IL RICORDO DI CALABRIA, ARTISTA DEL SOCIALE

Una popolarità ulteriore (non voluta né cercata) gli arrivò addosso nell’ottobre 2021, quando un attacco squadrista alla sede della Cgil prese di mira un’opera che aveva donato al sindacato. Quel quadro era di Ennio Calabria, scomparso giorni fa poco prima di compiere 87 anni. «In realtà io tendo ad avvicinare lo Spirito alla storia, nel senso di pensare che Dio è la storia e che la storia è Dio», disse durante un'intervista

Calabria era nato nel 1937 a Tripoli. Esponente del figurativismo, per troppo tempo “dimenticato” da spazi museali e mai incline alla ricerca di consensi "facili" sull'onda della moda dei tempi, per tutta la vita è sempre stato vicino e solidale con gli oppressi, con il mondo del sociale e con il movimento dei lavoratori e delle lavoratrici. Conseguita la maturità artistica, seguì i corsi della Scuola libera del nudo all’Accademia di Belle Arti di via Ripetta a Roma. Nella capitale tenne la sua prima personale alla Galleria La Feluca (1958). Nel 1959 partecipò alla VIII Quadriennale di Roma (tornerà a esporvi nel 1972, ’86 e ’99). Nel 1961, con i pittori Ugo Attardi, Fernando Farulli, Alberto Gianquinto, Piero Guccione, Renzo Vespignani e alcuni critici fondò il gruppo di tendenza realista “Il pro e il contro” e nel 1964 prese parte alla Biennale di Venezia. Sin dagli esordi, le sue opere sono caratterizzate da una raffinata ambiguità venata da incertezza esistenziale. Ha esposto a Vienna, Città del Messico, in Finlandia e, nel 1985, alla Gucci’s Gallery di New York. Il 1987 è l’anno della sua grande antologica a Castel Sant’Angelo a Roma. E nel 2004 presentò al museo Vittoria Colonna di Pescara e alla Reggia di Caserta la serie dei ritratti di Giovanni Paolo II, quasi un manifesto di una sintesi tra fede e amore per gli ultimi.

Al funerale, celebrato nella Chiesa degli artisti a piazza del Popolo, era presente fra gli altri Fausto Bertinotti, ex presidente della Camera, che all’agenzia Vista ha dichiarato: «E’ stato ricordato dalla critica più attenta come uno dei maggiori artisti del secondo Novecento. Noi che gli siamo stati vicino lo ricordiamo come un artista che ha indagato le culture fondamentali del Novecento e ha provato a spingersi oltre, indagando il mistero. E gliene siamo grati».

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