L'UNIONE EUROPEA VERSO NUOVE SANZIONI ALL'IRAN

Siamo a un passo dall’abisso. L’Ue è compatta a sostegno di Israele, prepara nuove sanzioni contro l’Iran, ma chiede anche «moderazione» a tutte le parti coinvolte, a cominciare dallo Stato ebraico. È la sostanza della video-conferenza dei ministri degli Esteri dei Ventisette, convocata dall’alto rappresentante Ue Josep Borrell ieri per discutere della situazione esplosiva creata dall’attacco dell’Iran a Israele. La questione dominerà questa sera la cena dei leader, prima giornata del Consiglio Europeo speciale che si chiude domani. «Voglio usare – ha detto al termine dell’incontro Borrell – le stesse parole del segretario generale Onu questa domeni – a nella riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza: la regione è sull'orlo di un abisso. Siamo «sull'orlo di un abisso». E dunque «dobbiamo compiere un passo indietro dall'abisso, i ministri dell'Ue sono concordi su questo». Ed esprimono inoltre «unità», dice ancora lo spagnolo, nel «chiedere moderazione a tutte le parti».

Un’unità anche nella forte condanna dell’attacco iraniano a Israele, come il pieno impegno sostegno allo Stato ebraico. Concetti che si ritrovano anche nella bozza di conclusioni del vertice di oggi. «Il Consiglio Europeo – si legge – condanna con forza e in modo inequivocabile l'attacco dell'Iran contro Israele e rinnova la sua piena solidarietà con il popolo israeliano e l'impegno alla sicurezza di Israele», con però la richiesta a tutte le parti a «esercitare la massima moderazione».

Sul tavolo è anche l’ampliamento delle sanzioni all’Iran invocato da vari Stati membri oltre a quelle già in vigore per la fornitura di droni alla Russia, che li usa contro l’Ucraina. «L’idea – ha detto Borrell – è quella di espandere il regime esistente contro i droni iraniani forniti alla Russia in due direzioni: sul tipo di armi, per includere la possibilità di sanzionare la fornitura di missili, non solo droni», e, «ampliare il quadro per rendere il regime valido anche contro la fornitura delle armi per i proxy (le milizie controllate da Teheran ndr) nel Medio Oriente, non solo per la Russia».

E poi c’è la questione delle possibili sanzioni alle Guardie rivoluzione iraniane, finora risparmiate dalle misure restrittive. Soprattutto Francia e Germania premono per includerle nella lista delle organizzazioni terroristiche, ma altri Paesi frenano, anzitutto per questioni giuridiche. «Ancora una volta – ha dichiarato l’Alto rappresentante – ho spiegato ai ministri che per procedere con le sanzioni serve un processo da parte di un'autorità nazionale per un caso di attività terroristica in cui le Guardie iraniane sono coinvolte. Finora non c'è stato».

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