ISRAELE - HAMAS IN GUERRA, LE NOTIZIE DI OGGI | NETANYAHU: DELEGAZIONE A WASHINGTON LA PROSSIMA SETTIMANA. OMS: LA CARESTIA INCOMBE SU GAZA

• È il 169° giorno di guerra: «Almeno 32.552 persone uccise» a Gaza e 74.518 ferite dal 7 ottobre. • Netanyahu cede sulla delegazione in Usa e riprogramma la visita per parlare di Rafah • Torna a farsi sentire a 5 mesi dagli attacchi del 7 ottobre il capo militare di Hamas a Gaza: in un audio, Deif invita il mondo arabo a lottare per la Palestina e a marciare su Gerusalemme • L’Irlanda annuncia che prenderà parte alla causa del Sudafrica contro Israele per genocidio davanti alla Corte di giustizia dell’Aja.

Ore 12:37 - Colpito il palazzo dei media a Gaza City, edificio crollato: ospita diverse emittenti, anche Sky News

Un edificio che a Gaza City ospita diversi media - fra cui Sky News in arabo - è stato colpito oggi in un bombardamento ed è crollato. Al momento non si ha notizia di vittime. Lo ha riferito la agenzia di stampa Shehab News. Il palazzo, precisano fonti locali, è situato a breve distanza dalla Piazza del Milite ignoto e dal palazzo del parlamento, che da mesi è ormai in uno stato di rovina.

Ore 12:33 - Herzog: il presidente Biden è un grande amico di Israele

Il presidente Biden è un grande amico di Israele». Lo ha detto il capo dello stato Isaac Herzog incontrando a Gerusalemme una delegazione di democratici Usa guidata dall’Aipac. Il presidente - che ha parlato nell’attuale forte clima di tensione tra i due Paesi sulla guerra a Gaza - ha sottolineato che gli Usa «non hanno amico più grande di Israele e che questi non ha amico maggiore degli Usa. Questo legame indissolubile, questa alleanza, è - ha aggiunto - più forte che mai ed è insostituibile».

Ore 12:15 - Netanyahu: delegazione a Washington la prossima settimana

Il premier Benyamin Netanyahu ha informato il Gabinetto di Guerra che invierà una delegazione a Washington la prossima settimana. Lo ha riferito il sito Ynet confermando così quanto annunciato ieri dalla Casa Bianca. Fonti politiche che hanno parlato con Ynet hanno riferito che «Netanyahu si è reso conto di aver sbagliato» ad annullare in un primo momento l’invio della delegazione a Washington come reazione al voto di astensione degli Usa sulla risoluzione approvata dal Consiglio di sicurezza dell’Onu per il cessate il fuoco a Gaza.

Ore 12:13 - Protesta a Kerem Shalom contro gli aiuti per Gaza

Decine di dimostranti, fra cui attivisti dell’organizzazione ebraica di estrema destra «Im Tirzu», si sono radunati oggi al valico di Kerem Shalom per ostruire il transito di camion contenenti aiuti umanitari destinati a Gaza. Lo riferiscono i media secondo cui i dimostranti hanno esposto uno striscione in cui sostenevano: «Aiuti a Gaza = aiuti a Hamas». In seguito hanno anche acceso piccoli falò sull’asfalto, ma sono stati sgomberati dalla polizia israeliana che ha compiuto alcuni fermi. Il transito dei camion è quindi ripreso senza altri incidenti.

Ore 11:55 - Unifil, preoccupati da ultimi scontri Israele-Hezbollah

Gli scontri degli ultimi giorni tra Israele ed Hezbollah «sono preoccupanti, perché potenzialmente potrebbero ancora una volta scatenare o ampliare il conflitto in una direzione molto pericolosa», non solo per Israele e il Libano, «ma per tutta la regione». Così a LaPresse il portavoce della missione Unifil in Libano, Andrea Tenenti. «C’è stato un aumento della violenza che ha portato diverse morti, la distruzione di case e della zona agricola nel sud del Libano», prosegue Tenenti, aggiungendo come sia importante «che entrambe le parti possano cercare di pensare a un processo per una discussione politica e una soluzione diplomatica. Noi come missione Unifil siamo pronti a supportare» questo iter.

