JEFFREY KARP, SCIENZIATO DI HARVARD: «MANGIARE BENE MIGLIORA L’INTELLIGENZA E ABBATTE LO STRESS»

«L’alimentazione va ben oltre il benessere fisico. L’alimentazione influenza profondamente le nostre capacità cognitive e la nostra intelligenza». Nel mondo digitale 3.0 dove tutti cercano stimoli per aumentare le proprie facoltà mentali, Jeffrey Karp, ingegnere biomedico presso il Brigham and Women’s Hospital di Harvard e al MIT - Massachusetts Institute of Technology, propone una soluzione tutto sommato lapalissiana che passa da una dieta attenta. In un’intervista rilasciata al magazine GQ e in occasione della pubblicazione del libro LIT: Life Ignition Tools: Use Nature’s Playbook to Energize Your Brain, Spark Ideas, and Ignite Action, Karp ha più volte posto l’accento sulla «importanza di una corretta e costante alimentazione: per la salute dell’organismo, certo. Ma anche per il potenziamento dei processi cognitivi». In particolare Karp e il suo team hanno indagato i legami tra nutrienti specifici e il relativo effetto sul miglioramento delle attività cerebrali, arrivando a sostenere l’idea secondo cui «quel che mangiamo influenza la capacità di pensare, di apprendere e memorizzare». Uno studio, questo, che rafforza le teorie sul valore dell’alimentazione per il cervello, suggerendo come «una dieta varia e bilanciata, soprattutto protratta nel tempo e sempre sotto controllo medico, possa essere una delle chiavi per massimizzare, in fisiologia, il potenziale intellettuale di ciascuno di noi». I nutrienti che fanno bene al cervello

Gli studi condotti da Karp e dal suo team di ricerca si sono concentrati principalmente su nutrienti essenziali. Primi tra tutti gli acidi grassi Omega-3, in abbondanza nei pesci grassi come il salmone preferibilmente selvaggio e il merluzzo, e nelle noci. Essenziali per la salute del cervello, gli Omega-3 «contribuiscono alla rigenerazione delle cellule cerebrali, andando a potenziare la memoria e le capacità di apprendimento», ha spiegato Karp a GQ. Seguono gli antiossidanti per lo più in frutta e verdura colorate come, ad esempio, gli spinaci, i broccoli, i cavolfiori e le carote, i frutti rossi in genere. Efficaci contro i danni dei radicali liberi, «riducono potenzialmente il rischio di malattie neurodegenerative». In legumi, carne e semi, il ferro e lo zinco, invece, «sono vitali per mantenere l’attenzione e la capacità di elaborazione delle informazioni». Mentre i complessi vitaminici B — in cereali integrali, carne e uova — «supportano la funzione cognitiva e la salute neuronale».

La dieta di Jeffrey Karp: cosa mangia lo scienziato

Dal miglioramento dell’umore all’aiuto alla prevenzione di patologie neurologiche, «l’alimentazione, dunque, gioca un ruolo chiave nel determinare il benessere mentale», secondo Karp. La cui routine alimentare personale mira a ottimizzare la capacità cognitiva già dal mattino. Lo scienziato — ha fatto sapere — comincia le sue giornate«con una colazione studiata per nutrire mente e corpo. Questo pasto, consumato dalle due alle due ore e mezza dopo il risveglio, è strutturato per favorire i sentimenti di gratitudine e apprezzamento per il cibo». In che cosa consiste è lo stesso Karp ad averlo rivelato: «La colazione comprende una ciotola di fiocchi d’avena, ricchi di vitamina B, capaci di rilasciare la giusta dose di energia al cervello. Abbinati a noci di macadamia e noci di Barù, entrambe fonti di Omega-3, magnesio, zinco e antiossidanti, aiutano a mantenere la concentrazione per l’intera mattinata». Elemento distintivo del pasto mattutino è, poi, il Golden Milk, bevanda vegetale con l’aggiunta di curcuma e pepe, noti per le loro proprietà anti-infiammatorie e antiossidanti. Karp non trascura altri elementi essenziali come, ad esempio, «i fiocchi di alga, i semi di canapa e i mirtilli, questi ultimi altrimenti detti “bacche del cervello” per il loro apprezzabile contenuto di flavonoidi, composti polifenolici dal potere antiossidante». Il regime alimentare dello scienziato include anche cereali ad alto contenuto di fibre e proteine, e della bevanda all’avena «per potenziare la memoria e dare il buon umore». Da ultimo, Karp segue una alimentazione a basso contenuto di Fodmap — acronimo per Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols, e cioè oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi fermentabili e polioli — che tende a escludere alimenti in grado di favorire i sintomi del colon irritabile. Parliamo di «grano, cipolla, aglio e alcuni frutti come ad esempio arance e pompelmi». In tavola, poi, meno carne rossa — non più di due volte a settimana —, poco alcol, meno cibi processati e meno zuccheri. Al caffè Karp ha fatto sapere di preferire il tè verde «per gli effetti benefici sulla concentrazione e sulla riduzione dell’ansia». E di mangiare sempre alla stessa ora ogni giorno «così da regolare l’orologio biologico, stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue e fornire l’energia adeguata al cervello».

Non solo Jeffrey Karp

A supporto della tesi di Karp e del suo entourage sono anche diversi studi clinici e sperimentali internazionali secondo cui «una corretta alimentazione potrebbe avere effetti preventivi contro il declino cognitivo legato all’età, offrendo una strategia potenzialmente valida per combattere malattie come l’Alzheimer e la demenza». «Appare sempre più evidente che approcci alimentari mirati possono migliorare la nostra intelligenza e proteggere la mente nel corso degli anni», ha concluso lo scienziato.

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