorità di pianificazione hanno continuato ad andare avanti, portando avanti questi piani a una velocità senza precedenti», aggiunge.

Ore 11:07 - Katz: «Dichiarare i pasdaran un'organizzazione terroristica»

Le Guardie Rivoluzionarie iraniane devono essere dichiarate «organizzazione terroristica» e vanno imposte «sanzioni» all'Iran. Lo ha detto il ministro degli esteri israeliano Israel Katz incontrando i suoi omologhi tedesco, Annalena Baerbok, e quello britannico David Cameron che ha ringraziato per l'aiuto dato nell'intercettare l'attacco iraniano. «Ora - ha detto - abbiamo l'opportunità di cambiare la regione e chiamare le Guardie della Rivoluzione con il loro vero nome di organizzazione terroristica e imporre sanzioni sul progetto missilistico iraniano».

Ore 11:04 - Cameron: «Non ci sia l'escalation di Israele contro l'Iran»

Non ci deve essere un'escalation da parte di Israele contro l'Iran dopo l'attacco con droni e missili condotto da Teheran. Lo ha detto il ministro degli Esteri britannico in visita nello Stato ebraico. Cameron ha affermato di sperare che la promessa risposta israeliana non aggravi la situazione in Medio Oriente sottolineando come in questo momento sia «meglio essere intelligenti piuttosto che duri». «La vera necessità è tornare a concentrarsi su Hamas, sugli ostaggi, sull'arrivo degli aiuti, su una pausa nel conflitto a Gaza», ha aggiunto il responsabile del Foreign Office.

Ore 10:53 - Oms: «Il livello di distruzione degli ospedali a Gaza è straziante»

Le squadre dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) arrivate lunedì all'ospedale Al Shifa, che era il più grande di Gaza, sono ancora al lavoro per rimuovere i cadaveri e aiutare a identificare i corpi che sono disseminati tra le macerie dopo i ripetuti attacchi israeliani. È quanto scrive su X il direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. Gli operatori stanno ripulendo il pronto soccorso e rimuovendo i letti bruciati. Il punto medico della Società palestinese di soccorso medico(Pmrs), spiega ancora, «ha un disperato bisogno di carburante e forniture mediche». «Il livello di distruzione degli ospedali a Gaza è straziante - aggiunge - chiediamo ancora una volta che gli opsedali siano protetti, non attaccati o militarizzati». «Chiediamo nuovamente un cessate il fuoco - conclude - La medicina chiave di cui la popolazione di Gaza ha bisogno è la pace».

Ore 10:49 - Cameron: «Contro l'Iran il G7 imponga sanzioni coordinate»

Il ministro degli Esteri britannico David Cameron ha chiesto che il G7 imponga «sanzioni coordinate» contro l'Iran dopo l'attacco con droni e missili condotto contro Israele. Il responsabile del Foreign Office si trova in visita nello Stato ebraico.

Ore 10:47 - Hamas: «Il bilancio delle vittime a Gaza sale a 33.899»

Il numero dei palestinesi uccisi nella guerra nella Striscia di Gaza ha raggiunto i 33.899. Lo riferisce il ministero della Sanità di Gaza, aggiungendo che cinquantasei palestinesi sono stati uccisi e 89 feriti nelle ultime 24 ore. Almeno 76.664 persone sono rimaste ferite dall'inizio della guerra. Tra i morti ci sono più di 14.520 bambini e 10.000 donne - sottolinea il ministero - Il bilancio delle vittime è probabilmente molto più alto, con migliaia di corpi sepolti tra le macerie degli edifici crollati a causa degli attacchi israeliani.

Ore 10:46 - Iran: «Pronti a colpire i nemici con i jet supersonici russi Sukhoi»

«Consigliamo ai nemici di non commettere alcun errore strategico, perché l'Iran è pronto a colpirli, soprattutto con i caccia Sukhoi-24, i bombardieri tattici supersonici russi», ha dichiarato il comandante delle forze aeree dell'Esercito Hamid Vahedi, durante le parate dell'Esercito in occasione della Giornata nazionale dell'Esercito. Oltre ai Sukhoi-24, la forza aerea iraniana è dotata di caccia più avanzati ed è pronta a sferrare un tale colpo ai nemici, che non saranno in grado di compensare, ha aggiunto Vahedi, secondo quanto la Tv di Stato.