Ore 11:44 - Media Israele, flotilla per Gaza in arrivo a fine aprile

Israele si aspetta che la prima «flotilla»di protesta per Gaza raggiunga le acque vicine nella seconda settimana di aprile. Lo ha riferito Times of Israel ricordando che la spedizione è organizzata da «Foundation for Human Rights and Freedoms and Humanitarian Relief», una ong turca che già nel 2010 durante mise su la «Mavi Marmara Flotilla» con l’intenzione di forzare il blocco israeliano a Gaza. Durante l’operazione di abbordaggio da parte delle forze speciali israeliane 9 persone della Mavi Marmara furono uccise negli scontri a bordo. Il fatto portò ad un gelo diplomatico prolungato tra Israele e la Turchia che solo in anni recenti si è ricucito per poi riprendere subito dopo l’assalto di Hamas il 7 ottobre. L’Ihh è stata dichiarata organizzazione terroristica da Israele.

Ore 11:03 - Famiglie soldati rapiti incontrano Netanyahu

Le famiglie dei soldati israeliani rapiti da Hamas e portati a Gaza si sono incontrate oggi per la prima volta con il primo ministro Benjamin Netanyahu. Lo ha annunciato la «Israeli Broadcasting Corporation». Israele stima che ci siano circa 134 prigionieri detenuti a Gaza, Hamas ha annunciato che 70 di loro sono stati uccisi in raid israeliani. Prima dell’incontro, le famiglie hanno tenuto una conferenza stampa presso gli uffici di reclutamento dell’IDF a Tel Hashomer, vicino a Tel Aviv, chiedendo al governo di raggiungere un accordo per garantire il rilascio di tutti i 130 ostaggi ancora detenuti dai gruppi palestinesi, «Primo ministro Netanyahu, la responsabilità di riportare a casa i nostri figli è tua», ha detto Orna Neutra, il cui figlio Omer Neutra, 22 anni, è stato sequestrato il 7 ottobre mentre prestava servizio come comandante di carri armati vicino a Gaza. «Su richiesta dello Stato e delle forze di sicurezza siamo rimasti in silenzio fino ad oggi. Ci hanno spaventato», dice Anat Angrest, il cui figlio Matan Angrest, 21 anni, è tenuto prigioniero. «Oggi capiamo che man mano che crescono i giorni di silenzio, diminuisce il numero di ragazzi che tornano a casa vivi». I soldati erano tra le 253 persone rapite nel massacro del 7 ottobre, quando circa 3.000 miliziani palestinese hanno fatto irruzione attraverso il confine con Israele via terra, aria e mare, uccidendo circa 1.200 persone, per lo più civili.

Ore 11:00 - Ministero Sanità Gaza: 32.552 palestinesi morti da 7 ottobre

È salito a 32.552 morti e 74.980 feriti il bilancio delle vittime dall’inizio delle operazioni delle Forze di difesa israeliane (Idf) nella Striscia di Gaza cominciate il 7 ottobre 2023, giorno dell’attacco di Hamas contro lo Stato ebraico. Lo ha reso noto il ministero della Sanita’ di Gaza, gestito dal movimento islamista palestinese, aggiungendo che nelle ultime 24 ore sono morte 62 persone e 91 sono rimaste ferite. Questi dati non possono essere verificati in maniera indipendente e includono sia vittime civili che membri di Hamas. Secondo quanto riferito dalle autorita’ israeliane, nelle operazioni lanciate a Gaza sono stati uccisi 13 mila miliziani, mentre i militari israeliani morti sono in totale 591, di cui 253 durante l’operazione di terra nella Striscia iniziata a fine ottobre scorso. (Afp)

Ore 10:40 - Onu: fame a Gaza potrebbe equivalere a un crimine di guerra

L’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk ha affermato in un’intervista alla Bbc che Israele ha una responsabilità significativa sulla catastrofe umanitaria a Gaza e che esiste un caso «plausibile» secondo cui Israele stia usando la fame come arma di guerra a Gaza. Türk ha affermato che se l’intento fosse dimostrato, ciò equivarrebbe a un crimine di guerra. Secondo il commento della Bbc, l’alto funzionario dell’Onu - dopo «mesi di avvertimenti» sul pericolo della fame per centinaia di migliaia di civili palestinesi nella Striscia - presenta nell’intervista «prove statistiche evidenti» del fatto che la catastrofe umanitaria si sta trasformando in una «carestia generata dall’azione umana». Situazione che nelle parole di Turk aggrava la responsabilità legale delle autorità israeliane di consentire forniture maggiori e adeguate di aiuti umanitari urgenti. Turk ha detto di ritenere siano stati raccolti ormai elementi per definire «plausibile» il sospetto che Israele stia usando la fame come «un’arma». Cosa negata dal governo Netanyahu alla stregua d’una «assurdità», ma che, se riconosciuta da un tribunale internazionale rappresenterebbe «un crimine di guerra» certo.

