ISRAELE E HAMAS IN EGITTO PER NEGOZIARE IL RILASCIO DEGLI OSTAGGI

Mentre le armi continuano a seminare morte e distruzione, la diplomazia è al lavoro per scongiurare un ulteriore peggioramento della crisi mediorientale. In particolare il segretario di Stato americano Antony Blinken è arrivato a Riad in Arabia Saudita per avviare un nuovo giro di colloqui sulla crisi. L'obiettivo è promuovere un cessate il fuoco tra Israele e Hamas e aumentare gli aiuti umanitari destinati alla Striscia di Gaza. Blinken, che successivamente si recherà in Giordania e Israele, nella capitale saudita incontrerà i ministri degli Esteri arabi ed europei con cui discuterà anche dei piani del "giorno dopo" per la ricostruzione della striscia di Gaza al termine del conflitto.

Parallelamente l’Egitto ha invitato al Cairo una delegazione israeliana. Al centro del negoziato cui parteciperà anche una rappresentanza di Hamas la ricerca di un accordo per la restituzione degli ostaggi detenuti dal gruppo terroristico palestinese. L'invito, scrive il quotidiano britannico ma di proprietà del Qatar, Al-Arabi Al-Jadid, «mira ad accelerare il processo e a fornire i necessari chiarimenti sulle osservazioni che saranno presentate da Hamas». Circa l’esito del confronto, la rappresentanza israeliana, riporta ancora il giornale, «sarà autorizzata a fornire risposte alle richieste» sollevate dal gruppo palestinese, «ma non a prendere decisioni o a presentare posizioni ufficiali». Dal canto suo Hamas ha detto di non avere grandi problemi ad accettare l’ultima offerta di tregua avanzata da Israele. «L'atmosfera è positiva, a meno che non ci siano nuovi ostacoli israeliani», ha detto all'Afp un alto funzionario del gruppo, parlando a condizione di anonimato. Come noto, nei giorni scorsi il governo dello Stato ebraico ha detto che accetterà un accordo che preveda il rilascio di almeno 33 ostaggi, tra donne, anziani e feriti. In cambio, fonti israeliane parlano di tregua con il via libera al ritorno dei palestinesi nel nord di Gaza e il ritiro dell'esercito dal Corridoio Netzarim che taglia in due la Striscia. La liberazione degli ostaggi è stata al centro anche di una nuova conversazione tra il presidente americano Joe Biden e il premier israeliano Benyamin Netanyahu. Un dialogo costruttivo, riferiscono i media statunitensi. Resta però più che mai concreta la minaccia di un’invasione israeliana di Rafah. Operazione militare che Netanyahu continua a definire imminente. E proprio a Rafah si continua a morire. Almeno 13 palestinesi sono stati uccisi nelle ultime ore in raid israeliani. Lo hanno comunicato fonti mediche di Gaza, secondo cui gli attacchi hanno provocato anche molti feriti.

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