Ore 10:34 - Raisi: «Dopo un nostro duro attacco di Israele non rimarrebbe nulla»

«L'attacco di rappresaglia dell'Iran contro Israele è stata un'azione limitata e punitiva contro il regime, ma se l'Iran avesse deciso di colpire Israele in modo più deciso, non sarebbe rimasto nulla». Lo ha affermato il presidente iraniano Ebrahim Raisi, durante un discorso in occasione della Giornata delle Forze Armate che si celebra nella Repubblica islamica, come riporta Irna. «Se i sionisti intraprenderanno qualsiasi azione contro i nostri interessi, la risposta dell'Iran sarà più dura», ha aggiunto, citato dall'IRNA.

Ore 10:02 - Varoufakis: «Boicottare l'economia israeliana, la Germania alimenta l'autoritarismo»

«Per l'Ucraina abbiamo bisogno di un cessate il fuoco immediato e, quindi, di un processo di pace guidato dalle Nazioni Unite. Questa guerra senza fine non avrà vincitori, solo perdenti. Il presidente Zelensky condonando le atrocità di Israele, sostenendo la distruzione degli ospedali di Gaza, ha distrutto ogni sua narrazione contro Putin. Rispetto al Medio Oriente bisognerebbe perseguire un divieto immediato delle consegne di armi a Israele. Devono partire boicottaggio e disinvestimento dall'economia, finché Israele non accetterà di smantellare lo stato di apartheid, non solo a Gaza, ma anche in Cisgiordania». Lo dice l'ex ministro greco dell'Economia Yanis Varoufakis, fondatore del movimento politico Diem25, che nei giorni scorsi non ha potuto prendere parte al Congresso per la Palestina di Berlino, interrotto dalla polizia, perché la Germania gli ha vietato qualsiasi attività politica nel Paese. «Dovevo collegarmi in video-conferenza da Atene - sostiene Varoufakis intervistato dal Fatto quotidiano - La polizia è intervenuta con duemila e cinquecento agenti. Hanno interrotto bruscamente e sequestrato i microfoni. Addirittura i nostri compagni ebrei presenti sono stati arrestati. È stata poi indetta una manifestazione e la polizia ha bloccato la trasmissione della mia voce dagli altoparlanti, citando un ordine che vietale mie attività politiche in Germania». Dura la presa di posizione contro Berlino: «La Germania dovrebbe proteggere la vita degli ebrei, questa è una delle sue ragioni di Stato. Invece protegge solo il governo israeliano che sta commettendo crimini di guerra». Per l'economista greco «non esiste libertà di parola. Non esiste più la democrazia in Europa e soprattutto in Germania». E Berlino «sta alimentando un autoritarismo crescente».

Ore 09:57 - L'appello del Papa: «Liberare i prigionieri di guerra, basta torture»

«E il nostro pensiero in questo momento, di tutti noi, sia anche alle popolazioni in guerra. Pensiamo alla Terra Santa, Palestina, Israele. Pensiamo all'Ucraina, alla martoriata Ucraina. Pensiamo ai prigionieri di guerra: che il Signore muova la volontà per liberarli tutti». Così il Papa al termine dell'udienza generale. «E parlando dei prigionieri, mi vengono in mente coloro che sono torturati: la tortura dei prigionieri è una cosa bruttissima, non è umana. Pensiamo alle tante torture che feriscono la dignità della persona e ai tanti torturati. Il Signore aiuti tutti e benedica tutti», ha aggiunto.

Ore 09:55 - L'appello di Raisi: «I Paesi della regione contino su di noi»

«Gli Stati della regione, invece di avere legami con Israele, dovrebbero fare affidamento sulle proprie risorse e sulle forze musulmane». È l'appello lanciato dal presidente iraniano, Ebrahim Raisi, durante un discorso in occasione della Giornata delle Forze Armate che si celebra nella Repubblica islamica, come riporta Irna. «Non c'è nemmeno bisogno della presenza di forze straniere nella regione, perché le potenti forze armate iraniane possono portare potenza, pace e sicurezza nella regione».

Ore 09:48 - Wafa: «Il raid israeliano nel campo profughi ha causato 11 morti»

Undici persone sono state uccise e numerose ferite, la maggior parte delle quali bambini in un raid israeliano nella tarda serata di ieri nel campo profughi di al-Maghazi. Lo riporta l'agenzia palestinese Wafa. Fonti locali hanno riferito che una serie di attacchi aerei israeliani hanno preso di mira le strutture abitative del campo profughi.