Ore 10:32 - Ad Amman quarto giorno di dimostrazioni contro Israele

Per la quarta giornata consecutiva una folla si è radunata ieri ad Amman nei pressi dell’Ambasciata di Israele per protestare contro la guerra in corso a Gaza e per esprimere sostegno a Hamas. Durante la manifestazione - secondo i media israeliani - gli organizzatori hanno fatto riferimento ad un breve messaggio registrato del comandante militare di Hamas, Mohammed Deif (divulgato ieri da Hamas su Telegram), in cui egli sollecitava le masse arabe a marciare verso la Palestina e a mobilitarsi per la moschea al-Aqsa. «Siamo con te, Abu Khaled», è stato scandito dalla folla, facendo riferimento al suo nome di battaglia.

Ore 10:27 - Israele: almeno 10 razzi lanciati da Libano, 9 abbattuti

Resta alta la tensione tra Israele e il Libano. Almeno 10 razzi sono stati lanciati questa mattina dal Libano verso la comunità di confine di Shlomi. Lo ha fatto sapere, citato dai media, l’esercito aggiungendo che nove dei razzi sono stati intercettati dal sistema di difesa Iron Dome. Al momento non si segnalano danni o vittime. In risposta, l’artiglieria israeliana sta colpendo oltre confine.

Ore 10:18 - Esercito: nello Shifa uccisi finora 200 terroristi

«Circa 200 terroristi» sono stati uccisi dall’esercito israeliano in oltre una settimana di operazioni negli edifici dell’ospedale Shifa di Gaza. Lo ha reso noto il portavoce militare israeliano, secondo cui nuovi scontri a fuoco sono avvenuti ieri con terroristi appostati «all’interno e nelle vicinanze dell’edificio del Pronto soccorso». Inoltre, secondo il portavoce, sono stati catturati centinaia di membri di Hamas e della Jihad islamica. «Operiamo con precisione - ha ribadito il portavoce - avendo cura di non arrecare danno ai degenti, al personale medico e ai macchinari’’.

Ore 09:58 - Iran: attaccare ospedali è parte del genocidio sionista a Gaza

«La guerra contro gli ospedali e i centri medici della Striscia di Gaza è una parte tragica e dolorosa dei crimini di guerra e delle operazioni di genocidio dell’esercito terrorista di Israele contro il popolo dell’enclave». Lo ha affermato su X il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani. «Rapporti ufficiali dicono che dall’inizio della guerra contro la Striscia di Gaza, il regime sionista ha portato 33 ospedali a non essere più in grado di fornire servizi medici», ha aggiunto il funzionario, contestando le operazioni israeliane contro l’ospedale al-Shifa di Gaza e invitando le organizzazioni e le istituzioni internazionali a «fermare questo genocidio palese e sconsiderato e perseguire i criminali di guerra».

Ore 09:52 - Giornalista palestinese ucciso da forze Israele in ospedale Al Shifa Gerusalemme

Il giornalista palestinese Muhammad Abu Sakhil, reporter dell’emittente palestinese Sawt al Quds Radio, è stato ucciso nelle operazioni di Israele nell’ospedale Al Shifa di Gaza City. Lo hanno riferito i media locali. Abu Sakhil si aggiunge ai quasi 100 giornalisti palestinesi morti nelle operazioni israeliane in corso nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023, secondo quanto si apprende dai dati diffusi dalle organizzazioni non governative locali.

Ore 09:50 - Tajani: Israele ha commesso errori ma non intervengo in politica

«Non mi permetto di intervenire nella vita democratica di Israele. Sono stati commessi errori è vero, ma noi chiediamo a Israele, che è un paese amico di cui difendiamo l’esistenza, di non portare avanti l’offensiva a Rafah», ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Skytg24.«Abbiamo detto a Israele di non farlo», ha dichiarato Tajani parlando dell’offensiva su Rafah, «mi auguro che Israele comprenda che attaccare Rafah sia un errore, con troppe vittime civili». «Hamas ha grandissime responsabilità per ciò che sta accadendo, ha usato la violenza per provocare la reazione di Israele e il governo israeliano è caduto nella trappola», ha aggiunto a Skytg24.

