TRUMP, IL RACCONTO DEI «DETTAGLI SESSUALI» IN TRIBUNALE. «TRADì LA MOGLIE CON UNA MODELLA DI PLAYBOY MENTRE ERA INCINTA»

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE NEW YORK — Prima ancora dell’inizio della selezione dei giurati, per diverse ore lunedì mattina il giudice Juan Merchan ha dovuto prendere una serie di decisioni su quali dettagli «piccanti» saranno discussi in tribunale nel processo a Donald Trump per «il caso Stormy Daniels».

Anche se i presunti crimini consistono nella falsificazione di documenti, nella violazione di norme sull’ammontare delle spese elettorali e in potenziali crimini fiscali, al centro del processo ci sono dettagli della vita sessuale dell’ex presidente e candidato alla Casa Bianca, perché i pagamenti in questione (130 mila dollari) sono stati effettuati nel 2016 ad una pornostar per farla tacere su una presunta relazione con Trump di dieci anni prima.

La Difesa e la Procura si sono scontrate sull’inclusione di una serie di prove. La Procura, per esempio, vuole discutere anche di un’altra presunta relazione extraconiugale di Trump, con la modella di Playboy Karen McDougal, diciott’anni fa, quando sua moglie Melania era incinta.

L’avvocato difensore Todd Blanche ha sostenuto che si tratta solo di dettagli sessuali scandalistici, che non hanno a che fare col caso né con la violazione della legge e che servirebbero solo a compromettere l’immagine dell’imputato.

Il procuratore Joshua Steinglass ha ribattuto che sono importanti, perché dimostrano come Trump abbia sistematicamente tentato di nascondere agli elettori storie per lui dannose, in questo caso facendo comprare in esclusiva la storia di McDougal al suo amico David Pecker, editore del tabloid National Enquire che non la pubblicò ed evitò che lo facessero altri. Il giudice ha concluso che la giuria potrà ascoltare la storia di McDougal, ma senza riferimenti alla gravidanza di Melania. Merchan ha autorizzato la Procura a parlare anche di un incontro nel 2016 tra Pecker, Trump e il suo avvocato Michael Cohen (che è ora testimone chiave dell’accusa), benché Blanche abbia sostenuto che si trattasse di un normale incontro tra un candidato e un editore.

In questo muro contro muro, i legali di Trump hanno conseguito alcune vittorie: il giudice ha rifiutato di includere le accuse di relazioni o aggressioni sessuali mosse contro Trump dopo la pubblicazione, alla vigilia delle elezioni del 2016, del video di «Access Hollywood» in cui diceva di poter prendere «le donne per la vagina» perché «quando sei una star te lo lasciano fare». «Sono solo voci, pettegolezzi — ha detto il giudice a proposito delle donne che si sono fatte avanti dopo la pubblicazione del video — Non sarebbe giusto». Secondo la Procura, quel video, provocando un terremoto, spinse Trump a pagare Stormy Daniels per farla tacere nel timore di perdere l’appoggio dell’elettorato femminile. Merchan ha ammesso che possa esserne letto e descritto il contenuto in aula ma ha vietato che i giurati «sentano la sua voce vedano i suoi gesti» nel filmato, ritenendolo pregiudizievole. Ha consentito anche di mettere agli atti uno scambio di email tra Hope Hicks, Steve Bannon e Kellyanne Conway — i manager della campagna di Trump nel 2016 — che discutevano la strategia per affrontare il video («Negare, negare, negare»).

Non è chiaro quanto Trump e il suo team temano davvero che questi dettagli piccanti possano influenzare non solo la giuria ma anche l’elettorato, anche perché sono stati già ampiamente raccontati dai giornali. In parte Blanche li usa come tattica per tentare di escludere alcune prove della Procura. In un passato non lontano sarebbero bastati a dare per spacciato qualsiasi candidato alla Casa Bianca. Però alcuni tra i più stretti alleati di Trump dicono al Corriere di non essere preoccupati. Secondo un sondaggio della Suffolk University Poll, l’84% dei suoi sostenitori dichiara che voterà per lui anche se verrà condannato.

2024-04-17T06:59:44Z dg43tfdfdgfd