Ore 09:40 - «L'Iran ha evacuato le sue basi in Siria»

L'Iran ha completamente evacuato alcune sue basi in Siria, mentre altre lo sono solo di notte, quando Teheran teme che sia più probabile che abbia luogo un attacco israeliano. Lo sostiene il Wall Street Journal che cita delle fonti. Secondo Wsj, il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica ha adottato «misure di emergenza» per le sue strutture in tutta la Siria. Le fonti hanno detto che solo alcuni membri sono rimasti a guardia degli arsenali di armi, mentre la maggior parte è stata evacuata.

Ore 09:35 - Israele: «L'Idf ha colpito oltre confine dopo il lancio di razzi dal Libano»

Dopo le sirene di allarme risuonate al nord di israele, l'Idf ha detto che «sono stati numerosi i lanci identificati dal Libano» verso Israele. In risposta l'artiglieria israeliana ha colpito le «fonti da cui sono partiti i razzi».

Ore 09:19 - Safadi: «La Giordania non sarà un campo di battaglia per nessuno»

«Il nostro messaggio a tutti, all'Iran e a Israele, è di non violare il nostro spazio aereo. Non lo permetteremo». Lo afferma il ministro giordano degli Esteri, Ayman Safadi, intervistato dal Corriere della sera. Nella notte dell'attacco iraniano a Israele, la Giordania ha concesso il suo spazio aereo per abbattere droni e missili di Teheran, che poi ha minacciato Amman. «Da sempre la nostra politica è di neutralizzare qualsiasi proiettile che violi il nostro spazio aereo e minacci la nostra gente e la nostra sicurezza. Dunque abbiamo intrapreso azioni contro i droni iraniani che, secondo noi, minacciavano la nostra sicurezza. Voglio essere chiaro: non saremo un campo di battaglia per nessuno. Avremmo intrapreso la stessa azione contro i droni israeliani», spiega Safadi. Secondo il ministro «l'Iran ha risposto all'attacco al suo consolato a Damasco. L'onere di allentare la tensione ora ricade sul governo israeliano. Dunque che il primo ministro israeliano non pensi di distogliere l'attenzione dall'aggressione a Gaza, o di sfruttare il conflitto con l'Iran per salvare la sua carriera e servire l'agenda radicale dei ministri estremisti del suo gabinetto».

Ore 09:16 - Baerbock e Cameron in Israele: Herzog li ringrazia

Il presidente israeliano Isaac Herzog ha incontrato questa mattina i ministro degli esteri di Germania, Annalena Baerbock, e della Gran Bretagna, David Cameron, giunti nel Paese. Herzog li ha ringraziati «per l'appoggio dato al Paese di fronte al riprovevole attacco dell'Iran». «Apprezzo - ha detto Herzog - la nostra calorosa discussione insieme questa mattina a Gerusalemme. Il mondo intero deve lavorare con decisione e coraggio contro la minaccia rappresentata dal regime iraniano che sta cercando di minare la stabilità dell'intera regione». «Israele - ha aggiunto - è inequivocabile nel suo impegno a difendere il suo popolo. L'immediato ritorno a casa di tutti gli ostaggi tenuti prigionieri da Hamas a Gaza rimane per noi, e per la comunità internazionale, una priorità assoluta, mentre continuiamo a promuovere e potenziare drasticamente gli aiuti umanitari alla popolazione civile».

Ore 09:06 - Cameron in Israele, vedrà Netanyahu

Il ministro degli Esteri britannico, David Cameron, è atterrato in Israele. A riferirne è la Bbc, precisando che nel corso della sua visita nel paese il capo della diplomazia britannica avrà un incontro con il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

Ore 08:59 - Centcom: «Intercettati due droni Houthi»

Il Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom) ha annunciato di aver intercettato due droni dei ribelli Houthi sulle acque del Mar Rosso. In una nota si legge che «le nostre forze sono riuscite ad affrontare due droni lanciati dalle zone sotto il controllo degli Houthi nello Yemen». Non ci sono notizie di vittime o danni a navi americane, della coalizione o commerciali.

Ore 08:57 - Hezbollah rivendica il lancio di razzi contro la Galilea occidentale

Hezbollah ha rivendicato poco fa il lancio di razzi contro caserme e postazioni israeliane in Alta Galilea, nel settore occidentale del fronte della guerra in corso tra il Partito di Dio e lo Stato ebraico dall'8 ottobre scorso. Questi attacchi giungono all'indomani dell'uccisione di tre combattenti di Hezbollah, di cui uno - secondo Israele - un dirigente militare, in raid aerei israeliani nel sud del Libano.