Ore 09:47 - Ong: circa 7.820 palestinesi arrestati da Israele dal 7 ottobre 2023

Circa 7.820 palestinesi sono stati arrestati dalle forze israeliane in Cisgiordania dal 7 ottobre 2023, giorno dell’attacco del movimento islamista palestinese Hamas in Israele, a cui sono seguite le operazioni israeliane nella Striscia di Gaza. Lo ha riferito ieri la Società dei prigionieri palestinesi. «Le forze di occupazione israeliane hanno arrestato almeno 20 palestinesi in Cisgiordania, tra cui la moglie del martire Mujahid Mansour, un bambino e alcuni ex prigionieri», ha affermato l’organizzazione non governativa, aggiungendo che il totale degli arresti dal 7 ottobre in Cisgiordania è di circa 7.820.

Ore 09:39 - Cisgiordania, forze Israele arrestano due palestinesi a Tulkarem

Le forze israeliane avrebbero fatto irruzione questa mattina all’alba a Tulkarem, in Cisgiordania, arrestando due palestinesi. Lo ha riferito l’agenzia di stampa palestinese «Wafa», citando fonti locali. «Le forze di occupazione israeliane hanno fatto irruzione nella città con diversi carri armati, che hanno circolato in vari quartieri, arrestando i cittadini Jamal Hadaidah (56 anni) e Odai Abu Sheika, dopo aver fatto irruzione nelle loro case», hanno dichiarato le fonti.

Ore 08:26 - Hamas: Onu e Corte penale internazionale agiscano per fermare uccisione nostro popolo

Il movimento islamista palestinese Hamas ha lanciato un appello alle Nazioni Unite e alla Corte penale internazionale affinché «agiscano con urgenza per fermare l’uccisione sistematica del nostro popolo». In un comunicato stampa, il gruppo islamista ha sottolineato la necessità di ritenere responsabili i «criminali di guerra» per i crimini contro «civili indifesi». Hamas ha anche definito «crimine odioso» la presunta uccisione da parte delle forze israeliane di due uomini palestinesi disarmati a Gaza City. In precedenza, l’emittente panaraba satellitare di proprietà qatariota «Al Jazeera» aveva riferito che due uomini palestinesi erano stati colpiti vicino alla rotonda di Nabulsi, a sud-ovest di Gaza City, mentre cercavano di tornare alle proprie case nel nord della Striscia. I due sarebbero stati colpiti mentre camminavano tenendo in mano dei pezzi di stoffa bianca, il segno internazionale di resa. «E’ un’ulteriore prova del livello di fascismo e criminalità che governa il comportamento sionista (di Israele), nel contesto della brutale guerra di sterminio contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza», ha aggiunto Hamas nel comunicato.

Ore 07:56 - Media, 3 persone ferite in sparatoria in Cisgiordania

Almeno 3 persone sono state ferite, di cui una grave, in un attacco a colpi d’arma da fuoco contro autovetture sulla strada 90 a nord di Gerico, in Cisgiordania. I feriti sono stati portati in ospedale a Gerusalemme. L’esercito israeliano sta dando la caccia del responsabile dell’attacco. Lo hanno riferito i Servizi di Pronto soccorso citati dai media.

Ore 06:42 - Sono 66 i morti nei raid aerei e i combattimenti di stanotte

La Striscia di Gaza è stata teatro stanotte di raid aerei e feroci scontri tra l’esercito israeliano e i combattenti palestinesi di Hamas, proprio nel momento in cui il governo di Benjamin Netanyahu ha riaperto le porte alle trattative con l’alleato americano su una possibile operazione a Rafah. Il Ministero della Sanità gestito da Hamas ha riferito di almeno 66 morti nell’enclave palestinese durante la notte, con bombardamenti e combattimenti segnalati vicino alla città di Gaza a quella di Khan Younis. L’agenzia di stampa palestinese Wafa ha riferito invece da parte sua di scontri nella notte in diverse località della Cisgiordania occupata.

