PUTIN E LE SUE TEORIE: «DALL’UCRAINA SOLDI ALL’ISIS». E SULLA NATO: «NON L’ATTACCHEREMO, MA GLI F16 SARANNO UN BERSAGLIO»

Putin rassicura: non abbiamo alcuna intenzione di invadere Paesi europei o di ; queste sono «frottole totali». Ma subito dopo aggiunge che, se gli F16 consegnati all’Ucraina quest’estate decolleranno da aeroporti su territorio Nato per le loro missioni, allora «certamente diventeranno per noi bersaglio legittimo, ovunque si trovino». Un’affermazione arrivata durante la visita a una base, dopo che un pilota gli aveva domandato esplicitamente: «Saremo autorizzati a colpire questi obiettivi su aeroporti Nato?».

Prese letteralmente, le parole del capo del Cremlino farebbero pensare all’intenzione di giocare il tutto per tutto su questo tema. Ma è chiaro che anche il semplice ingresso nello spazio aereo controllato dalle forze europee e americane, scatenerebbe inevitabilmente una risposta. E ciò vorrebbe dire inizio delle ostilità globali.

Le parole e i fatti

Ma è quello che Putin intende fare? Tenendo conto della retorica adoperata dall’inizio dell’Operazione militare speciale, sembrerebbe di poterlo escludere, almeno per ora. Sia il presidente che i suoi più stretti collaboratori hanno più volte affermato che oramai non si tratta più di uno scontro tra Mosca e Kiev ma che la Russia è «praticamente» in lotta contro l’intera Alleanza Atlantica. Ma alle parole non sono mai seguiti i fatti.

Già a dicembre la minaccia di ritorsioni per il decollo dei nuovi caccia da aeroporti di «nazioni terze» era stata ripetuta più volte. Il numero uno della delegazione russa ai colloqui sul controllo degli armamenti, Gavrilov, aveva specificato che ciò «sarebbe visto da Mosca come partecipazione al conflitto in Ucraina e obbligherebbe la Russia a misure di risposta». Ma già allora uno degli analisti più informati, Georgij Bovt, aveva fatto notare come le stesse cose fossero state dette in precedenza a proposito dei convogli che dall’estero portano armi alle truppe di Kiev. «Si sostiene che siamo in guerra con la Nato, ma non credo proprio che poi ci saranno azioni concrete».

Le spese militari

Certamente, la frase del capo dello Stato sembra essere particolarmente esplicita. Ma sempre agli stessi piloti, Putin aveva spiegato quanto sarebbe folle imbarcarsi in un conflitto contro la Nato: «Gli Usa hanno speso in un anno 811 miliardi di dollari e noi 72. Tenendo in mente questo rapporto di più di dieci a uno, intendiamo combattere contro la Nato? No, si tratta proprio di un delirio, una frottola assoluta». Il nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani è convinto che si tratti di semplice propaganda preventiva: «È cresciuto nel Kgb, non credo che Putin voglia una guerra mondiale».

Sull’assalto al Crocus di venerdì, (ma gli Usa hanno confermato di aver inviato a Mosca una nota scritta indicando il pericolo Isis), con il Comitato investigativo che ieri ha arrestato un altro sospetto e ha comunicato di aver trovato traccia di soldi e criptovalute inviati ai killer da nazionalisti di Kiev. Oltre ai 140 morti accertati, ci sono ora 143 dispersi. E si intensificano gli attacchi sul territorio ucraino, con una centrale elettrica colpita nella notte e tre morti ieri in palazzi civili. L’armata russa utilizza missili balistici che dice potrebbero essere intercettati solo da batterie di Patriot. Sembra poi che gli uomini di Putin si riforniscano di armi in Corea del Nord. Nei giorni scorsi è stato a Pyongyang il capo dei servizi segreti Naryshkin. E ieri la Russia ha posto il veto a una risoluzione Onu sul controllo delle sanzioni alla Corea.

Anche se ufficialmente c’è solo la pista ucraina per il Crocus, in Russia la tensione è altissima. In Siberia la polizia ha fermato una bambina di nove anni che, per scherzo, aveva scritto a una signora chiedendole se anche lei sarebbe stata disposta a «uccidere per mezzo milione di rubli» come avrebbero fatto i terroristi a Mosca.

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