TERREMOTO NELLLA POLITICA. L'ANTIMAFIA CHIEDE GLI ATTI A GENOVA

Ora la maggioranza prova a fare quadrato intorno al governatore Giovanni Toti, sicuri che il presidente della Liguria chiarirà tutto e mostrando soprattutto fiducia nella magistratura. Certo è che è un vero terremoto politico quello causato stamani dall’arresto (ai domiciliari) per corruzione di Toti, del suo capo di gabinetto e di altri setti per presunte tangenti in porto. Con l’opposizione che subito cerca di minare la stabilità del governo e la Commissione Antimafia che chiede gli atti dell’inchiesta alla Dda di Genova e alla guardia di finanza che ha condotto le indagini.

Le reazioni della maggioranza

Il garantismo è la parola d’ordine del vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini. «Per me ogni cittadino italiano è innocente fino a prova contraria, a Bari, Torino, Genova e ovunque, quindi non commento», dice il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, che chiede «si faccia chiarezza il prima possibile. Si è innocenti fino a prova contraria e questo vale per tutti»

Dal partito di Giorgia Meloni è il vicecapogruppo di Fdi alla Camera Alfredo Antoniozzi a sottolineare come «così come a Bari anche a Genova bisogna rispettare le persone e il garantismo avendo fiducia nel sistema giudiziario. La politica eviti giudizi sommari e separi gli istinti di strumentalizzazione dalla necessità di rispettare sempre il principio di presunzione di innocenza».

Poco dopo a dargli man forte arriva il presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi: «Abbiamo fiducia nella magistratura e siamo garantisti, sempre: siamo certi che il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti saprà dimostrare la sua innocenza».

Le opposizioni

Dalle opposizioni le posizioni oscillano dal garantismo di Azione al giustizialismo di M5s, con l’ex sfidante alla regione Liguria oggi consigliere regionale Ferruccio Sansa che va giù più pesante di tutti.

«È ovvio che deve dimettersi, anche per difendersi», sottolinea Sansa aggiungendo di essere «l'unico 'belina' che lo diceva da anni. È dal 2020, totalmente inascoltato, in solitudine, che denuncio questa situazione. Avevo anche portato gli elementi ai Carabinieri». Per il consigliere di opposizione «c'è una colossale questione di inopportunità e di conflitto di interessi tra i finanziatori della Regione e di Toti, a partire da Esselunga, e le decisioni e le autorizzazioni che la Regione concede».

La notizia ha scosso «per la sua gravità – esordisce Elena Bonetti di Azione - Chiediamo che venga fatta piena chiarezza per la tutela dei cittadini liguri. Noi, con Rossetti, siamo all'opposizione di Toti e lo abbiamo fatto per ragioni politiche. Lasciamo lavorare le forze dell'ordine e la magistratura nel pieno rispetto del garantismo. Non è la politica che deve commentare».

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