Ore 08:42 - Graffiti in Iran appoggiano l'eventuale contrattacco di Israele

I media israeliani hanno ripreso dal web alcuni post che mostrano graffiti apparsi sui muri in Iran in questi giorni nei quali si appoggia un eventuale attacco di Israele in opposizione al regime degli ayatollah. Tra questi Times of Israel ne cita uno in particolare: "Colpiscili Israele. Gli iraniani sono con te". Un altro - secondo la stessa fonte - sostiene "Israele colpisci, il resto lo faremo noi nelle strade". Oppure, "La guerra è l'asso nella manica dei governi in crisi". Infine, un altro ancora incoraggia Israele a colpire la casa del leader supremo dell'Iran Ali Khamenei.

Ore 08:31 - Il partito religioso della maggioranza di governo in Israele: «Meglio non aprire più fonti ora»

Meglio «non aprire più fronti» in questo momento. Lo ha detto Arieh Deri - capo di Shas partito religioso della maggioranza di governo di Benyamin Netanyahu - riferendosi alla possibile risposta all'Iran dopo l'attacco di sabato scorso. In un'intervista al giornale del partito, Deri - che siede come uditore nel ristretto Gabinetto di guerra israeliano - ha ricordato che «c'è una campagna non finita a Gaza e che lì ci sono ancora gli ostaggi». «Ci sono quasi centomila residenti nel nord che - ha aggiunto - non sono tornati alle loro case, quindi la cosa giusta in questo momento è concentrarsi su questo e non aprire più fronti».

Ore 08:25 - Israele, sirene di allarme nel nord al confine con il Libano

Le sirene di allarme anti razzi hanno ripreso a suonare nel nord di Israele al confine con il Libano. Lo ha detto il portavoce militare.

Ore 08:20 - Idf: «Nella notte colpiti 40 obiettivi nella Striscia di Gaza»

L'aeronautica israeliana ha colpito più di 40 obiettivi nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore, compresi lanciarazzi pronti per attacchi contro Israele. Lo ha riferito l'Idf. Lo riporta il Times of israel. I lanciarazzi sono stati distrutti nel centro della Striscia di Gaza, dove l'IDF sta conducendo un'operazione mirata contro Hamas. Inoltre un attacco aereo è stato effettuato contro una cellula che utilizzava un drone armato. L'esercito afferma anche che le truppe della Brigata Nahal hanno utilizzato un drone per uccidere un uomo armato e ne hanno ucciso un altro con il fuoco dei cecchini. Altri obiettivi includevano posizioni sotterranee di lancio di razzi, edifici con trappole esplosive, strutture in cui venivano raccolti gli agenti, posti di osservazione, siti sotterranei e altre infrastrutture.

Ore 08:19 - Tajani: «Vedo qualche spiraglio, ma può succedere di tutto»

«Parlando con il ministro, ho colto che gli israeliani non sono insensibili alle richieste del G7 e più in generale dei Paesi alleati. I primi risultati si notano: la reazione contro l'Iran per il momento non si vede e l'attacco a Rafah è stato rimandato. È ovviamente presto e può succedere di tutto, però vedo qualche spiraglio». A dichiararlo, parlando con `La Stampa´ è stato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha riferito del suo colloquio con il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz. «Se ciascuna delle parti ritiene che l'unico modo per affermare le sue ragioni sia l'uso della forza militare, bisognerà parlare con loro», prosegue Tajani, rispondendo ad una domanda su come si ferma l'escalation. L'Iran ha una forte capacità, che però non prevarrà su quella di Israele, e rischia invece di far devastare le aree in cui operano suoi alleati come il Libano degli Hezbollah o lo Yemen degli houthi. Dall'altro lato, Israele deve stare attento a non logorare il rapporto con gli Stati Uniti, che insieme all'Europa non vogliono l'allargamento incontrollato di questo conflitto». Quanto al ruolo dell'Italia, «in vista del G7 dei leader di governo in Puglia, noi ministri degli Esteri ci riuniremo da domani sera a Capri per coordinare una posizione comune, ma soprattutto per mettere a punto una roadmap di azioni politiche comuni che allontanino il pericolo di una guerra generalizzata in Medio Oriente. Neppure gli Stati Uniti, da soli, riescono a fermare istantaneamente questa guerra: noi dobbiamo giocare il nostro ruolo piccolo o grande che sia, nel solco della tradizione italiana capace di dialogare con tutte le parti».

