LE BOMBE RUSSE SU KHARKIV BIDEN: "PUTIN è UN MACELLAIO"

Prove tecniche di escalation. Mentre Vladimir Putin non si arrende all’evidenza che ci sia l’Isis dietro l’assalto al Crocus di venerdì scorso, gli Stati Uniti prendono atto dell’irragionevolezza del nemico, e si dicono pronti a scendere in campo per difendere gli alleati minacciati. «Posso dirvi quello che questa amministrazione ha detto più e più volte - afferma solenne Sabrina Singh, portavoce del Pentagono - Se un alleato della Nato dovesse esse re attaccato, certamente non vorremmo che ciò accadesse, ma difenderemo ogni centimetro della Nato». La Singh fa riferimento alle preoccupazioni della Polonia circa il possibile sconfinamento dei missili da crociera russi spediti contro l’Ucraina.

Nel mentre la Svezia, nuova alleata Nato, ha annunciato che schiererà le sue truppe in Letto nia nell’ambito della presenza della Nato in quel Paese. «Prevediamo di iniziare l’operazione a partire da novembre - dice l’ambasciatore di Stoccolma alla Nato, Axel Wernhoff - con truppe a rotazione con quelle della Danimarca, mentre alcune missioni come il dragaggio delle mine potrebbero iniziare prima». Che il clima tra le opposte potenze sia assai poco idilliaco lo dimostrano anche le parole, con il solitamente placido inquilino della Casa Bianca Joe Biden indotto a dare del «macellaio» a Putin nel corso di un comizio nella Carolina del Nord.

Parlando della sua proposta di incassare 400 miliardi di extragettito aumentando le tasse ai ricconi, il presidente ha detto che con quei soldi «potremmo fare tantissime cose, incluso assicurarci finalmente di proteggere l’Ucraina da quel macellaio di Putin». Non è la prima volta che Biden usa questo termine riferendosi al collega russo, lo aveva fatto già due anni fa incontrando i rifugiati ucraini a Varsavia.

Parole che irritano ma fondamentalmente fanno il solletico a Putin, tutto impegnato alla chiamata in correità dell’Occidente tutto per la strage del Crocus City Hall di Mosca del 22 marzo scorso, le cui vittime sono ieri salite a 140 (84 delle quali identificate), con 60 feriti ancora ricoverati nei vari ospedali della capitale russa. Ieri il Comitato investigativo russo ha annunciato che prenderà in considerazione una richiesta avanzata da diversi deputati della Duma di indagare sull’organizzazione, il finanziamento e la conduzione di attacchi terroristici da parte dell’Occidente contro la Russia». La richiesta è stata girata, oltre che alla procura generale e al comitato investigativo russi, ai ministri della Giustizia di Germania, Usa, Cipro e Francia, ai quali si chiede di investigare su episodi come gli attacchi a Nord Stream 1 e Nord Stream 2, l’omicidio di Daria Dugina e dei blogger Vladlen Tatarsky e Gonzalo Lira, nonché l’attentato allo scrittore Zakhar Prilepin.

La paranoia di Putin è testimoniata dalle frasi pronunciate ieri da Maria Zakhariova, portavoce del ministro degli Esteri, secondo cui è chiaro che «è estremamente difficile credere che l’Is possa avere avuto la capacità di lanciare l’attacco al Crocus» e che gettare la croce sullo stato islamico è stato «l’asso nella manica» dell’Occidente, che vi ha fatto ricorso per «allontanare i sospetti dall’Occidente». Ieri intanto un morto e 16 feriti, tra cui 4 bimbi, a causa di un bombardamento su Kharkiv e una pioggia di droni diretti nella stessa regione, oltre che a Kiev e a Sumy. La contraerea ucraina ne ha abbattuti 10 su 13.

2024-03-28T06:57:58Z dg43tfdfdgfd