INTERVISTA A SALVINI: «VANNACCI UN DIFENSORE DELL’ITALIA, PER QUESTO L’HO CANDIDATO. IO CONTRO TUTTI I TOTALITARISMI, IL 25 APRILE è ANCHE PER ISRAELE»

Segretario lei si considera antifascista? Che cosa significa per lei essere antifascista nel 2024? «Sono contro tutti i totalitarismi e le dittature, contro ogni tipo di violenza e di censura: per questo ho partecipato a una delle cerimonie istituzionali a Milano, onorando la memoria dei caduti per mano del nazifascismo. Pensare che in Italia posso tornare il fascismo è un’assurdità. Ci sono alcuni principii che vanno difesi a tutti i costi: penso alla libertà di pensiero e parola, messi a rischio dal politicamente corretto ormai assurdo che arriva a censurare le fiabe o i cartoni animati. E penso al diritto di Israele ad esistere, messo in discussione persino in alcune università italiane. Ecco, io penso che difendere Israele significhi incarnare i valori di libertà del 25 aprile contro la furia assassina e antidemocratica di Hamas. Ovviamente non devono essere civili indifesi a pagare col sangue per colpa degli estremisti».

Perché ogni anno si continuano a replicare le divisioni di ottanta anni fa? «Purtroppo il 25 Aprile è una data di cui la sinistra vuole appropriarsi per attaccare il centrodestra. Basti pensare ai fischi alla brigata ebraica: una vergogna».

Il generale Vannacci è figura che divide. Il non alimenta il perpetuarsi delle polemiche? «Si chiama democrazia. Se qualcuno decide legittimamente di candidare una persona che è in carcere all’estero con accuse pesantissime, perché non dovrebbe chiedere il voto agli italiani anche un uomo che ha servito e difeso l’Italia nel mondo, dall’Iraq all’Afghanistan?».

Alcuni atteggiamenti del centrodestra non giustificano gli allarmi a sinistra? «Assolutamente no, la sinistra si è abituata a usare e occupare le istituzioni da decenni, dai tribunali allo spettacolo, dalle università alle redazioni. Un po’ di equilibrio e di meritocrazia fanno solo bene all’Italia».

Quale considera il risultato più importante di questi 15 mesi di governo? E su che cosa ritiene che la Lega di governo debba fare di più? «Il taglio della burocrazia e il nuovo codice degli appalti, i passi in avanti su riforme decisive come autonomia ed elezione diretta del premier, la legge sulla sicurezza stradale, il taglio delle tasse e l’aumento degli stipendi da 10 miliardi. Sono ambizioso e non mi accontento: porteremo la flat tax fino a 100.000 euro e metteremo fine alla legge Fornero entro la legislatura, come promesso».

: anche in considerazione dei rilievi dei ministeri dell’Ambiente e della Cultura, ritiene che il calendario per i cantieri potrà essere rispettato? «Farò di tutto perché sia così, aprire i cantieri significherà, secondo le stime della società Stretto di Messina, creare fino a 100.000 posti di lavoro in tutta Italia, e fare lavorare imprese di tutto il Paese».

Che cosa risponde a chi sostiene che il sia un condono edilizio? «A me interessa la sostanza: nei Comuni italiani sono bloccate milioni di pratiche per piccole irregolarità interne alle abitazioni, magari ereditate. Penso sia ragionevole sbloccarle, liberando migliaia di appartamenti. Sottolineo che si tratta di interventi solo all’interno delle case, non pensiamo di sanare le ville abusive. Regolarizzare una cameretta fatta anni prima per il secondo figlio, un bagno, un soppalco o una veranda non consuma suolo, libera i Comuni da milioni di pratiche e aiuta migliaia di famiglie a poter comprare, vendere o affittare casa. Andrò fino in fondo».

L, prevista dal programma di governo, lunedì approderà alla Camera. Gli alleati hanno fatto tutto quello che potevano per portare avanti la riforma? «Sì, come sempre abbiamo trovato un accordo e procediamo spediti. È una risposta concreta a chi cerca di polemizzare: avevamo promesso questa riforma, che per la Lega è una battaglia storica, e la stiamo realizzando».

Il superamento delnon porterà a un aumento dei costi per le università? Porterà più medici in Italia, così da evitare che i nostri ospedali li cerchino all’estero, come già sta accadendo. E non parlerei mai di costi: le risorse utilizzate per formare i camici bianchi sono investimenti, i nostri ragazzi andranno avanti in base al merito, non ai quiz o alla fortuna».

Il è quello che si aspettava? Non si è innescata una competizione con Forza Italia? «Abbiamo vinto con un vantaggio straordinario e sono soddisfatto del risultato della Lega: credo che tutti i partiti di centrodestra possano crescere in vista delle prossime Europee».

Lei dice: «In Europa, mai con Macron». Ma in Basilicata e forse in Piemonte voi siete alleati con gli uomini di Renzi e Calenda. È così diverso? «Sì e mi pare evidente: in Piemonte e Basilicata sono stati Renzi a Calenda a venire sulle nostre posizioni e non il contrario. Vuol dire che la Lega governa bene i territori, se riesce a convincere anche altri partiti a venire in squadra».

Alcuni dei vostri euro alleati, in particolare Afd, non stanno diventando un po’ imbarazzanti? È possibile riunire Popolari e destre di quel tipo? «Io ribadisco l’insegnamento di Silvio Berlusconi: per vincere, il centrodestra deve essere aperto e inclusivo, senza veti. Fra Macron che parla di guerra e la Le Pen che vuole la pace, non ho dubbi chi scegliere».

Il malessere interno alla Lega, soprattutto quello nordista, è una pura invenzione dei giornali? Non teme che la fronda interna possa portare a scossoni? «È da anni che i giornali parlano di fronde, ma allungano la vita a me e alla Lega, che governa migliaia di Comuni e che ha la fiducia di milioni di Italiani».

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