Ore 08:18 - Fonti Usa: «La risposta di Israele sarà un attacco limitato in Iran»

La risposta di Israele a Teheran includerà «un attacco limitato» sul territorio iraniano. Lo ha detto un funzionario dell'amministrazione Biden alla Cbs - ripresa dai media israeliani - secondo cui queste sono le aspettative da parte americana.

Ore 08:04 - Israele, il vero dilemma si chiama Bibi

(di Gianluca Mercuri) Ovvero Netanyahu. Biden gli chiede di finire la guerra a Gaza, patteggiare il rilascio degli ostaggi, avallare un piano complessivo per una stabilizzazione regionale, con il riconoscimento reciproco tra Israele e gli Stati sunniti (compresa l’Arabia Saudita) e un processo che porti a uno Stato palestinese, condizione tornata irrinunciabile per il mondo arabo moderato. Da tempo la Casa Bianca sospetta però che «Bibi» voglia, al contrario, trascinare l’America in una guerra totale con l’Iran, proprio per stoppare un processo che ha come destinazione la Palestina. L’attacco senza precedenti alle sedi diplomatiche (dunque al territorio) dell’Iran lo confermerebbe. Nel resistere alle pressioni Usa, il premier si appoggia alla componente estremista e fanatica del suo governo, la usa e ne è ostaggio al tempo stesso. Gli serve per evitare la Palestina, ma anche elezioni in cui sarebbe travolto, e tre processi per corruzione che lo attendono da anni. Anshel Pfeffer, uno dei migliori analisti israeliani (e biografo di Bibi) spiega la situazione così: «Una coalizione internazionale contro l’Iran è ciò di cui Netanyahu ha parlato a lungo. Se le circostanze fossero diverse, potrebbe rivendicarla come sua eredità. Ma teme che, alla fine, il prezzo dell’adesione alla coalizione di Biden contro l’Iran sarà la fine della sua stessa coalizione di governo. Se Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich (i ministri estremisti), che chiedono una risposta devastante contro l’Iran, rimarranno nel governo nonostante una risposta molto più blanda, se ne andranno sicuramente se Netanyahu accetterà finalmente l’altra condizione per il grande piano di Biden: che l’Autorità palestinese prenda il controllo di Gaza». Leggi qui tutti gli articoli di PRIMA ORA, la newsletter del Corriere della Sera

Ore 07:58 - Wall Street Journal: «I pasdaran in Siria adottano misure di emergenza»

I pasdaran iraniani hanno hanno adottato «misure di emergenza» per le loro strutture in Siria nell'attesa di un possibile attacco israeliano in risposta a quello di Teheran dello scorso sabato. Lo ha rivelato il Wall Street Journal (Wsj) che cita fonti politiche siriane. Tra le misure, l'evacuazione completa di alcune basi dei pasdaran e quella solo notturna di altre nella convinzione che un attacco possa avvenire durante la notte. Le stesse fonti - citate dal Wsj - hanno riferito che solo alcuni membri sono rimasti di guardia ai depositi di armi, mentre la maggior parte è stata evacuata.

Ore 07:54 - Il dilemma del petrolio iraniano

Come spiega la nostra corrispondente Viviana Mazza, «alcuni osservatori ritengono improbabile che l’amministrazione Biden inasprisca le sanzioni sulle esportazioni di petrolio iraniano, a causa delle preoccupazioni per l’impatto che avrebbero sul prezzo del petrolio e per evitare di irritare la Cina, che ne è il più importante acquirente». Il che «crea un dilemma per la Casa Bianca: come ripristinare la deterrenza senza arrivare ad una escalation del conflitto in Medio Oriente e senza destabilizzare i rapporti con Pechino?». Per questo, le misure già approvate dalla Camera Usa sono pesate con prudenza dall’amministrazione. Oltretutto, un aumento del prezzo del petrolio dovuto all’aggravarsi della crisi mediorentale avvantaggerebbe le esportazioni russe.