Ore 06:30 - Dall’inizio del conflitto sono triplicati gli attacchi informatici contro Israele

Il Commissario del Garante per la Privacy Avv. Gilad Semama ha dichiarato in una conferenza all’inizio di questo mese: «Dall’inizio del conflitto, vediamo un aumento di tre volte negli attacchi informatici gravi contro le aziende israeliane. Lo riporta il quotidiano Globes. Anche prima della guerra, il rispetto della sicurezza dei dati nelle aziende non era soddisfacente e, pertanto, le aziende e le organizzazioni devono prestare maggiore attenzione al rispetto della legge e dei regolamenti sulla protezione della privacy. Un’azienda che non protegge i propri dati e non rispetta le disposizioni della normativa sulla protezione della privacy si espone al grande rischio di perdere i suoi beni e di crollare». L’Avv. Semama è intervenuto in un convegno condotto dall’Autorità per la protezione della privacy e dall’Unione dei Direttori israeliani, in merito alla nuova proposta dell’Autorità sul ruolo del consiglio di amministrazione nell’esercizio delle funzioni aziendali, in relazione alle norme sulla protezione della privacy, che stanno stimolando discussioni e preoccupazioni tra i dirigenti dell’economia israeliana.

Ore 05:53 - L’Irlanda parteciperà alla causa del Sudafrica contro Israele all’ Aja

Il ministro degli Esteri e della Difesa irlandese Micheal Martin ha annunciato ieri sera che Dublino interverrà nel caso avviato dal Sudafrica contro Israele ai sensi della Convenzione sul genocidio presso la Corte internazionale di giustizia dell’Aja. «Dopo l’analisi delle questioni legali e politiche emerse nel caso e la consultazione con i partner internazionali - si legge in comunicato del Governo della Repubblica d’Irlanda - il tanaiste (vicepremier irlandese) ha ordinato ai funzionari di iniziare i lavori su una Dichiarazione di intervento ai sensi dell’articolo 63 dello Statuto della Corte internazionale di giustizia. L’intenzione è che la Dichiarazione di intervento sarà depositata una volta che il Sudafrica avrà depositato la sua memoria. «Spetta alla Corte stabilire se si stia commettendo un genocidio - afferma Martin nella nota -, ma voglio essere chiaro nel ribadire che ciò che abbiamo visto il 7 ottobre in Israele e ciò che stiamo vedendo ora a Gaza rappresenta la palese violazione del diritto umanitario internazionale su vasta scala: la presa di ostaggi; il rifiuto intenzionale dell’assistenza umanitaria ai civili; il prendere di mira i civili e le infrastrutture civili; l’uso indiscriminato di armi esplosive nelle aree popolate; l’uso di beni civili per scopi militari; la punizione collettiva di un intero popolo. L’elenco potrebbe continuare, invece deve finire. Il punto di vista della comunità internazionale è chiaro: quando è troppo è troppo».

Ore 05:39 - Oms: «Serve una tregua e il pieno accesso umanitario»

Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha messo in guardia sulla «incombente carestia» nella Striscia di Gaza a causa dei «bombardamenti in corso» da parte delle forze di Israele. «La fame e le malattie - ha scritto ieri sera Ghebreyesus sul suo account X - continuano a devastare la popolazione. Ora è necessaria un’azione immediata e concertata. Ciò significa: consentire e accelerare la consegna di cibo e di altre fonti nutritive e medicinali; proteggere gli ospedali in modo che i medici possano prendersi cura dei pazienti che soffrono di fame, malattie e lesioni». Il direttore generale dell’Oms ha quindi chiesto «il cessate il fuoco e il pieno accesso umanitario» all’enclave palestinese.

Ore 05:30 - Netanyahu riprogramma la visita a Washington

Netanyahu rivede le sue intenzioni e riprogramma la visita della delegazione israeliana negli Usa per parlare di Rafah. Torna a farsi sentire a 5 mesi dagli attacchi del 7 ottobre il capo militare di Hamas a Gaza: in un audio, Deif invita il mondo arabo a lottare per la Palestina e a marciare su Gerusalemme. L’Irlanda annuncia che prenderà parte alla causa del Sudafrica contro Israele per genocidio davanti alla Corte di giustizia dell’Aja.

Ore 05:02 - Borrell su X: «Consentire aiuti via terra a Gaza è dovere legale»

«Secondo il capo del World Food Programme McCain, il cibo sufficiente per la gente che muore di fame a Gaza è immagazzinato e in attesa di entrare attraverso le vie terrestri. Gli aviolanci aiutano, ma non possono sostituire centinaia di camion. Il Consiglio europeo e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite hanno chiesto un maggiore accesso umanitario urgente e sicuro. Consentirlo è un dovere legale». Lo scrive su X l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell.

2024-03-28T10:46:04Z dg43tfdfdgfd