Ore 07:49 - Lo scontro Israele-Iran punto per punto

(di Gianluca Mercuri) Cosa dice Israele La posizione ufficiale è quella di Daniel Hagari, portavoce delle forze armate: «L’Iran non può restare impunito». Per Benny Gantz, il leader centrista che preme per sfidare Netanyahu alle elezioni ma ha scelto di affiancarlo in questa guerra, va punito così: «Dobbiamo costruire un’alleanza globale perché Teheran è una minaccia globale. Risponderemo nel momento, nel luogo e nel modo che riterremo più adatto». E Netanyahu? Da sabato solo un post: «Li abbiamo intercettati. Li abbiamo fermati. Insieme vinceremo». Nulla di più. Su tempi e modi, scrive Davide Frattini, c’è insomma divisione. Cosa dice l’Iran Toni minacciosi, muscoli esibiti ancora una volta per nascondere un’attesa nervosa: «I sionisti devono sapere che questa volta non avranno 12 giorni e che la risposta che riceveranno non sarà calcolabile in ore o giorni, sarà data in pochi secondi», ha detto il vice ministro degli Esteri Ali Bagheri Kani. «Siamo pronti a usare un’arma che non abbiamo mai utilizzato prima», ha aggiunto Abolfazl Amouei, portavoce del Comitato di Sicurezza Nazionale del Parlamento ( Guido Olimpio spiega perché i 9 missili che hanno «bucato» lo scudo israeliano non sono un segnale trascurabile). Cosa dice l’America La Casa Bianca, secondo la Cnn, si aspetta una «risposta limitata» di Israele. Il portavoce John Kirby ha ribadito che sta a Israele decidere «se e come rispondere», ma che l’America «non vuole una guerra con l’Iran o una escalation». La segretaria del Tesoro Janet Yellen ha annunciato nuove sanzioni al regime degli ayatollah, per ostacolare «i finanziamenti al terrorismo».

Ore 07:30 - L’Onu chiede a Teheran la «de-escalation urgente»

Il Segretario generale dell’Onu António Guterres ha chiesto al ministro degli Esteri iraniano Hosein Amirabdolahian una de-escalation «urgente» della situazione, durante un colloquio telefonico di cui il capo della diplomazia di Teheran aveva anticipato i contenuti su X. «Il Segretario generale ha ribadito al ministro degli Esteri i punti che aveva espresso nelle sue osservazioni al Consiglio di sicurezza in merito alla serie di attacchi iraniani contro obiettivi militari israeliani e agli attacchi contro gli edifici diplomatici iraniani a Damasco. Guterres ha chiesto una de-escalation urgente della situazione e di porre l’attenzione sul portare la pace in Medio Oriente», ha detto il portavoce di Guterres Stephane Dujarric durante un briefing con la stampa. Amirabdolahian aveva precedentemente riferito su X della telefonata, dicendo di aver sottolineato con Guterres il fatto che l’attacco a Israele di sabato scorso era stato condotto in conformità con la Carta delle Nazioni Unite e come risposta «legittima» al bombardamento del consolato iraniano a Damasco, in Siria.

Ore 07:25 - Così Netanyahu prepara l’attacco «punitivo» contro l’Iran: siti nucleari e cyber raid

(di Davide Frattini, corrispondente da Gerusalemme) Quando Yitzhak Shamir viene seppellito nel cimitero sul Monte Herzl il 2 luglio di dodici anni fa, è Benjamin Netanyahu — che era stato un giovane viceministro nel suo secondo governo — a commemorarlo. Adesso è lui alla guida del Paese e da appassionato della Storia e dei leader che l’hanno fatta (si sente uno di loro) ricostruisce la decisione presa dal premier nel 1991, quando cede alle pressioni di George Bush padre e non reagisce alle decine di missili Scud scagliati dal dittatore iracheno Saddam Hussein contro Tel Aviv e dintorni. (...) Leggi qui l’articolo completo

Ore 07:13 - Prima Ora | Come risponderà Israele all’Iran?

(di Gianluca Mercuri) «Abbiamo una seconda possibilità. Il mondo è tornato dalla nostra parte come l’8 ottobre. Vediamo quanto velocemente la sprechiamo questa volta». È la citazione di un generale israeliano stanco, dotato di ironia amara e pronto al peggio, come la gran parte dei suoi connazionali. La seconda possibilità cui si riferisce è quella che l’Iran ha regalato allo Stato ebraico con l’attacco di sabato notte, quei 110 missili balistici, 185 droni e 36 missili da crociera neutralizzati dal sistema difensivo di Israele e dalla coalizione internazionale a guida americana, con la clamorosa partecipazione di diversi Stati arabi moderati. Il regalo consiste in questo: da tre giorni non si parla più di Gaza, del modo in cui interrompere la carneficina di civili palestinesi e liberare gli ostaggi israeliani in mano a Hamas, una questione che l’attuale governo di Israele vive con malcelata insofferenza, perché ostacola la «vittoria totale» sui terroristi ; Joe Biden ha confermato che, nonostante il duro contrasto che lo oppone a Benjamin Netanyahu, lo scudo americano a protezione di Israele non è in discussione; Israele è uscita dall’isolamento e ha incassato una solidarietà che più concreta non si può. In questo senso si è tornati al giorno dopo il pogrom di Hamas, la mattanza di 1.200 israeliani che ha fatto scoppiare questa guerra. Una guerra giusta e inevitabile, nella necessità rispondere al più grande eccidio di ebrei dopo la Shoah; una guerra fattasi poi ingiusta e inaccettabile nella percezione dell’opinione pubblica internazionale, per lo spaventoso numero di vittime innocenti, tra morti, feriti e profughi. Ora, la risposta di Israele all’Iran è certa: potrebbe arrivare dopo la Pasqua ebraica, tra una decina di giorni, o prima. Se il mondo è con il fiato sospeso, è perché attende di capire la portata di quella risposta. Sarà una rappresaglia significativa ma circoscritta, in modo da evitare la tanto temuta escalation, o al contrario — per calcolo o per azzardo — rischierà di provocare un drammatico allargamento del conflitto? Come scrive Danilo Taino, l’Iran — sponsor di Hamas, ma rimasto per sei mesi fuori dalla mischia — «ha trasformato un vantaggio che stava accumulando contro Israele in un mezzo disastro». È l’effetto della risposta all’attacco israeliano del 1° aprile alle sue sedi diplomatiche in Siria, ovvero «il vicolo cieco nel quale si cacciano spesso le autocrazie: essere obbligate a mostrare i muscoli, per ragioni interne e di reputazione del regime, anche quando ciò non è saggio o addirittura folle». Ma ora la palla è di nuovo nel campo del primo ministro israeliano: «Se Netanyahu decidesse di fare prevalere la vendetta, la rappresaglia a 360 gradi o comunque dura, in effetti getterebbe via il vantaggio che inaspettatamente si è ritrovato. Sono la diplomazia e la capacità politica, ora, a offrire la possibilità di costruire sulla nuova situazione, di isolare ulteriormente l’Iran, in una collaborazione tra Israele, Washington, i Paesi arabi cosiddetti moderati, Londra, Parigi». Perché quello di Biden è uno scudo difensivo, che rende Israele intoccabile. A quello scudo, l’America aggiungerà nuove sanzioni all’Iran. Ma una guerra totale, che incenerisca il suo piano di pace già pronto — una pace vera, quindi con uno Stato palestinese — il presidente farà di tutto per evitarla.Leggi qui tutti gli articoli di PRIMA ORA, la newsletter del Corriere della Sera

Ore 06:46 - Il ministro degli esteri Giordania: «Non saremo un campo di battaglia»

«Il nostro messaggio a tutti, all’Iran e a Israele, è di non violare il nostro spazio aereo. Non lo permetteremo. Da sempre la nostra politica è di neutralizzare qualsiasi proiettile che violi il nostro spazio aereo e minacci la nostra gente e la nostra sicurezza. Dunque abbiamo intrapreso azioni contro i droni iraniani che, secondo noi, minacciavano la nostra sicurezza. Voglio essere chiaro: non saremo un campo di battaglia per nessuno. Avremmo intrapreso la stessa azione contro i droni israeliani». Lo ha affermato in un’intervista al Corriere della Sera (leggi qui) il ministro degli Esteri della Giordania, Ayman Safadi. «L’Iran ha risposto all’attacco al suo consolato a Damasco. L’onere di allentare la tensione ora ricade sul governo israeliano. Dunque che il primo ministro israeliano non pensi di distogliere l’attenzione dall’aggressione a Gaza, o di sfruttare il conflitto con l’Iran per salvare la sua carriera e servire l’agenda radicale dei ministri estremisti del suo gabinetto», ha aggiunto. «L’attenzione deve continuare a concentrarsi sulla fine della catastrofe di Gaza. Il primo passo per la de-escalation deve essere la fine della crisi alimentare per 2,3 milioni di palestinesi. E non dimentichiamoci che il numero di bambini uccisi da Israele nella guerra a Gaza è superiore al numero di bambini uccisi da tutti i conflitti nel mondo in più di quattro anni. Per questa ragione lavoriamo per una pace giusta e duratura che garantisca la sicurezza ai palestinesi e agli israeliani. La soluzione dei due Stati, che le misure israeliane stanno uccidendo, è l’unica via verso quella pace», ha concluso Safadi.

Ore 06:41 - Il leader Usa dell’organizzazione diritti civili di Jesse Jackson si dimette

Il reverendo Frederick Haynes III, un pastore di Dallas che aveva assunto la guida dell’organizzazione per i diritti civili del reverendo Jesse Jackson si è dimesso martedì dopo meno di tre mesi di lavoro. È stato fondamentale nel moderno movimento per i diritti civili, ma negli ultimi anni ha dovuto affrontare numerosi problemi di salute. L’82enne due volte candidato presidenziale è apparso ad una affollata riunione del Consiglio comunale di Chicago a gennaio per sostenere una controversa risoluzione per un cessate il fuoco nella guerra tra Israele e Hamas.

Ore 06:31 - Soldato unità élite israeliana gravemente ferito a Gaza

L’Idf ha reso noto che un soldato appartenente all’unità delle forze speciali Shaldag è stato gravemente ferito ieri in battaglia nel nord di Gaza. Lo riporta il Times of Israel. Il militare è stato portato per cure in Israele e la sua famiglia è stata informata.

Ore 06:29 - Mar Rosso: gli Usa abbattono due droni lanciati da Houthi

Le forze del comando centrale degli Stati Uniti hanno abbattuto due droni nelle aree controllate dai ribelli Houthi sostenuti dall’Iran nello Yemen. Non sono stati segnalati feriti o danni da parte di navi statunitensi, della coalizione o commerciali. Il Centcom ha spiegato che i due droni rappresentavano una minaccia imminente proprio per le navi statunitensi, della coalizione e mercantili nella regione.

Ore 05:55 - Lo shekel, la divisa israeliana, si rafforza sui mercati valutari mondiali

Lo shekel si è rafforzato rispetto alle principali valute mondiali: la divisa israeliana si è apprezzata fortemente all’avvio delle contrattazioni di ieri mattina, sebbene poi abbia ceduto gran parte dei guadagni nel corso della giornata in seguito alle notizie di fonte statunitense secondo cui Israele avrebbe potuto reagire oggi all’attacco dell’Iran. Lo scrive oggi il quotidiano economico Globes. L’ambiente di liquidità è buono e l’offerta di valuta estera è dovuta alla diminuzione del livello di preoccupazione per un’escalation nella Regione. Tuttavia, gli eventi del fine settimana aumentano significativamente le tensioni in Medio Oriente e indicano che il conflitto si è ampliato e non si prevede che finirà presto».

Ore 05:05 - Il Consiglio dell’ Onu voterà giovedì su piena ammissione Palestina

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu voterà giovedì sulla richiesta della Palestina di essere membro a pieno titolo delle Nazioni Unite. Lo hanno rivelato alcune fonti diplomatiche all’Afp. Nel mezzo dell’offensiva a Gaza, a inizio mese l’Autorità Nazionale Palestinese aveva presentato la richiesta che era già stata sottoposta al Palazzo di Vetro per la prima volta nel 2011.

Ore 03:23 - Gli Usa impongono nuove sanzioni contro l’Iran

Gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni conto l’Iran dopo l’attacco ad Israele. Lo ha annunciato il consigliere per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan. «A seguito dell’attacco senza precedenti dell’Iran contro Israele, il presidente Biden si è coordinato con gli alleati e i partner del G7 per imporre nuove sanzioni», si legge nella nota di Sullivan. Le misure colpiranno in particolare «il programma missilistico e di droni, le entità che sostengono il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica e il ministero della Difesa iraniano». Gli Stati Uniti, inoltre, «continueranno a lavorare attraverso il Dipartimento della Difesa e il Comando Centrale per rafforzare ed espandere ulteriormente la difesa aerea e missilistica in tutto il Medio Oriente» e non «esiteranno ad agire, in coordinamento con alleati e partner in tutto il mondo, per ritenere il governo iraniano responsabile delle sue azioni dannose e destabilizzanti».

2024-04-17T07:54:52Z dg43tfdfdgfd